Treccani Enciclopedia significato Precettoria / o Commenda /In fatto darte i T
Treccani Enciclopedia significato Precettoria / o Commenda /In fatto darte i T
TEMPLARI
Ordine, detto anche Ordine del Tempio, pauperes commilitones Christi, milites/militia Templi Salomonis/Iherosolimitani, costituitosi in Terra Santa nel gennaio 1120, quando alcuni cavalieri riuniti intorno ad Ugo di Payns, originario della Champagne, prestarono i voti di povertà, castità e obbedienza nelle mani del patriarca di Gerusalemme Warmondo di Picquigny, che, su consiglio dei baroni latini d'Oriente, li impegnò alla difesa della città santa e alla protezione dei pellegrini che ad essa si recavano.
Nello spirito ancor fervido della crociata e nel fuoco del suo teatro di conquista nasceva così il primo Ordine di combattenti per la fede cristiana, destinato a fungere da modello per i successivi ordini militari (v.) nazionali e internazionali. L'accettazione ufficiale dei T. da parte della Chiesa avvenne al principio del 1129 al concilio di Troyes, ove a essi fu attribuita la regola. È oggetto di controversia la parte avuta da s. Bernardo di Chiaravalle (v.) nella sua redazione, mentre rilevante fu il ruolo da lui svolto nella promozione dell'Ordine, contro perplessità e resistenze ad ammettere l'esercizio delle armi tra i compiti istituzionali di un'organizzazione della Chiesa. Tale ruolo culminò con la stesura del Liber ad Milites Templi. De laude novae militiae, nel quale s. Bernardo delinea ed esalta la figura del monaco cavaliere. Con la bolla Omne datum optimum, del 1139, Innocenzo II affrancava i T. dalla giurisdizione del clero secolare concedendo loro la protezione papale, l'esenzione dalle decime e l'autorizzazione a possederne, il diritto ad avere propri sacerdoti sotto il controllo del Maestro dell'Ordine, proprie chiese e propri cimiteri. La bolla fu la prima di una serie cospicua di editti papali – centottanta ca. nel solo sec. 12°, rivolti all'Ordine nel suo complesso, o a singole province o case – che costituì la base giuridica per l'ascesa dei T. a grande Ordine internazionale esente. A esso la generosità di sovrani, nobili, gente comune – e, nei primi tempi, anche del clero secolare – consentì la creazione di un immenso patrimonio negli stati latini d'Oriente, così come in Europa, composto di proprietà fondiaria, rendite, attività manufatturiere, commerciali e finanziarie e gestito con grado di autonomia variabile da regione a regione, ma sempre molto alto, in virtù di esenzioni e privilegi giurisdizionali, fiscali e commerciali.La gestione della proprietà agraria non differiva nelle modalità e forme da quella dei grandi ordini di matrice benedettina allora attivi, in particolare dei Cistercensi (v.), se non per un aspetto essenziale: la necessità di convogliare ogni eccedenza nel finanziamento della guerra d'Oriente impose la creazione di una organizzazione amministrativa fortemente centralizzata. Unità base era la commenda o precettoria, complesso di proprietà talora molto ampio, che poteva comprendere più di una casa o castello, retta da un commendatore o precettore. Commende molto ampie e disperse erano spesso articolate in subcommende rette da delegati del commendatore; al contrario, commende legate tra loro da prossimità geografica e da analogia o reciproca integrazione nella tipologia delle attività agropastorali ed economiche o nella funzione militare potevano essere riunite sotto una magistratura straordinaria superiore ai singoli commendatori.L'istanza amministrativa e disciplinare superiore alla commenda era, di norma, la provincia, coincidente, di solito, con le entità politiche europee, così come con ciascuno degli stati latini d'Oriente. A capo della provincia era il Maestro provinciale, che rispondeva al Maestro in Oriente e al capitolo generale dell'Ordine. Il sistema delle province, che sviluppava modalità di espansione praticate dai Cluniacensi (v.) fin dal sec. 10°, si deve considerare creazione specifica dei primi ordini militari internazionali, T. e Ospedalieri (v.) di S. Giovanni di Gerusalemme, strettamente condizionata alla gestione del patrimonio fondiario europeo. Il forte legame che esso determinava con la realtà politica, sociale e culturale dei singoli stati costituì un condizionamento essenziale anche per l'architettura e l'arte che essi vi promossero. Per quanto riguarda i T., se ne può seguire la configurazione attraverso la pur frammentaria documentazione nell'arco del trentennio successivo al concilio di Troyes; si trattava, peraltro, di un sistema flessibile, che subì modificazioni e integrazioni durante tutta la vicenda dell'Ordine.Con la perdita di Gerusalemme nel 1187, di Acri e di quanto restava degli stati latini orientali di terraferma nel 1291, erano venute meno le motivazioni originarie dell'esistenza degli ordini militari di Terra Santa e facevano presa sempre maggiore sull'opinione comune le critiche, non nuove, che imputavano loro avidità, arroganza, ma, soprattutto, disprezzo per la causa della fede e la riconquista del Santo Sepolcro, subordinata alle opportunità della propria sopravvivenza. In questo clima il re di Francia Filippo IV il Bello (1285-1314), spinto – pare – dalla cupidigia per il tesoro che si diceva immenso depositato nel Tempio di Parigi, il 13 ottobre 1307 fece arrestare tutti i T. presenti in Francia e con l'acquiescenza di papa Clemente V, ma facendo leva anche sul disagio diffuso tra i sovrani d'Occidente per un'istituzione ricca, potente e largamente indipendente che ingombrava i loro regni senza più uno scopo riconoscibile e condivisibile, riuscì a far avviare in tutti i paesi cristiani processi sulla base di centottantasette capi d'accusa, tra cui particolarmente gravi quelli che configuravano reati di eresia, idolatria e omosessualità. Il processo, che comportò ovunque l'arresto dei T., sottoposti a ripetuti interrogatori anche sotto tortura, e il sequestro dei loro beni, si trascinò per quasi cinque anni, scuotendo in profondità le coscienze cristiane. Malgrado non emergessero prove decisive di colpevolezza sulle imputazioni più gravi, l'Ordine venne sciolto con la bolla Vox in excelso, promulgata da Clemente V il 22 marzo 1312 durante il concilio di Vienne. I beni del Tempio, che dovevano essere impiegati nella causa della fede, furono quasi ovunque attribuiti agli Ospedalieri. Solo nei regni iberici furono ridistribuiti fra gli ordini militari nazionali e, in parte, tra la nobiltà, o costituirono la dotazione di ordini appositamente creati: l'Ordine di Cristo in Portogallo e l'Ordine di Montesa nelle terre del regno di Valenza in Aragona.
Architettura
In fatto d'arte i T. furono impegnati soprattutto in architettura, supporto indispensabile all'esistenza delle loro comunità, all'esplicazione della dimensione religiosa della loro esistenza, alla gestione del patrimonio immobiliare e soprattutto – per quanto riguarda almeno la consistenza di quanto se ne conserva e la sua rilevanza nel panorama dell'architettura contemporanea in Europa e nell'Oriente crociato – alla realizzazione dell'impegno militare. Lo studio di quello che si prospetta come un residuo monumentale imponente, malgrado incalcolabili perdite e distruzioni, è uno sforzo oggi in pieno corso, che in tempi recenti e recentissimi ha conosciuto un ampio risveglio di attenzione. Per tale ragione ogni tentativo di sintesi dei risultati raggiunti deve considerarsi provvisorio e incompleto.Hanno oggi interesse esclusivamente in sede di storia della critica generalizzazioni sull'architettura templare formulate tra la seconda metà del sec. 19° e il principio del 20° e che si possono sintetizzare nella teoria che l'Ordine coltivasse due tipologie edilizie privilegiate, la pianta centrale a matrice circolare per chiese ed oratori e la pianta quadrata per le fortezze. Piante centrali basate sulla geometria del cerchio erano considerate non solo formulazioni iconograficamente ispirate al Santo Sepolcro, o alla Cupola della Roccia, presso la quale i T. ebbero il loro quartier generale fino alla caduta di Gerusalemme (la confusione tra i due monumenti è frequente nella letteratura più antica), ma anche espressioni di una numerologia ternaria legata a fedi e ritualità occulte. Il retaggio di questa fase degli studi nella storia dell'architettura templare è essenzialmente di segno negativo; consiste in una serie di edifici, soprattutto chiese e cappelle a pianta centrale, attribuite ai T. solo sulla base di simili pregiudiziali tipologiche.Nel nostro secolo la problematica è stata radicalmente rifondata. Mentre per gli stati latini d'Oriente l'architettura dell'Ordine è stata sistematicamente indagata nel corretto confronto tra dati archeologici e documentari, ma sempre nel contesto generale dell'architettura crociata e dunque nella sostanziale indifferenza per ogni 'questione templare', la consistente pubblicazione di monumenti delle regioni più occidentali d'Europa ha fatto emergere l'adesione dell'Ordine a contesti locali nelle scelte formali e talora nei sistemi strutturali e nelle tecniche costruttive di volta in volta adottate. A questo atteggiamento, che caratterizza l'architettura templare soprattutto nel sec. 12°, subentra, con il principio del Duecento, una forte identificazione formale e strutturale dell'architettura templare con l'architettura cistercense, che investe soprattutto l'architettura sacra e si arricchisce, alla metà del secolo, di componenti 'luigine' (v. Luigi IX il Santo). Differenziato e problematico appare anche il quadro delle scelte tipologiche, contrassegnato da gran varietà in dipendenza di fattori regionali e locali nell'architettura militare e civile, informato a scelte di fondo che coinvolgono tutta l'architettura sacra dell'Ordine, ma segnato, nell'uno e nell'altro caso, da fenomeni eccezionali che corrispondono a inequivoche citazioni gerosolimitane, o presuppongono trapianti dall'Occidente all'Oriente e viceversa.Il forte radicamento regionale e locale e istanze di autodefinizione e autorappresentazione dell'Ordine impegnato nella difesa del Santo Sepolcro trovano momenti di sintesi diversi a seconda delle occasioni che mossero i T. a produrre o promuovere architettura, delle funzioni cui essa era destinata, nel mutare di ruoli e identità dell'Ordine nella parabola che dai poveri ed eroici inizi lo portò a diventare una delle istituzioni più ricche e potenti sull'orizzonte che allora legava l'Europa all'Oriente crociato. Contro proposte di contrapposizione talora avanzate tra l'architettura templare e quella degli Ospedalieri, questi fondamentali riferimenti caratterizzano globalmente l'architettura dei due Ordini sin quasi all'assimilazione reciproca, riflettendo, al di là della rivalità che li divideva, l'analogia dell'impegno e la condivisione dell'etica del cavaliere cristiano.
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