Format Venaria Reale (TO) il vero Cuore della Casa e la Cameretta auguri di buone feste di Natale 2021. Treccani tutti i Termini es…. Le camerette La cameretta
Format Venaria Reale (TO) il vero Cuore della Casa e la Cameretta auguri di buone feste di Natale 2021. Treccani tutti i Termini es…. Le camerette La cameretta
cèlla¹
cèlla1 s. f. [lat. cĕlla «cameretta, dispensa, cantina»]. – 1. Stanza piccola e nuda, spec. quelle dei monasteri e romitaggi, o delle carceri e stabilimenti di pena; c. di rigore, nelle carceri, ora camera di punizione. 2. In apicoltura, ciascuna delle camerette a forma di prismi esagonali, disposte in direzione orizzontale su entrambe le facce del favo, nelle quali le api depositano il polline e il miele e la regina le uova. 3. Nell’architettura dell’antichità, la parte del tempio chiusa da muri, nella quale si trovava l’immagine della divinità, e che negli esempî greci di maggiori dimensioni era divisa in tre, eccezionalmente in due, navate da file di colonne spesso su due ordini sovrapposti. 4. ant. Stanza terrena o sotterranea dove si conserva il vino e l’olio; dispensa, cantina: ella farà vista di scendere nella c. (Novellino). 5. In locuz. particolari, ambiente ristretto destinato a un uso determinato: a. C. campanaria, il vano, alla sommità dei campanili, nel quale sono collocate le campane. b. C. frigorifera, ambiente, talvolta di notevoli dimensioni, termicamente isolato e mantenuto a bassa temperatura per la conservazione di viveri e derrate. 6. ant. Chiesuola campestre, tenuta aperta al culto di uno o più monaci staccati da un priorato o abbazia. Per estens., piccola azienda agraria benedettina, dipendente da una grangia o da un monastero. Da questi due sign., l’uso di Cella come toponimo. 7. Nel linguaggio tecn., il termine, specificatamente qualificato, indica recipienti o dispositivi destinati a particolari usi: c. elettrolitica, dispositivo per elettrolisi o per altre operazioni analoghe (v. elettrolitico); è spesso usato anche come sinon. di cellula (per es., cella fotoelettrica), o di pila (per es., cella voltaica, sinon. di pila voltaica; cella o cellula solare, denominazioni correnti della pila solare: v. pila). Nella tecnica nucleare, è la camera stagna utilizzata per immagazzinare o manipolare materiali radioattivi; in partic., c. a guanti, l’involucro stagno in cui si può manipolare il materiale, senza che esso venga a contatto con l’operatore, per mezzo di guanti fissati a tenuta d’aria a delle aperture praticate nelle pareti della cella; c. schermata, in mattoni di piombo o in calcestruzzo pesante: la manipolazione avviene a distanza per mezzo di pinze speciali comandate dall’esterno della cella. 8. In informatica, componente elementare della memoria di un calcolatore elettronico, sia in senso fisico (per es., un nucleo di ferrite in una memoria a nuclei magnetici) sia in senso operativo; nel secondo senso la cella, detta anche posizione di memoria, coincide con una unità elementare d’informazione o bit (e si chiama allora c. binaria), oppure, più spesso, con una unità d’informazione più ampia, come un byte o una parola, che venga registrata e trattata in modo unitario. 9. In cristallografia, c. elementare, il parallelepipedo dalla cui ripetizione tridimensionale si può considerare derivato tutto un reticolo cristallino; è determinata dalle costanti reticolari, cioè dai periodi di identità dei filari (che ne costituiscono gli spigoli) e dagli angoli tra essi compresi (v. reticolo). Viene detta a facce centrate la cella che (oltre che ai vertici) ha un nodo al centro delle facce; centrata quella che ha il nodo al centro del cubo (così, nei reticoli cristallini del sistema monometrico, si hanno celle a cubo semplice, a cubo a facce centrate, a cubo centrato). ◆ Dim. cellina, cellétta.
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LA CAMERETTA
càmera
càmera s. f. [lat. camĕra, camăra «volta, soffitto a volta di una stanza», dal gr. καμάρα]. – 1. a. In senso generico, qualunque ambiente interno di un edificio per abitazione, che non abbia, per particolarità di forma, dimensioni e impianti, una destinazione speciale. Più concretam., ciascuno dei locali che compongono un appartamento: c. da letto, c. da pranzo, c. da soggiorno; un appartamento di tre c. e cucina. In senso più ristretto, il nome di camera è riservato spesso (soprattutto in Toscana) alla sola camera da letto, preferendo per gli altri ambienti il nome di stanza; è con questo sign. che s’intendono anche le espressioni: c. d’albergo, c. mobiliata (in partic. quella che si dà a pigione); affittare e prendere in affitto una c.; prenotare, riservare, disdire la c. (in un albergo); c. matrimoniale, la c. degli ospiti; fare o rifare la c., ripulirla, rifare i letti, rimetterla in ordine; veste da c., sinon. di vestaglia, ecc. Per estens., l’insieme dei mobili che arredano un ambiente: acquistare una c. da letto, una nuova c. da pranzo; c. in stile Ottocento, in stile moderno; una c. in noce, in mogano, ecc. b. Dal sign. di stanza appartata, di ambiente (o complesso di ambienti) riservato in una Corte e sim. per abitazione privata del principe e dei familiari, le designazioni: maestro di c., cortigiano, gentiluomo, addetto alla cura personale di un principe, di un prelato, e valletto di c., paggio. Ha origine affine anche la locuz. musica da c.: indicò dapprima la musica eseguita nelle sale delle corti a divertimento dei principi (contrapp. alla musica di teatro o di chiesa), poi, in genere, quella per pochi strumenti e per poche voci, come il duetto, il trio, il quartetto, il quintetto, ecc. c. Nella marina mercantile, servizio di c., personale di c., l’insieme dei servizî relativi all’alloggiamento, alla mensa e alla vita dei passeggeri e del personale di bordo, e rispettivam. il personale addetto a tali servizî. 2. Il senso fondamentale di ambiente o spazio delimitato atto a contenere qualcosa si conserva, con particolari accezioni, nelle seguenti denominazioni specifiche: c. oscura, il laboratorio in cui il fotografo esegue operazioni di sviluppo e stampa lavorando al riparo da sorgenti luminose, naturali e artificiali, ad eccezione di deboli lampade diversamente colorate o schermate a seconda dei materiali sensibili usati (per un altro sign. dell’espressione, v. oltre, al n. 4); c. di punizione (semplice o di rigore), nelle caserme, locale dove i militari scontano le punizioni per infrazioni disciplinari; c. di sicurezza, cella della questura e di posti di polizia in genere, in cui vengono custodite temporaneamente le persone fermate; con altro senso, c. di sicurezza o c. corazzata o blindata, locale, di norma sotterraneo, con pareti e soffitto di forte spessore e porta blindata, nel quale le banche custodiscono i valori proprî o affidati loro dai clienti (cassettisti) e le riserve di metalli preziosi (è detta anche, nel linguaggio corrente di banca, sagrestia o tesoro o, con parola francese, caveau); c. d’ordini (o centrale d’ordini), nelle navi militari, locale in comunicazione con la torre di comando, che contiene gli apparecchi per la trasmissione di ordini nei varî compartimenti, nonché gli organi di rispetto per il governo della nave; camere a gas, i locali, appositamente attrezzati, nei quali, durante la seconda guerra mondiale, venivano soppressi mediante gas venefici prigionieri di guerra e internati per motivi politici o razziali nei campi di sterminio istituiti dalla Germania nazista (in alcuni degli Stati Uniti d’America, la camera a gas è usata per le esecuzioni capitali); c. (o cappella) ardente o mortuaria, stanza parata a lutto, in cui si espone la salma su un cataletto, tra ceri accesi. 3. Nome dei varî spazî racchiusi da rettangoli di rete che, posti l’uno a contatto dell’altro, costituiscono la tonnara: c. grande, c. di levante, c. di ponente,
., c. di consiglio, ambiente d’un tribunale nel quale i giudici si riuniscono per deliberare le cause; per estens., procedimento in c. di consiglio, tipo di procedimento (così detto perché in nessuna sua fase si svolge in udienza) che riguarda in genere materia di famiglia o stato delle persone; nelle navi da guerra, c. di consiglio, sala facente parte dell’alloggio dell’ammiraglio, destinata anche a riunire gli ufficiali per un tribunale di guerra, per un consiglio di disciplina o per altre cerimonie. Nel medioevo, camera indicava inoltre il luogo dove si custodiva il denaro pubblico (per es., c. regia, il tesoro del principe in età feudale, a cui confluivano tutte le rendite provenienti dai varî cespiti), e quindi lo stesso denaro (così, corso o valuta di camera era detto il prezzo a cui le camere ricevevano il denaro dovuto all’erario, corrispondente all’attuale corso legale). Con l’uno o con l’altro di questi sign. originarî, il termine è stato o è tuttora usato per indicare: a. Collegi deliberanti in materia amministrativa, con controllo diretto sull’attività finanziaria di uno stato, e anche varî uffici finanziarî, incaricati della revisione dei conti o di risolvere controversie in materia di tributi o di prestiti pubblici; per es.. C. della Sommària, ufficio istituito nel regno di Napoli da Carlo I d’Angiò (1266-1285) per la riscossione dei tributi; C. dei conti, magistratura dello stato di Savoia e del ducato di Milano, con funzioni di controllo sui varî organi che maneggiavano pubblico denaro; C. apostolica, ufficio finanziario e amministrativo della curia romana (in origine chiamato Camera dominii papae) che curava gli interessi patrimoniali della Chiesa romana. b. Magistrature speciali; per es., C. del podestà, istituita a Venezia nel sec. 15° per giudicare sommariamente le controversie dei pastori; c. ardente, tribunale istituito in Francia da Enrico II nel 1547, con l’incarico di perseguire i colpevoli di eresia; C. stellata (ingl. Star Chamber), tribunale inglese, abolito nel 1640, che giudicava cause di natura politica. c. Istituzioni che hanno il fine di rappresentare gli interessi di particolari forme di attività economica; in partic.: c. dei mercanti, organo che a Milano, in epoca comunale, si occupava delle varie questioni attinenti al commercio e decideva le controversie in materia; c. del lavoro, associazione territoriale (provinciale o comunale) di lavoratori, che raggruppa gli iscritti ai varî sindacati professionali esplicanti la loro attività in quel territorio; c. di commercio, ente di diritto pubblico, sottoposto alla vigilanza e tutela del ministero dell’Industria e Commercio, che ha lo scopo di proteggere il commercio, l’industria e l’agricoltura in ogni provincia; c. (o stanza) di compensazione o di liquidazione: v. compensazione, n. 3 b. Carattere e funzioni particolari hanno le cosiddette c. arbitrali (v. arbitrale). d. Organi legislativi, e in partic., negli stati a sistema rappresentativo, i due rami del Parlamento; così, in Inghilterra, la C. alta o dei Lord, e la C. bassa o dei Comuni; in Italia, le due assemblee del Parlamento, chiamate congiuntamente Camere (lo scioglimento delle C., votazione a C. riunite), e disgiuntamente Senato e Camera dei deputati (ma anche, più brevemente, Camera, in espressioni come i membri della C., le riunioni della C., l’elezione della nuova C., ecc.). ◆ Dim. camerétta, camerina, camerino m. (v.), letter. camerèlla; spreg. camerùccia; accr. cameróna, e cameróne m.; pegg. cameràccia (tutti quasi esclusivam. nel sign. proprio).
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