Studio… Simmons e Simmons punta sui brand Italiani Made in Italy apre in Cina
Studio… Simmons e Simmons punta sui brand Italiani Made in Italy apre in Cina
rilevatore Ersilio Teifreto
Avvocati Legali e mercato
Gabriele Ventura, Italia Oggi pag. 17 Il made in Italy attira gli avvocati
Lusso made in Italy, la gallina dalle uova doro degli studi legali. In un momento in cui i mercati finanziari di Europa e Stati Uniti sono al collasso, e le grosse operazioni di m&a sono ridotte al lumicino, i grandi brand non conoscono crisi. E sono nel mirino dei paesi ad alta capacità di investimento: Emirati Arabi, Cina, India, Russia. Per un giro d’affari da miliardi di euro. Un esempio: a Dubai in costruzione Isla Moda, la prima isola al mondo interamente dedicata al fashion, con villette in edizione limitata, l’hotel Moda e le sue boutique, con i capi pi esclusivi ideati dai grandi stilisti del momento. Un’occasione che lo studio legale Chiomenti non si lasciato sfuggire, assistendo pochi giorni fa il fondo Dubai Infinity Holding per una capitalizzazione di 2 miliardi di euro per l’accordo siglato con lo stilista Karl Lagerfeld, che si occuperà del design di 80 ville in edizione limitata che sorgeranno proprio a Isla Moda. I grandi beni di lusso sono aciclici, spiegano Enrico Giordano e Franco Agopyan di Chiomenti, mentre una volta il settore era considerato elitario ora c una progressiva democratizzazione. E i mercati emergenti, come India e Cina, stanno puntando molto sui grandi brand italiani. La nostra scelta di potenziare la nostra presenza in Cina legata proprio al fatto che i pi grandi compratori, non solo di beni ma anche di società, sono proprio l. Simmons & Simmons sta aprendo a Pechino proprio per cavalcare londa dei grandi investimenti cinesi. Siamo gi presenti a Hong Kong e Shanghai, e nel Golfo a Dubai e Abu Dhabi, dice Marco Franzini, e stiamo riscontrando un grande interesse degli investitori di questi paesi per il lusso made in Italy. Nell’ambito internazionale i grandi player che si stanno affacciando in Italia sono i fondi sovrani: uno dei pi grandi cinese, con una capacità di investimento quasi sconfinata. Sulla Cina sta puntando anche Dla Piper, presente a Hong Kong e Shanghai. In Cina opera un gruppo composto di professionisti, spiega Claudio DAgostino, specificamente dedicato al settore del luxury good. Dalla prospettiva asiatica, e cinese in particolare, sicuramente il settore del lusso rappresenterà uno dei motori di sviluppo pi interessanti e possibilmente redditizi per gli operatori italiani. Cleary Gottlieb, tra l’altro, ha assistito Gucci in tutte le acquisizioni fatte in Italia. Le operazioni di m&a sono diventate complicate anche nel settore del lusso, dicono Pietro Fioruzzi e Giuseppe Scassellati, il problema riguarda i multipli, che stanno risentendo della crisi dei mercati finanziari. Sono pi facili le operazioni con partner strategici dove per l’investitore si presenta la possibilità di finanziare un piano di crescita di medio termine. Detto questo, sul luxury, che include la nuova frontiera del life style, stanno puntando molto paesi come India, Cina, Russia e Medio Oriente. Tra i clienti di Clifford Chance, invece, ci sono Prada, Furla, Ferretti, Burani, Damiani. Tra i possibili player attualmente interessati al lusso made in Italy, dice Paolo Sersale, sicuramente ci sono i fondi sovrani di Dubai. Sj Berwin sta guardano verso Dubai, Cina e Russia. Sicuramente il settore sta scontando la crisi, dice Alberto Morano, le grandi operazioni sul lusso sono infatti poche perchè difficile reperire finanziamenti sul mercato internazionale. La nascita di nuovi fondi, invece, non intaccata dal credit crunch. Bryan Cave segue fondi di private equity con base in Italia che hanno conoscenze specifiche del settore. Il settore fashion e luxury un mondo a s, spiegano Fulvio Pastore Alinante e Paolo Barozzi, che spesso manifesta qualità anticicliche: l’offerta di brand ad alta riconoscibilità rara e preziosa e, ben gestita, catalizza l’interesse di investitori qualificati a prescindere dalle condizioni di
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mercato prevalenti anche a livello globale. Agnoli e Bernandi sta seguendo la cessione di una quota di Moncler spa al fondo Carlyle. Mentre Pavia e Ansaldo segue, tra l’altro, diverse società (Bulgari, Gucci e Safilo) attive nella produzione e commercializzazione di prodotti di lusso in relazione alla predisposizione dei loro accordi di distribuzione/franchising e di piani di valutazione della compatibilità antitrust della rete distributiva. Baker & McKenzie ha creato una apposita pratica focalizzata sul settore luxury.
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