Stemma Araldico di Ranverso
Stemma Araldico di Ranverso
Stemma Araldico di Ranverso.
La Schatzkammer di Massimiliano I d’Austria. Nel 1502 , Imperatore Massimiliano d’Austria, in omaggio ai servigi resi dagli Antonini, concesse all’Ordine degli Antoniani il diritto di aggiungere al proprio stemma, l’Aquila bicipite.
In merito poi allo stemma di cui ha voluto così cortesemente condividere la riproduzione, esso appare araldicamente interessante poichè – ma scrivo d’impulso senza un’adeguata riflessione e senza aver effettuato alcuna verifica – propone un’emblema imperiale (soprattutto in quanto alla corona) a cui è accollato uno scudo con croce commissa (TAU). Sarebbe molto interessante indagare da cosa sia stata determinata l’attribuzione dello stemma alla comunità di Ranverso.

INTRODUZIONE del cultore Ersilio Teifreto contributore per il restauro della Statua di Sant’Antonio Abate di Ranverso, competente nel gruppo A.S.A.R Amici di Sant’Antonio Abate di Ranverso.
NELL’ANTICA CHIESA DI SANT’ANTONIO DI RANVERSO FINO A QUALCHE ANNO FA ERA VISIBILE UNO STEMMA ARALDICO CON L’AQUILA BICIPITE FORMATA DALLA CORONA E TRE TAU APPARTENENTE AI COSTRUTTORI. MASSIMO GHIRARDI E GIULIO ZAMAGNI ESPERTI DI ARALDICA CIVICA SCRIVONO A ERSILIO TEIFRETO CULTORE DELLA STORIA ANTONIANA E ALLIEVO DEL MAESTRO MONSIGNOR ITALO RUFFINO, UN GRUPPO DI STUDIOSI DI ARALDICA IN VISITA ALL’ABBAZIA DI RANVERSO RESTANO SCONCERTATI QUANDO NELLA SALETTA ACCOGLIENZA SUL MURO DELL’INGRESSO PER L’ABBAZIA NON TROVANO PIÙ LO SCUDO CHE RIPORTAVA L’ARME “MODERNA” DELL’ORDINE DEI CANONICI REGOLARI DI SANT’ANTONIO DI VIENNE FONDATORI DELLA NOSTRA ABBAZIA.
POSTED ON 26 DICEMBRE 2012
News ToriNovoli
Araldica Civica 3/11/2013 Sala Baganza Parma e Reggio Emilia
Massimo Ghirardi scrive in risposta ad alcune domande rivolte dal cultore della storia Antoniana e devotissimo origine della devozione per Sant’Antonio Abate del fuoco in Italia.
Buongiorno Sig Teifreto,
credo che “Giulio Zamagni “esperto di Araldica degli Ordini Ecclesiastici(che mi legge in copia) saprà essere più esaustivo
di questa mia anticipazione.
Facendo riferimento al suo fondamentale
libro “Il valore del simbolo) Ed. Ponte Vecchio,2003 oltre che da alcuni appunti presi dopo la visita all’Abbazia di Ranverso alcuni anni fa, vi posso dire che si tratta dell’Arme “Moderna dell’ordine dei Canonici Regolari di Sant’Antonio di Vienne
(Ordo Canonicorum Sanct Antonii,
fondatori della vostra Abbazia , oggi dell’Ordine dei Santissimi Maurizio e Lazzaro) la cui arme antica era di “nero alla croce commissa d’azzurro”.
Nel 1502 l’Imperatore Massimiliano i d’Asburgo concesse all’Ordine uno stemma differente , nella forma che avete documentato in loco:
d’oro all’aquila imperiale bicipite di nero, beccata, armata
e nimbata di rosso, caricata dallo scudetto d’oro alla croce commissa d’azzurro, timbrato dalla colonna regale d’oro
con stima Massimo Ghirardi.
Guilio Zamagli scrive e aggiunge:
Confermo pienamente ciò che ha scritto Massimo Ghirardi.
Da notare l’aggiunta di elementi esterni allo scudo , quali le due piccole croci TAU e l’aquila imperiale coronata a sottolineare la concessione imperiale.
Cordiali saluti
Giulio Zamagli

Al curatore va lasciato il compito naturale dell’introduzione storica e tecnica del presente lavoro nelle pagine che seguono, sugli stemmi Antoniani relativi all’anno 1502.
Facendo riferimento al suo fondamentale libro
*”IL VALORE DEL SIMBOLO” *Ed. Ponte Vecchio, 2003 così espone la presenza dello stemma Araldico sui muri di Sant’Antonio di Ranverso, oltre che ad alcuni
appunti presi dopo la visita all’Abbazia di Ranverso alcuni anni fa, vi
posso dire che si tratta dell’arme “moderna” dell’Ordine dei Canonici
Regolari di Sant’Antonio di Vienne (Ordo Canonicorum Sanct Antonii,
fondatori della vostra Abbazia, oggi dell’Ordine dei Santissimi Maurizio e
Lazzaro) la cui arme antica era “di nero alla croce commissa d’azzurro”
Nel 1502 l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo concesse all’Ordine uno
stemma differente, nella forma che avete documentato in loco: d’oro
all’aquila imperiale bicipite di nero, beccata, armata e nimbata di
rosso, caricata dello scudetto d’oro alla croce commissa d’azzurro,
timbrato dalla corona regale d’oro. Un ennesimo stemmario, tra le tantissime pubblicazioni araldiche che ovunque, non solo in Italia, continuano a venirci propinate? Così potrebbe interrogarsi a prima vista un disincantato bibliofilo o studioso dei giorni nostri, in crisi di rigetto tra tanto materiale a stampa che quasi ci sommerge da qualche tempo, per una materia evidentemente “di moda”… Ma questa che Giulio Zamagni, affermato esperto di araldica e genealogia e storia degli Antoniani di Ranverso, ha curato con passione specie per la blasonatura nel documento originale.
Ricerca Araldica di Ersilio Teifreto Cultore della Storia Antoniana e Devotissimo sull’origine della devozione per Sant’Antonio Abate del fuoco in Italia. Blason de Saint Antoine L’abbaye e Stemma di Sant’Antonio Abate di Ranverso.
Le blason antonin est constitué d’un fond couleur « or », au centre duquel trône un écu marqué du Tau bleu azur. Cet écu
est encadré de part et d’autre par l’aigle bicéphale (droit donné à l’ordre par l’empereur Maximilien d’Autriche en 1502).
Le tau est la dernière lettre de l’alphabet hébreu, la XIXe
lettre de l’alphabet grec. C’est tout d’abord, la réprésentation
de la croix du Christ, ainsi que le bâton sur lequel s’appuyait saint Antoine, c’est également un signe hospitalier (béquille
des malades), et enfin, le signe de la connaissance (les Antonins étaient des érudits
TRADUZIONE
Lo stemma antonino di Saint Antoine L’Abbaye è costituito da uno sfondo “dorato”, al centro del quale si trova uno scudo contrassegnato con il Tau azzurro blu. Questo ecu
è incorniciato su entrambi i lati dall’aquila bicipite (diritto dato all’ordine dall’imperatore Massimiliano d’Austria nel 1502).
Tau è l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico, la diciannovesima
lettera dell’alfabeto greco. Prima di tutto, è la rappresentazione
della croce di Cristo, oltre che del bastone su cui si appoggiava Sant’Antonio, è anche un segno ospitale (stampella
dei malati), e infine, il segno della conoscenza (gli Antonini erano studiosi)
- Articolo
Questa pubblicazione rappresenta quindi un ulteriore importante tassello all’attuale corpus di conoscenze sulla storia ospedaliera Antoniana locale divulgare con passione a tutti coloro che intendono approfondire la conoscenza della nostra storia e delle nostre tradizioni.
Quello dll’Armoiries del Borgo speciale di Ranverso completata della sua
blasonatura e riprodotta fedelmente
dall’originale grazie alle moderne tecnologie informatiche. Un lavoro inedito che sebbene incompleto,
potrà senza dubbio rendere un piccolo aiuto ai ricercatori e studiosi di Araldica.
Un’altra Introduzione dell’Esperto Christian Mauriel Presidente dell’Associane Francese A.F.A.A (Les Amis Des Antonins) della Casa Madre nell’Isere della Francia da allora usano come logo lo stemma con aquila a due teste con Tau e Corona concesso all’Ordine degli Antoniani da Massimiliano d’Austria.
Scrive Mauriel: Nel 1502, l’imperatore Massimiliano d’Austria, in omaggio ai servigi resi dagli Antonini, concesse all’Ordine il diritto di aggiungere al proprio stemma, l’aquila bicipite che adorna quelli dell’Impero austriaco. Traduzione -Se ho capito bene, vuoi la spiegazione dello stemma dell’Ordine degli Antonini? “Lo stemma degli Antonini è d’oro in azzurro Tau, lo scudo posto sul petto di un’aquila della sabbia a due teste, coronata d’ oro. La scelta del tau come emblema dell’entonina si basa su varie ipotesi :. il tau è una rappresentazione della croce di Cristo. È ultima lettera dell’alfabeto ebraico e la diciannovesima lettera dell’alfabeto greco. Porta in se il segno della conoscenza (gli Antonini erano, per la maggior parte, studiosi) .. È anche il bastone a forma di croce a tre rami su cui si appoggiò Sant’Antonio .. Infine è a cartello ospedaliero (stampella per pellegrini malati) Nel 1502 , Imperatore Massimiliano d’Austria, in omaggio ai servigi resi dagli Antonini, concesse all’Ordine il diritto di aggiungere al proprio stemma, l’Aquila bicipite che adorna quelli dell’Impero austriaco. tu “l’Ordine Ospedaliero di San t-Antoine e la sua chiesa abbaziale”. Sperando di aver risposto ai vostri desideri, Cordiali saluti.
La Schatzkammer di Massimiliano I d’Austria
Joëlle RochasMassimiliano I, rispondendo al soprannome romantico di “ultimo cavaliere”, fondò nel 1517 una Schatzkammer degna del suo brio.
Questo articolo appare nel catalogo della mostra “De soie et d’ailleurs”
presentato al Museo di Saint-Antoine l’Abbaye dal 9 luglio all’8 ottobre 2017.
Massimiliano Ipronto soccorso, Arciduca d’Austria e Sacro Romano Imperatore
Massimiliano d’Asburgo nacque a sud di Vienna, a Wiener Neustadt nel 1459, in cui in seguito fondò la sua Schatzkammer. Regnò su tutti i territori ereditati dalla Casa d’Asburgo: Austria, Tirolo e la Contea di Gorice (ora Bosnia-Erzegovina). Il suo matrimonio nel 1477 con Maria di Borgogna, unica erede di Carlo il Temerario, aggiunse alla sua corona gran parte degli stati borgognoni – i Paesi Bassi borgognoni, contea di Borgogna – ma lo portò anche in conflitto con la Francia, che mantenne l’eredità degli audaci il Ducato di Borgogna e Piccardia. Eletto imperatore nel 1493, Massimiliano regnò fino al 1519 su uno spazio imperiale delimitato dalla fine del Xe secolo e che confina con la Schelda, la Mosa, la Saona e il Rodano a ovest, il Mare del Nord e il Baltico a nord, l’Oder, i Carpazi e le Alpi a est, il Mediterraneo e l’Adriatico a sud, e comprende tutto il Nord Italia. La dinastia di Massimiliano si irradierà sull’Europa fino al 1919.
Suo figlio Filippo sposò Giovanna di Castiglia, estendendo così il dominio asburgico sulla Spagna. Suo nipote Carlo V, futuro rivale di Francesco Ipronto soccorso e nato da un matrimonio tra l’erede dell’Austria Filippo il Bello e la figlia dei Re Cattolici di Spagna, sarà a capo di un enorme impero. Sua figlia Margherita, inizialmente fidanzata con il futuro re di Francia Carlo VIII, vedrà annullato il suo matrimonio – il secondo pomo della discordia tra Massimiliano e la Francia – per poi sposare successivamente l’erede alla corona di Spagna e, di nuovo vedovo a vent’anni, Filippo di Savoia. Come possiamo vedere, la politica matrimoniale di Massimiliano è vantaggiosa per l’Austria e susciterà queste parole di Corvino, re d’Ungheria:
Gli altri vanno in guerra dove tu, Austria felice, fai un matrimonio. Venere ti dà i regni che altri strappano da Marte[1].
Vedovo a sua volta, Massimiliano sposò la duchessa Anna di Bretagna nel 1490, ma il re di Francia Carlo VIII, temendo di essere catturato in una tenaglia ad est e ad ovest dagli Asburgo invase la Bretagna e fece annullare il matrimonio. Massimiliano non cesserà quindi di manifestarsi sulle terre del Re di Francia, distribuendo ad alcune donazioni, manifestando ad altri i suoi favori, lasciando così che la sua mano aleggi sul Regno di Francia.
Massimiliano d’Austria e l’aquila bicipite dello stemma dell’Ordine di Sant’Antonio nel Delfinato
Massimiliano diede nel 1502 all’Ordine Ospedaliero di Sant’Antonio, il cui capo dell’ordine abbaziale si trova in Francia, nei viennesi vicino a Lione, il diritto di aggiungere al Tau del suo stemma l’aquila bicipite del vessillo del Sacro Romano Impero[2]. L’Ordine Ospedaliero di Sant’Antonio le cui case e precettori si irradiano in Europa dall’Abbazia di Sant’Antonio a Viennois è un ordine particolarmente presente nei paesi germanici: Issenheim in Alsazia, Memmingen in Baviera, Innsbruck in Tirolo. Fu dalla sua città di Innsbruck che Massimiliano concesse questo diritto all’Ordine il 3 gennaio 1502:
Vogliamo onorare l’ordine di Sant’Antonio nella sua interezza con gli emblemi e lo stemma della nobiltà, affinché, tra tutti gli altri ordini istituiti dal Sacro Romano Impero e non solo, possa essere riconosciuto dalla memoria di questo marchio d’onore… e che tutti capiscono che questa distinzione gli è stata assegnata da noi stessi. Vogliamo quindi, e per decreto imperiale, nella pienezza del nostro potere, governare e provvedere affinché, d’ora in poi, questo ordine possa portare ed esporre, senza contraddizione e impedimento di nessuno, i seguenti emblemi e stemmi:
Uno scudo d’oro con un’aquila nera, con le ali sbucciate, recante sul collo una corona d’oro a forma di collana, da cui pende uno scudo anch’lui d’oro, posto sul petto dell’aquila caricato con la lettera T di azzurro. [3]
Antifonario di Saint-Antoine-l’Abbaye (Isère),
XVII secolo Fonte: collezione iconografica del Museo di Saint-Antoine-l’Abbaye e con l’autorizzazione del Sindaco di Saint-Antoine-l’abbaye che ringraziamo.
La concessione dell’imperatore era giustificata dalla sua gratitudine all’Ordine per le cure fornite dagli Ospitalieri di Sant’Antonio ai malati affetti dal “Fuoco di Sant’Antonio”, detto anche “Mal des Ardents”, un flagello endemico dovuto alla segale cornuta. Ma possiamo anche vedere nell’aquila bicipite degli Asburgo sullo stemma dell’Ordine il marchio dell’imperatore sulle terre del Re di Francia…
Altare maggiore di Saint-Antoine-l’Abbaye (Isère), seconda
metà del XVII secolo Fonte: collezione iconografica del Museo di Saint-Antoine-l’Abbaye e con l’autorizzazione del Sindaco di Saint-Antoine-l’abbaye che ringraziamo.
Questa aquila è ancora visibile presso l’abbazia di Saint-Antoine nel Delfinato sull’altare maggiore e sul frontespolo del Noviziato, la sopravvivenza finale in Francia di Massimiliano d’Asburgo la cui famiglia regnò sull’Austria fino al 1919 e la cui aquila bicipite rimarrà l’emblema dell’Austria fino al 1938.
Massimiliano, l’ultimo cavaliere
Massimiliano ha una personalità romantica che gli è valsa il soprannome di “l’ultimo cavaliere”. Il suo temperamento è allo stesso tempo prodigo, mistico e cavalleresco. Ama St. George e i tornei. Incarna l’ideale del cavaliere, come inteso dalla tradizione cavalleresca borgognona. Ma Massimiliano è anche un uomo del Rinascimento. Viene chiamato “il primo artigliere” perché è il primo ad utilizzare tecniche moderne nell’arte della guerra come l’artiglieria e ad applicarle anche alla fanteria. A metà strada tra il Medioevo e il Rinascimento, ha una concezione moderna e pionieristica dell’arte di amministrare i suoi territori. Si preparò per tutta la vita a diventare imperatore.
Massimiliano fu anche studioso e mecenate: fu il protettore del pittore Albrecht Dürer (1471-1528) e di umanisti come Ulrich von Hutten (1488-1523). Egli stesso è autore di poesie e coautore di libri[4]. Nel suo lavoro, si mette in scena e racconta le fasi principali della sua vita di imperatore. Aumentò notevolmente le collezioni contenute nella biblioteca di suo padre, l’imperatore Federico III: il numero di opere contenute in questa biblioteca iniziale è stimato in 150 e il numero di manoscritti e stampe di cui lo ha aumentato. Dal suo matrimonio con Maria di Borgogna ereditò anche una ricca biblioteca le cui opere di autori classici lo avrebbero fortemente influenzato[5].
Ama l’arte e la letteratura[6]. Era interessato alla scienza (in seguito storia naturale, ma anche alle scienze occulte), alla scoperta del Nuovo Mondo e, per ovvie ragioni di strategia, alle mappe. La maggior parte della sua biblioteca era a Innsbruck, l’altra parte era a Wiener Neustadt.
Il suo biografo in Austria, il professor Hermann Wiesflecker, diede dettagli sugli interessi di Massimiliano: all’imperatore piacevano i riferimenti all’antichità, le pietre preziose, le monete, le scoperte scientifiche, i geroglifici[7].
L’imperatore capì che poteva usare le arti per scopi politici e la Porta Trionfale e le tavole ad acquerello che aveva disegnato nei laboratori di Dürer per la sua Processione Trionfale servirono come propaganda. Sullo schizzo di una porta che non sarà mai completamente scolpita, lo vediamo, come Cesare, sfilare su un carro[8].
La Schatzkammer o Camera del Tesoro di Massimiliano Ipronto soccorso
Tra le primissime camere d’arte in Europa ci sono quelle del re di Francia Carlo V (1337-1380) e del duca di Berry (1340-1416), quelle dei Medici in Italia dal 1389 al 1570 e Isabella d’Este (1474-1539), quelle dei principi tedeschi a nord delle Alpi o dei primi Asburgo – Rodolfo IV il Fondatore (1339-1365) che fondò anche l’Università di Vienna in Austria, o imperatore Federico III (1452-1486), padre di Massimiliano. Datata intorno al 1517-1518, la Camera del Tesoro di Massimiliano li segue[9].
Si trovava a Wiener Neuestadt a sud di Vienna, dove nacque Massimiliano. Fu anche chiamato Schatzgewölbe dell’imperatore, che significa “la volta del tesoro”, in tedesco Gewölbe che significa “volta”. Aveva quindi la stessa forma dell’originale camera delle meraviglie dei principi di Dresda in Sassonia.
Una xilografia ad acquerello di Albrecht Altdorfer, datata 1517-1518 e che illustra le diverse scene della vita dell’imperatore, mostra questa volta dove Massimiliano espose i suoi tesori. Riconosciamo statue, esemplari di oreficeria, vasi, piatti, oggetti religiosi, un rivestimento d’altare, libri e scrigni preziosi aperti su un contenuto che non vediamo ma che indoviniamo: monete e pietre preziose[10].
L’imperatore morì nel 1519. Non è sepolto a Innsbruck, dove fece costruire il suo mausoleo, ma nella sua città natale di Wiener Neustadt a sud di Vienna. Riposa nella cappella di San Giorgio del suo eremo.
NOTE
[1] Bella gerant alii, tu felix Austria, nube
Nam quae Mars aliis dat tibi regna Venus.
Testo originale citato in: M. PERONNET, Il XVIe secolo: 1493-1620, Parigi, Hachette Supérieur, 2013 (Storia).
[2] Chiamata “Abbazia di Saint-Antoine en Viennois” nel Medioevo, l’abbazia prenderà il nome di “Abbazia di Saint-Antoine en Dauphiné” nel corso della storia.
[3] “Massimiliano […] totum sancti Antonii ordinem nobilitatis insignibus et armis decorare voluimus, quibus inter caeteros christianae religionis ordines per sacrum Romanum imperium et ubique locorum constitutos jugis memoria passim dignosceretur … et quilibet intelligeret a nobis fuisse ea praerogativa decoratum. Volumus igitur et hoc imperiali nostro decreto, de caesarea nostrae potestatis plenitudine, praesentium tenore statuimus et decernimus ut posthac ordo ipse infrascripta insignia et arma, videlicet. […]. Texte original, in A. MISCHLEWSKI, Un ordre hospitalier au Moyen-Age : les chanoines regular de Saint-Antoine-en-Viennois, PUG, 1995, p. 175-176 (La Pierre et l’Ecrit).
[4] Tra le sue opere, possiamo menzionare i seguenti titoli: Freydal, Theuerdank o Weisskunig. In H. NOFLATSCHER, Massimiliano 1. (1486/93-1519), Osfildern, J. Thorbecke, 2003, pp. 351-360.
[5] Österreichische Nationalbibliothek [Biblioteca nazionale austriaca], avviso “1500 – Kaiser Maximilian I.”.
[6] M. MUTSCHLECHNER, “Maximilian 1., der letzte Ritter”, in Die Welt der Habsburger, sito austriaco dedicato alla Casa d’Asburgo, (http://www.habsburger.netonline, pagine consultate il 31 agosto 2015).
[7] H. WIESFLECKER, “Maximilian, der Kunstfreund und Künstler, Hofkultur und Kulturpolitik”, in Maximilian 1., Vienna [Austria], Colonia, Weimar, Böhlau, 1986, 5° capitolo.
[8] Lo schizzo è del pittore tedesco Albrecht Altdorfer (1488-1538). In D.-R. MOSER, «Die Ehrenpforte für Kaiser Maximilian I.», Triumphbögen und Ehrenpforten : eine Skizze, in FS J.A. Schmoll genannt Eisenwerth (2005).
[9] “Die frühesten Kunstkammern”, online sul sito austriaco Kunstkammer.at (pagina consultata il 31 agosto 2015).
[10] G. BESSLER, “Vormoderne städtische Sammlungen: Erinnerung und Identifikation”, in Stadt in der Geschichte, Osfildern, J. Thorbecke, p. 308 (online, pagina consultata il 28 agosto 2015).
Fatte nella stessa epoca e
dallo stesso artista sono pure
le figure di santi e le scene
della vita di S. Biagio esistenti
· ulle pareti e sulla volta della
cappella in testa alla navata sud.
Contro il fianco a mezzogiorno della chiesa è rimasto
conservato, e fu restaurato ultimamente dalla Soprintendenza
dei Monumenti, uno dei lati del
chiostro costrutto da Giovanni
Montchenu, come lo dimostra
lo stemma nella chiave di volta
della scala di comunicazione al piano superiore del chiostro
stesso, stemma che si vede riprodotto in tutte le costruzioni
fatte da quell’insigne abate e che è di rosso alla banda scanalata d’argento, caricata in capo di un’aquila (l’azzurro (questa
posta in banda), ed accompagnata da due tau d’azzurro.
Questo stemma figura pure nell’affresco di autore ignoto
dipinto su una parete dell’orato~io riservato di quell’insigne
abate, dove egli è ritrattato inginocchiato ed in adorazione
del Cristo in croce fra la Madonna, San Michele, San Giovanni e San Sebastiano.
Lo stesso Montchenu fece eseguire la graziosa facciata della
porta d’ingresso al recinto che sta dinnanzi all’ospedaletto
per la cura degli ammalati del fuoco sacro e che è situato a
breve distanza dal monastero e dalla chiesa.
Fonte Ranverso Storica Come Eravamo Ersilio Teifreto