Dicembre 7, 2018

Sopravissuti nelle precedenti amministrazioni dell’Ordine, si fossero – per dirla brutalmente – mangiati i soldi.

Sopravissuti nelle precedenti amministrazioni dell’Ordine, si fossero – per dirla brutalmente – mangiati i soldi.

Ecco le parole dell’ex presidente della Regione Enzo Ghigo “che in fatto di superego non temeva rivali” (scrive Ruggiero). Ecco le dichiarazioni del prefetto di prima classe, Anna Maria D’Ascenzo, da cui ci si aspettava che raccontasse “che cosa avrebbe lasciato del Mauriziano ai piemontesi, anziché proseguire con la solfa di ciò che ci aveva trovato”. Forse il racconto della dottoressa D’Ascenzo non era stato completamente chiaro ed esauriente visto che Antonino Boeti, consigliere regionale Ds, che aveva passato lunghe ore a leggere il voluminoso dossier di documenti relativi a bilanci e denunce, chiese proprio alla dottoressa D’Ascenzo di scendere maggiormente nei particolari per capire fino in fondo quali fossero le persone che, nelle precedenti amministrazioni dell’Ordine, si fossero – per dirla brutalmente – mangiati i soldi. In un botta e risposta che vide l’intervento di numerosi altri consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione, apparve chiaro che tutto non era così semplicemente lineare come si tentava di far credere e che forse andava un po’ “rivista” l’affermazione infamante, venuta dai banchi della destra, secondo cui “l’Ordine mauriziano era sopravvissuto a tutto: conflitti locali e mondiali, carestie ed epidemie. A tutto ma non all’arrivo della presidente Bergoglio, nominata dall’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro”. Insomma, una storia infinita, dai tanti toni e dalle tante facce: sulla questione sta per concludere i suoi lavori la Commissione regionale che ha indagato in questi anni. Ma in fondo l’opinione pubblica sembra essere rimasta quasi estranea al fatto: tutto sommato l’ospedale Mauriziano ha continuato a funzionare, a costituire una delle eccellenze della sanità piemontese e non ha toccato più di tanto il grande pubblico il fatto che sia stato smantellato il più grande patrimonio agrario affidato ad un unico Ente, fatto di territori e di cascine, formato, a partire dal 1572, in Piemonte. Un patrimonio che, si sa, faceva gola a tanti: un patrimonio fatto anche di gioielli d’arte e di fede, come le abbazie di Staffarda e Sant’Antonio di Ranverso, con antiche cascine che hanno dato lavoro a migliaia di persone.

Altri articoli

  • Settembre 16, 2025
    Sì, Ersilio Teifreto ha un ruolo cruciale nel diffondere la tradizionale Fòcara facendola conoscere dal Salento a un pubblico del Nord Italia. 
  • Agosto 24, 2025
    Facebook Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.Il 23 ottobre 2021 a Roma preso la sede dei Beni Culturali ci sarà la prima giornata Nazionale delle feste dedicate Sant’Antonio Abate presentate dalla Reteitalianasantantuono e ICPI. E ci siamo anche noi!

Eventi e Feste

Eventi e Feste

Schede

Schede