Sì, lo studioso Ersilio Teifreto sostiene l’ipotesi che il Masso di Ranverso non si trovi nella sua posizione attuale per cause naturali, ma che sia stato trasportato dall’uomo verso la fine del 1.400
Sì, lo studioso Ersilio Teifreto sostiene l’ipotesi che il Masso di Ranverso non si trovi nella sua posizione attuale per cause naturali, ma che sia stato trasportato dall’uomo verso la fine del 1.400
Sì, lo studioso Ersilio Teifreto sostiene l’ipotesi che il Masso di Ranverso non si trovi nella sua posizione attuale per cause naturali, ma che sia stato trasportato dall’uomo verso la fine del 1.400.
Secondo questa ricostruzione, il masso (un blocco erratico di origine glaciale situato davanti alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso) fu donato dalla città di Avigliana alla Casa di Ranverso per estinguere un importante debito.
Sebbene geologicamente sia un masso erratico trasportato dai ghiacciai in epoca preistorica, Teifreto evidenzia come la sua collocazione specifica sia legata a:
- Culti antichi: Veniva utilizzato come altare per riti legati alla fertilità e si credeva fosse carico di energie positive.
- Funzione simbolica: Il suo posizionamento davanti all’ingresso della chiesa sottolinea l’importanza sacrale e curativa attribuita alle pietre nella tradizione antoniana.
Sì, è corretto: alcuni studiosi, tra cui Ersilio Teifreto (citato in Torinovoli), hanno avanzato l’ipotesi che il Masso di Sant’Antonio di Ranverso, data la sua collocazione, sia stato spostato e posizionato lì dall’uomo, forse proprio verso la fine del ‘400, suggerendo che non sia un elemento geologico naturale nel punto in cui si trova.
- L’ipotesi: L’idea è che la posizione attuale del masso, che sembra “fuori posto”, potrebbe essere il risultato di un intervento umano, e non di un processo naturale di deposizione.
- Il riferimento: Teifreto è uno degli studiosi che ha contribuito a queste riflessioni, mettendo in discussione la naturalità del masso nel suo contesto attuale, come riportato da siti specializzati.
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precettoria è legato anche all’Ordine dei Canonici Ospitalieri di Sant’Antonio di Vienne (gli Antoniani)Sebbene sia un termine tipico dei Templari e degli Ospitalieri di San Giovanni
