Sì, la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso era una casa dell’elemosina, un ospedale medievale gestito dall’Ordine degli Antoniani per curare gli infermi
Sì, la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso era una casa dell’elemosina, un ospedale medievale gestito dall’Ordine degli Antoniani per curare gli infermi
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Sì, la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso era una casa dell’elemosina, un ospedale medievale gestito dall’Ordine degli Antoniani per curare gli infermi, in particolare quelli colpiti dal fuoco di Sant’Antonio (ignis sacer). Il complesso, situato a Buttigliera Alta in Val di Susa, comprendeva una chiesa, un convento, e appunto, l’ospedale.
Ecco alcuni dettagli aggiuntivi:
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L’ospedale della Precettoria era destinato a fornire cure e assistenza ai malati, in particolare a coloro che soffrivano del fuoco di Sant’Antonio, una malattia cutanea causata da una tossina presente nel pane di segale contaminato da un fungo.
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Influenza francese:Il complesso, con il suo stile gotico, mostra l’influenza francese, con interventi architettonici che spaziano dalla fine del XII al XV secolo.
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Componenti del complesso:Oltre alla chiesa e all’ospedale, il complesso includeva un convento e diverse cascine, che fungevano da fattorie per il sostentamento della comunità.
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Ciclo di affreschi:La chiesa ospita un importante ciclo di affreschi del Quattrocento di Giacomo Jaquerio, e l’altare è impreziosito da un polittico di Defendente Ferrari.
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Soppressione:L’Ordine degli Antoniani fu soppresso nel 1776 e i beni di Ranverso passarono all‘Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Altri articoli
Le fonti consultate di Italo Ruffino con relative foto menzionano che sia stato costruito un battistero in concomitanza con l’ottenimento del cimitero o per iniziativa di Falco Mathion
Ranverso (o più precisamente il complesso di Sant’Antonio di Ranverso) fu beneficata dal conte Umberto III di Savoia intorno al 1098
