Gennaio 16, 2025

Sant’Antonio di Ranverso I Cimiteri prima della riforma di Napoleone

Sant’Antonio di Ranverso I Cimiteri prima della riforma di Napoleone

 

 

L’Editto di Saint-Cloud emanato da Napoleone Bonaparte

Prima della pubblicazione dell’editto di Saint-Cloud, voluto da  Napoleone Bonaparte nel 1804, esteso all’Italia nel 1806,  si era soliti seppellire i defunti, specie quelli  di ceto elevato e  quelli religiosi, all’ interno delle Chiese o nelle immediate vicinanze, quasi a voler impetrare la protezione divina sui morti.

La motivazione di tale decisione era duplice: in primo luogo era dettata da motivi igienico e sanitari e di salute pubblica, in quanto il continuo seppellimento dei defunti nelle chiese, spesso in tombe non ben tenute, come vedremo nella successiva documentazione,  procurava dei problemi di olezzo, di effluvi contagiosi e possibilità di contrarre malattie. In secondo luogo era dettata da una finalità ideologico-politica, quella del rispetto di quell’ uguaglianza dei cittadini, obiettivo conseguito a seguito della Rivoluzione francese.Quasi tutte le Chiese disponevano al loro interno di numerosi altari gentilizi o piccole cappelle, nelle quali erano sepolti i componenti di quella famiglia.

Napoleone, dunque, dispose il divieto di seppellire i defunti non solo all’ interno delle Chiese, templi, sinagoghe, ospedali, cappelle pubbliche o luoghi chiusi dove i cittadini si riunivano per la celebrazione dei loro culti, ma anche all’ interno delle città. I cimiteri dovevano essere costruiti almeno alla distanza  di 35-40 metri dalle città, su terreni espressamente consacrati per l’inumazione dei morti. Dovevano essere costruiti in posizione elevata, esposti a nord in luoghi soleggiati ed arieggiati per garantirne la ventilazione da eventuali cattivi odori ed  essere cinti  da mura di almeno due metri di altezza

La conversione al Cristianesimo e le sepolture urbane
I Longobardi non furono da sempre una popolazione cristiana; in origine infatti praticavano il paganesimo e veneravano divinità femminili legate alla fertilità e alla terra.
In seguito al contatto con altre popolazioni germaniche adottarono il culto di divinità maschili di ispirazione guerriera.
Con il trasferimento in Italia e il contatto con la civiltà romana i Longobardi si convertirono progressivamente al cattolicesimo fra il VI e il VII secolo.

La fede nella resurrezione cristiana comportò quindi la scelta di seppellire i morti invece che cremarli, dal momento che il credente in Cristo sarebbe risorto con il proprio corpo. Tuttavia cimitero di Sant’Anastasio non testimonia soltanto la conversione dei Longobardi, ma anche di un fenomeno che si sviluppa nel corso del Medioevo e che vede lo spostamento dei cimiteri all’interno della città.
In precedenza erano infatti proibite dalle leggi romane le sepolture dei defunti entro le mura cittadine; le aree cimiteriali sorgevano immediatamente al di fuori del centro urbano, lungo i lati delle strade che conducevano alle porte urbiche.


Le dimore dei morti erano dunque tenute rigorosamente separate da quelle dei vivi, anche in funzione della tutela dell’igiene pubblica. L’adozione di questa nuova pratica segna quindi una radicale trasformazione che avrà profonde ripercussioni sulla concezione in età medievale della morte e sulla sempre maggiore familiarità con essa, associata tra l’altro al culto dei martiri, come nel caso astigiano, e delle loro tombe. Inoltre verrà meno la salubrità stessa degli agglomerati urbani, per secoli tutelata dalle leggi romane.

Falco Mathion nel 1.240 ottenne per Ranverso ampliamenti della primitiva Chiesa, un cimitero, costruirono il battistero ,refettorio dormitorio, sala del Capitolo, Chiostro.


Fonte Italo Ruffino. Dall’atrio d’ingresso Pronao  della Chiesa di Sant’Antonio di Ranverso (il portale è sulla destra), guardando veso l’esterno a nord, s’intravede il cancello e il masso erratico sormontato da una stele ottagonale e una croce di marmo bianco che segnalava la via Romea detta poi via Francigena- la presenza dell’ospedale. oltre il masso era l’ingresso dell’antico Cimitero, racchiuso tra due  muriccioli divergenti che si estendevano fino al fabbricato dell’ospedale di cui resta solo la facciata mutilata di un pinnacolo. La presenza di un Cimitero nella Precettoria è unico in Italia  fa capire quanto era abitato questo borgo speciale in quegli anni. Il Cimitero rimase in funzione fino al 1803 e fu smantellato nel 1846 per dare luogo al tracciato degli olmi e platani destinato a unire il borgo verso la Dora , alla nuova arteria stradale Torino-Susa.

Modifica | Live Builder | Gutenbe

Altri articoli

  • Gennaio 20, 2025
    La benedission des animal a Sant’Antòni Abà du Ranvers e l’amore per loro , ma tuttavia non deve superare quello per gli esseri umani,
  • Gennaio 19, 2025
    Sotto il castello la prima festa di Sant’Antonio Abate  patrono degli agricoltori

Eventi e Feste

Eventi e Feste

Schede

Schede