Aprile 21, 2025

Sant’Antonio Abate Rimasto orfano, inizia una vita eremitica nel deserto. Nel 305 fonda a Fayum una piccola comunità e poco dopo ne fonda un’altra a Pispir. • Nel 312 si stabilisce in una grotta sul Monte Colzum, vicino al Mar Rosso:

Sant’Antonio Abate Rimasto orfano, inizia una vita eremitica nel deserto. Nel 305 fonda a Fayum una piccola comunità e poco dopo ne fonda un’altra a Pispir. • Nel 312 si stabilisce in una grotta sul Monte Colzum, vicino al Mar Rosso:

Sant’Antonio abate: ecco dove ha vissuto per più di ottant’anni

sant'antonio

Sant’Antonio, Abate, Coma (Egitto) 251 ca. – Monte di Colzum (Egitto), 356 ca. Le notizie sulla sua vita sono descritte dal suo amico sant’Atanasio, che Antonio aiuta nella lotta contro gli ariani, verso i quali rivolge anche discorsi infuocati. Nasce in una famiglia cristiana di ricchi proprietari terrieri. Trascorre tutta la sua vita in Egitto.

Avvenimenti

• Rimasto orfano, inizia una vita eremitica nel deserto. Nel 305 fonda a Fayum una piccola comunità e poco dopo ne fonda un’altra a Pispir.

• Nel 312 si stabilisce in una grotta sul Monte Colzum, vicino al Mar Rosso: vi rimane fino alla morte. Vive nel deserto per più di ottant’anni.

• La fama della sua santità si diffonde a tal punto che da ogni parte dell’Oriente monaci, pellegrini e malati accorrono da lui per avere consigli e conforto. Antonio accoglie tutti con grande disponibilità.

• Verso la fine della vita si reca ad Alessandria su invito del patriarca Atanasio, per sostenere con la parola la lotta contro l’arianesimo.

• E’ in costante rapporto epistolare con l’imperatore Costantino.

• Enorme la sua influenza spirituale sia in vita sia dopo la morte. Anche sant’Agostino nelle sue Confessioni ammette di essere stato influenzato dal suo insegnamento.

• A Vienne, in Francia, viene eretto un santuario in suo onore: durante la cerimonia d’inaugurazione si diffonde un’epidemia di herpes zoster; le guarigioni sono così rapide e numerose che il santuario diviene luogo di pellegrinaggi e la malattia viene chiamata “il fuoco di sant’Antonio”.

• Poco dopo la sua morte viene chiamato “il Grande”.

• Di lui rimangono centoventi detti e venti lettere che hanno raccolto e tramandato i discepoli.

Aneddoti

• È la frase di Gesù rivolta al giovane ricco: «Va’, vendi tutti i tuoi beni e danne il ricavato ai poveri; poi vieni e seguimi» che lo convince ad abbracciare una vita di radicale adesione al Vangelo. Dona ai poveri le sue considerevoli ricchezze.

• Deve combattere contro le violente tentazioni del demonio che vengono rappresentate da numerosi artisti e anche per questo motivo è uno dei santi più popolari del Medioevo. Diventa anche il protettore degli animali perché Satana si presenta a lui sotto forma di animali di razze diverse.

• Vinti i furiosi assalti del demonio, gli appare il Signore. Antonio gli dice: «Dove eri, Signore? Perché non sei venuto fin dall’inizio per far cessare le mie dure tentazioni?». Il Signore gli risponde: «Ero accanto a te, Antonio, aspettavo di vederti lottare. Poiché hai resistito, e con l’aiuto della mia grazia non sei stato vinto, sarò sempre in tuo soccorso».

• Nella sua grotta nel deserto ha modo di venire in contatto con molti animali compresi i leoni e altre bestie feroci che riesce ad ammansire.

• A lui si deve l’introduzione dell’”angelica”, la veste dei monaci.

• Oltre che patrono degli eremiti è anche patrono dei necrofori, perché servendosi dell’aiuto di un leone dà sepoltura a Paolo l’Eremita nel deserto della Tebaide.

Spiritualità

Più che lo spirito di penitenza, predilige la purezza spirituale e la grande e gioiosa fede nel Signore. Lotta contro l’eresia ariana. Grazie alla sua autorevolezza, molti eretici ritornano alla vera fede.

Morte

Muore nel deserto poco dopo essere tornato da Alessandria, a 105 anni. Prima di morire fa promettere ai suoi seguaci di non rivelare il luogo della sua sepoltura: il sito verrà scoperto quasi duecento anni dopo, nel 561. Le sue reliquie dal 1491 sono conservate nella chiesa di Saint-Julien ad Arles, in Provenza.

Iconografia

Viene spesso raffigurato in veste di monaco con il bastone a tau, il porcellino e il fuoco.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi

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