Rielaborazione al Computer verosimilmente come si presentava con 4 pinnacoli e una ghimberga in altre epoche lingresso delleX Ospital di Santantonio Abate di Ranverso
Rielaborazione al Computer verosimilmente come si presentava con 4 pinnacoli e una ghimberga in altre epoche lingresso delleX Ospital di Santantonio Abate di Ranverso
Foto storica lato SN con 2 pinnacoli attualmente si presenta con 1 pinnacolo foto a DX
Rielaborazione al Computer verosimilmente come si presentava con 4 pinnacoli e una ghimberga in altre epoche l'ingresso dell'eX Ospital di Sant'antonio Abate di Ranverso
Il Complesso Abbaziale di Sant’Antonio di Ranverso, con l’annesso quattrocentesco Ospedale della precettoria, è un tipico esempio dell’influsso gotico francese. Frutto di interventi architettonici che si susseguono spaziando dalla fine del XII al XV secolo, il complesso della Precettoria è costituito principalmente dalla Chiesa, la cui abside slanciata conferma un’adesione al gotico d’oltralpe, con annessa Sagrestia e Chiostro.
L'Abbazia è situata a cavallo dei comuni di Rosta e Buttigliera Alta a pochi chilometri da Torino.
Come arrivare: sulla strada statale del Moncenisio lungo il tratto tra Rivoli ed Avigliana da Torino, oltre Rivoli, al Km 19.5 della statale del Moncenisio in direzione di Avigliana.
La strada romana delle Gallie attraversava la Dora a Ferriera di Avigliana e si sviluppava lungo la riva sinistra, cioè sull'indiritto del versante, che nella stagione invernale era meglio esposto al sole.
Nell'Alto Medioevo fu spesso travolta dalle esondazioni del fiume e successivamente non fu più ripristinata.
II tratto della Via Francisca o Francigena compreso tra Rivoli e Avigliana si è eccezionalmente conservato quasi per intero ed è un prezioso documento di archeologia del paesaggio medievale.
Su di esso è situata l'Abbazia tardogotica di Sant'Antonio Abate di Ranverso, sul versante «inverso» appunto, con affreschi di Giacomo Jaquerio (sec. xv) e un polittico di Defendente Ferrari (1531).
Sulla strada statale Torino-Susa, nel tratto compreso tra Rivoli ed Avigliana, infatti, si apre a sinistra un viale di platani.
Porta al concentrico della Precettoria di Sant'Antonio Abate di Ranverso, uno dei più significativi monumenti d'arte medioevale del Piemonte, comprendente la Chiesa, il Monastero e l'Ospedaletto. Avvistare la torre campanaria o udire il suono della sua campana, significò nei secoli difficili del medioevo, rassicurare i pellegrini che percorrevano la Via Francigena. La stessa campana diede conforto ai sofferenti di una delle dolorosissima malattia, l'ergotismo (il "fuoco di Sant'Antonio") che i religiosi curavano nell'ospedaletto sorto accanto alla Chiesa.
La Precettoria, con l'aiuto di Umberto III di Savoia, venne fondata dai religiosi ospedalieri di Sant'Antonio eremita, provenienti dal Delfinato in Francia. Questi conventuali, in parte laici, vestivano un saio nero sul quale era cucita in panno azzurro una croce a forma di stampella, il TAU, segno mistico e taumaturgico.
Fu un conte di Savoia, Umberto III che la Chiesa avrebbe più tardi beatificato, a fondare nel 1188 l'Abbazia di Ranverso, dedicata a Sant' Antonio Abate . Umberto, che secondo la tradizione aveva scelto il luogo di Ranverso o Inverso perché vicino ad Avigliana – dove era nato – vi chiamò i monaci Antoniani di Francia, che si dedicavano alla cura delle malattie che più infierivano nel Medioevo, erano cioè impegnati principalmente nell'assistenza ai lebbrosi e ai colpiti dal "fuoco sacro" o "fuoco di Sant'Antonio", vale a dire l'herpes zoster, malattia molto diffusa nel Medioevo.
di Ersilio Teifreto