Restauro Filologico a Ranverso aveva l’obbiettivo di preservare ciò che rimane dell’opera, senza ricostruire parti mancanti
Restauro Filologico a Ranverso aveva l’obbiettivo di preservare ciò che rimane dell’opera, senza ricostruire parti mancanti

Stadera Sant’Antonio di Ranverso – Torinovoli – Museo della bilancia
La richiesta di informazione rivolte a A.D.A Amici Degli Antonini riguarda il lavoro di Tesi per la Precettoria Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso
Oggetto di studio da parte della Soprintendenza e del Politecnico di Torino., alle origini era un insediamento di monaci prima Benedettini in Francia alla Motte Aux Bois, poi sopraggiunti i monaci Agostiniani che arrivarono Italia nelle campagne di Ranverso dove già nel 1.154 era presente una chiesetta primitiva con una sola navata , un convento ,l’ospedale e alcune case uso uso foresteria , oggi Ranverso si trova tra i confini dei comuni di Rosta e Buttigliera Alta nella stupenda cornice della Collina Morenica di Rivoli e Avigliana ai piedi della Valle di Susa con la vista sulla Sacra di San Michele e il Monte Musinè . Tale studio parte dalla ricerca già effettuata da Ersilio Teifreto sull’architettura monastica quattrocentesca nel periodo storico fine 1.100. con l’elaborazione del saggio di ricerca “Architettura sacra e dinamiche politiche. Monasteri e Conventi dell’Ordine dei Canonici Regolari di Vienne,rivelatosi imprescindibile per la definizione di un quadro della diffusione delle Precettorie , Ospedali e Chiese Abbaziali monastiche Antoniane sul territorio, espressione delle suddette anime politiche e di quelle religiose: quella Francese , preesistente sin dlall’origine quando furono chiamati i monaci Francesi per costruire Ranverso che ebbero un ruolo chiave nel processo di fondazione di Abbazie Precettorie Antoniane. Nel periodo successivo a quello della Casa Madre dove come responsabile stabiliva un precettotore , poi il caso e rimasto enigmatico quando nel futuro venne cancellata la figura del Precettore e il lavoro dell’Abbazia veniva affidato e gestito dall’Abate Jean De Montchenu nel 1.470 non ci sono incertezze sulle origini Antoniane messe in dubbio da fonti primarie di dubbia certezza, se non effettivamente spurie, sia nella comprensione dell’esistenza, nelle strutture attualmente conservate in elevato, di porzioni attribuibili ad un impianto di XII secolo. Rimanendo, dunque, aperte tali questioni si è deciso di proseguire ed arricchire il precedente studio, consultando in primis le fonti sul libro di Italo Ruffno edite sul tema e quanto emerso durante le ultime c ricerche Nel tentativo di individuare dei discriminanti cronologici per comprendere le successioni costruttive del manufatto facciata dell’Ospedale , si è ritenuto opportuno approfondire la ricerca, specificamente anche per la facciata della chiesa abbaziale, e sul fabbricato che ospita la Bilancia Romana Stadera utilizzando gli strumenti del metodo dell’archeologia dell’architettura quattrocentesca voluta da Jean De Montchenu quello dell’analisi stratigrafica e quello dell’analisi dei materiali e delle tecniche murarie; strumenti che presupponevano l’utilizzo di una base di rilievo quanto più accurata e corretta possibile, acquisita non realizzando ex novo nuovi pinnacoli quello di Ranverso doveva essere un Restauro Filologico un rilievo del complesso con tecnica aerofotogrammetria. Le successive fasi di studio hanno consentito di raggiungere un avanzamento delle conoscenze su materiali e tecniche costruttive del portale della chiesa e quello dell’ospedale ; predisponendo una scheda di registrazione dei dati specifica per il caso studio, sono stati schedati campioni murari che hanno portato alla realizzazione di un abaco per tipi, molti dei quali cronologicamente collocati. L’applicazione del metodo stratigrafico ai prospetti della chiesa e dell’Ospedale hanno portato alla stesura di una cronologia relativa di fasi e quindi di una assoluta che, insieme allo studio delle murature, ha portato ad effettuare considerazioni cronologiche anche sugli altri campioni individuati nel resto dell’edificio. I risultati ottenuti dall’analisi della fonte materiale sono stati correlati con quanto già emerso durante la prima fase di conoscenza nel 2008 fornendone un’interpretazione in questo studio.
Il Restauro Filologico a Ranverso aveva l’obbiettivo di preservare ciò che rimane dell’opera, senza ricostruire parti mancanti.