Ranverso nella chiesa la raffigurazione di San Biagio protettore della gola.
Ranverso nella chiesa la raffigurazione di San Biagio protettore della gola.
affresco
Ranverso, San Biagio nella chiesa di Sant’Antonio Abate. Si rinnova la devozione al rito della benedizione della gola.
Pubblicato il 31/01/2020 da Torinovoli • 0 Comments
Dopo il culto e il protettorato di Sant’Antonio Abate protettore della chiesa e patrono del borgo di Ranverso con i festeggiamenti che celebrano il 16 Gennaio con la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli. Il borgo di Ranverso ricorda un altro santo dell’Armenia, Biagio, vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia. Per sua intercessione si rinnova, come ogni anno, l’antichissimo rito della benedizione della gola.
Tra i quattordici santi ausiliatori, patrono degli otorinolaringoiatri, i fedeli si rivolgono a San Biagio, medico in vita, per la cura dei mali fisici e particolarmente per la guarigione dalle malattie della gola, tanto che tra i diversi miracoli a lui attribuiti si menziona a simbolo quello del salvataggio di un bambino col rischio di soffocamento a causa di una lisca di pesce.
Il suo martirio, avvenuto intorno al 316, è da ricollegare al rifiuto di abiurare la fede cristiana. La leggenda riporta che fu decapitato dopo essere stato a lungo torturato con pettini di ferro che gli straziarono le carni. Lo strumento del martirio fu preso a simbolo del santo e poiché simile a quelli utilizzati dai cardatori di lana e dai tessitori, questi ultimi lo vollero designare quale loro protettore. Il corpo fu sepolto nella cattedrale di Sebaste. Nel 732 una parte dei suoi resti mortali furono imbarcati per essere portati a Roma. Una tempesta bloccò il viaggio a Maratea (Potenza), dove i fedeli accolsero le reliquie; lo elessero protettore e ne conservarono parte dei resti (torace) nella basilica sul monte San Biagio (a Carosino, provincia di Taranto, è custodito un pezzo della lingua, chiuso in un’ampolla incastonata in una croce d’oro; a Ostuni si conserva un osso usualmente posto sulla gola di ogni fedele in pellegrinaggio al santuario; nella cattedrale di Ruvo di Puglia si venerano i resti del braccio esposti entro un reliquiario a forma di arto benedicente).
Nella Chiesa di Ranverso oltre al culto riservato a Sant’Antonio Abate , è nota la devozione degli abitanti di Rosta Buttigliera, Rivoli Avigliana ecc…
Il motivo dell’antica venerazione nella chiesa di Ranverso dove si può ammirare un affresco che riporta la figura San Biagio potrebbe ricollegarsi non tanto alla protezione per le comuni malattie delle prime vie aeree, quanto alla grave malattia infettiva della difterite, di cui sono accertate epidemie nel XVII secolo nella collina morenica e che procurarono non pochi lutti, specie tra i più piccoli, di solito morenti per asfissia.
Non è da escludere che il particolare culto degli abitanti che nel corso degli anni abitarono il borgo sia strettamente collegato tramite i discendenti che nell’anno 1.150 su un Ex Pilone votivo dedicato a San Biagio fecero costruire la prima cappella primitiva a forma di capanna in onore a Sant’Antonio Abate il vero cuore di tutto il concentrico della precettoria.
autore Ersilio Teifreto