Ragazzi, vi mostro la bellissima foto che mi ha inviato Ersilio, uno dei volontari di un tratto delle via Reale poi via Francigena.
Ragazzi, vi mostro la bellissima foto che mi ha inviato Ersilio, uno dei volontari di un tratto delle via Reale poi via Francigena.
Il pellegrinaggio di solito veniva affrontato a piedi, da alcuni che volevano aumentare la loro penitenza a piedi nudi addirittura, ma in alcuni casi i più benestanti si potevano permettere un cavallo o meglio un asino. Erano in alcuni casi gli infermi che viaggiavano con un carro, ma in realtà viste le asperità del terreno lungo il cammino, era facile incorrere in incidenti, come accadde all’antipapa Giovanni XXIII mentre si recava al concilio di Costanza nel 141, come Papa Callisto che dopo il concilio di Tolosa si fermò a Ranverso diretto al Vaticano Roma.
Non esistevano scarpe adatte al viaggio, nel XIII e XIV sec erano in cuoio con contrafforti in pelle, spesso senza legature, alte fino alle caviglie. Contro pioggia e fango venivano utilizzati dei pattini, che permettevano di camminare con il piede sollevato da terra.
Le soste per riparare le scarpe o cambiare le suole erano un imprevisto da mettere bene in conto nel calcolo dei tempi di viaggio. Un pellegrino poteva coprire in una giornata circa 30-40 km a piedi.
Qui Sara Scrive, passo e chiudo!
Ragazzi, vi mostro la bellissima foto che mi ha inviato Ersilio, uno dei volontari di un tratto delle via Reale poi via Francigena. Ecco uno scorcio del borgo speciale di Sant’Antonio di Ranverso (TO) foto frontale Ospedale per i pellegrini e foto facciata della Chiesa a tratti Romanica.