Febbraio 24, 2024

POLITTICO – dipinto composto da più tavole.

POLITTICO – dipinto composto da più tavole.

POLITTICO – dipinto composto da più tavole

Lo sapevi che…

Il termine polittico deriva dal latino polyptychus.

  • In epoca romana, identificava un libro formato da più tavolette di legno cerate o di avorio.
  • Nel Medioevo indicava un registro formato da più tavole o fogli nei quali venivano riportati i beni di uno stesso proprietario.
  • Nel Trecento il polittico è un dipinto composto di vari elementi uniti tra loro. Quando è a due scomparti si dice dittico, a tre trittico. Può essere ad ante mobili unite da cerniere o fisse a cui meglio si adattano le elaborate cornici. La sua struttura multipla ne ha spesso provocato lo smembramento e la dispersione

A chi si rivolgeva?

L’analfabetismo era molto diffuso e si rivolgevano ai fedeli come un grande libro aperto

  • sia la pittura su parete che si suddivideva in scene successive entro riquadri incorniciati
  • sia la pittura su tavola che occupava le nicchie allineate simmetricamente ai lati di un’immagine centrale.

Come si legge?

La sequenza delle immagini va letta da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso secondo il codice di lettura della civiltà occidentale.

Altichiero
Cappella di San Giacomo1376-1379
Padova, basilica di Sant’Antonio.
 Gentile da Fabriano
Polittico dell’incoronazione della Vergine
inizi del XV secolo
Tavola, 280 x 250 cm
Milano, Pinacoteca di Brera.
Come si realizzava?L’esecuzione di opere così complesse interessava molte botteghe e richiedeva l’impiego di materiali costosi e preziosi atti a conferire quell’aspetto sontuoso e smagliante. A lavoro concluso vi erano poi le spese di imballaggio, di spedizione e di montaggio.I legni più utilizzati nei paesi del Mediterraneo erano pino, noce, pioppo.Le tavole, prima dell’esecuzione pittorica, venivano spianate e incollate insieme, quindi si attaccava sulla superficie una garza e la si spalmava con diversi strati di gesso e colla successivamente levigati.Si usavano prevalentemente i colori a tempera. Tra i celesti si distinguevano l’azzurro oltremarino (lapislazzuli) che, importato dall’attuale Afghanistan, era impiegato per esaltare le vesti regali della Madonna e il meno costoso azzurro d’Alemagna (azzurrite).I fondi dorati richiedevano un’attenta lavorazione a pastiglia oro su gesso – embutido-.Le cornici costituivano delle opere d’arte a sé e con quella profusione di pinnacoli, guglie, finestre rimandavano alle architetture coeve.Dove era collocato?Dal Trecento grandiosi polittici dipinti, scolpiti e dorati impreziosirono gli altari delle cappelle private di mercanti, borghesi ma anche di confraternite e corporazioni, conventi e ordini.Quali erano i soggetti?Il riquadro centrale dava generalmente il titolo all’opera e la scelta dei soggetti devozionali si ripeteva spesso: Annunciazione, Natività, Crocifissione, Madonna col Bambino. Gli spazi laterali ospitavano le figure dei santi o le rappresentazioni delle storie sacre. La frequente presenza di evangelisti, apostoli, Padri della Chiesa aveva l’intento di sottolineare l’auctoritas della Chiesa e dei testi sacri.Beato Angelico
Trittico dei Linaiuoli1433
Firenze, Museo di San Marco.
Chi erano i committenti?Religiosi o laici che raramente rinunciavano a comparire nel dipinto sia per confermare la propria fede che la propria affermazione terrena. Nella produzione artistica il ruolo del committente era molto importante perché la sua condizione sociale ed economica, la sua cultura, le sue idee religiose e politiche si rispecchiavano nelle scelte del soggetto e talvolta dello stile.I danni del tempoIl nemico più pericoloso del legno è l’umidità, infatti aumenta o diminuisce il volume a seconda che assorba o perda umidità e, poiché l’essiccamento non avviene in maniera uniforme in quanto le parti esterne si asciugano prima di quelle interne, si determinano nella massa lignea differenze di volume che esercitano sulle fibre una pressione interna e disuguale. Si formano così sia fenditure longitudinali nel senso della fibra sia deformazioni, dovute alla tensione delle fibre più esterne per cui la superficie si “imbarca”. Gravi sono le conseguenze sul rivestimento di gesso e di colore e sulla doratura.

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