Maggio 18, 2020

Piemontesacro Abbazia Sant’Antonio di Ranverso (Rosta)L’insieme comprendeva alcuni edifici rustici, un ospedale, la precettoria e la chiesa di cui si possono ammirare le articolate forme quattro-cinquecentesche.

Piemontesacro Abbazia Sant’Antonio di Ranverso (Rosta)L’insieme comprendeva alcuni edifici rustici, un ospedale, la precettoria e la chiesa di cui si possono ammirare le articolate forme quattro-cinquecentesche.

Abbazia Sant’Antonio di Ranverso (Rosta)

La bassa valle di Susa è una terra dai molteplici aspetti, dove natura e storia convivono in un rapporto che si perde nella notte dei tempi lasciando tracce che si trovano un po’ ovunque. In particolare, nella porzione che da Rosta va ad Avigliana, i segni lasciati dalle glaciazioni si mescolano alle vestigia medievali, come nel caso di Sant’Antonio di Ranverso.
Abbazia Sant'Antonio di Ranverso

Dislocato lungo la via Francigena, di cui costituiva un importante punto di sosta nelle diramazioni provenienti dal Moncenisio e dal Monginevro e convergenti su Susa, il complesso della precettoria di Sant’Antonio di Ranverso fu fondato alla fine del XII secolo dall’Ordine degli Antoniani di Vienne e, per lungo tempo, è stata un punto di riferimento per i pellegrini in viaggio sulla via Francigena, tra Roma e Santiago de Compostela. L’insieme comprendeva alcuni edifici rustici, un ospedale, la precettoria e la chiesa di cui si possono ammirare le articolate forme quattro-cinquecentesche. La facciata, di un’eleganza raffinata, mostra pregevoli decorazioni in cotto con pinnacoli e alte ghimberghe.
Nell’atrio e all’interno si possono ammirare vari cicli di affreschi databili tra il XIII e il XV secolo, tra cui particolarmente importanti le opere di Giacomo Jaquerio, massimo esponente piemontese del Gotico internazionale, risalenti al primi decenni del ‘400 e oltre a un pentittico, dipinto dal Defendente Ferrari nel 1531, che si trova nel presbiterio in cui, alla scena centrale raffigurante l’Adorazione del Bambino, fanno da contorno le icone di S. Antonio Abate (cui è intitolata l’abbazia), Sebastiano, Rocco (altro santo ospitaliero) e Bernardino da Siena. Negli sportelli a chiusura, invece, sono collocati S. Girolamo, eremita cui è fatta risalire la “vulgata” prima traduzione in latino della Bibbia, risalente alla fine del IV sec., S. luigi di Francia, il Re protagonista della II Crociata, S. Antonio Abate che divide un pane con S. Paolo di Tebe ed in basso S. Cristoforo, nell’atto di traghettare Cristo.
Tra le opere di Jaquerio e della sua scuola, non vanno dimenticate le 4 immagini di evangelisti che occupano gli spicchi della volta a vela della sagrestia, un’orazione nell’orto, dipinta su una lunetta che sovrasta la porta d’accesso alla medesima ed una splendida Salita al Calvario, ove i volti deformati dei personaggi, la loro carica emotiva, la coralità della scena e gli abiti variopinti di foggia medievale offrono una rappresentazione di intensa suggestione e drammaticità.

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