Febbraio 4, 2023

Orazio Ferrara su Cronologia Leonardo racconta a Ersilio Teifreto la Storia del sito Antoniano a Ranverso.

Orazio Ferrara su Cronologia Leonardo racconta a Ersilio Teifreto la Storia del sito Antoniano a Ranverso.

Gent.mo Sig. Teifreto,

la Sua cortese mail, con parole così lusinghiere per la mia modesta persona, da una parte mi ha inorgoglito e dall’altra mi ha anche un po’ commosso, facendomi andare indietro nel tempo di una ventina di anni fa, quando conducevo diuturni studi sull’Ordine cavalleresco di Sant’Antonio Abate (poi una parte pubblicati nel mio libro Il saio e la spada).

Purtroppo successivamente mi sono dedicato ad altri argomenti e pubblicati altri e diversi libri. Ma il guaio maggiore è che una decina di anni fa per problemi al pc ho perduto il vasto e documentato archivio digitale delle mie ricerche su Sant’Antonio Abate. Dovrei avere al riguardo qualcosa di cartaceo, ma devo vedere nella mia cantinola-archivio dove non vado da qualche anno.

Per questi motivi non posso rispondere per il momento alle sue domande, ripromettendomi però di trovare in seguito qualcosa sul cartaceo rimasto.

Continui (e non molli, come ho fatto io) nella sua ricerca storica sugli Antoniani. E’ un mondo fascinoso e intrigante, non se ne pentirà.

Chissà se un giorno potrò essere anch’io a Ranverso.

Cordialità

Orazio Ferrara 

Diverse notizie ruotano intorno all’originaria
costituzione dello Spedale di Santo Antonio Abbate Viennese. Si
asserisce che intorno al 1070, i resti di Sant’Antonio giunsero
a La Mothe aux Bois in Isère, nei pressi della cittadina
francese di Vienne, nella cui regione sorse una compagnia di
frati che si dedicarono al culto del santo. Nel 1293, la
compagnia fece parte dell’ordine religioso degli ospedalieri
sotto la regola di Sant’Antonio di Vienna. In merito Orazio
Ferrara afferma:
“secondo la tradizione il numero dei cavalieri
fondatori di quest’Ordine ascenderebbe in totale a sette,
numero allusivamente simbolico che indicherebbe
esotericamente il ritmo delle settimane e quindi del ciclo
lunare e di conseguenza delle grandi dee mediterranee
della fertilità, i cui relitti cultuali persistevano nel culto
delle “Madonne nere”, cui i Cavalieri del Tau, al pari dei
Templari, erano devoti. La cosa non deve poi meravigliare
molto in un Ordine come quello di Sant’Antonio Abate che
ebbe senza dubbio, al pari di quello dei Templari, un suo
livello iniziatico ed esoterico. Nel 1775 si parla
apertamente di una fusione con l’Ordine di Malta, che
puntualmente avvenne con le bolle papali del 17 settembre
1776 e del 7 maggio 1777. Con regie patenti del 30 maggio
venne regolata tale incorporazione per tutto il Regno di
Francia. In Italia il Papa concesse la facoltà al re di Savoia
d’incorporare i beni “antonini” nell’Ordine dei Santi
Maurizio e Lazzaro e ai Borbone di Napoli nell’Ordine
Costantiniano di San Giorgio”.


Da: ersilioteifreto@libero.it <ersilioteifreto@libero.it>
Inviato: giovedì 2 febbraio 2023 18:06
A: 
Oggetto: Fwd: Visite-découverte de Sainte-Croix en Diois, ancienne commanderie antonine –

Buonasera Sig. Orazio non avendo suoi riferimenti ci siamo rivolti alla gentilissima Dottoressa Cozzo che salutiamo e ringraziamo di averci messi in contatto con lei. Il nostro  gruppo si  chiama A.S.A.R amici di Sant’Antonio Abate di Ranverso, siamo un pò emozionati e onorati di dialogare con lei sulla  Storia Ospedaliera Antoniana.

Io sono stato allievo del Maestro Mons. Italo Ruffino che dedicò la sua vita a Ranverso, morto nel 2015 a 102 anni, non avendo più quel  riferimento a Torino le guide e le scuole leggono spesso il suo articolo sul Portale Cronologia Leonardo:   (Storia del Sito Antoniano  )                                       

Inoltre sono Rappresentante per L’AFAA  Associazione Francese Les Amis Des Antoninis con sede a Saint Antoine L’Abbaye nell’Isere per i Comuni di Rosta e Buttigliera Alta e referente per Ranverso, in questi giorni gli amici Antoniani  andranno in visita nella località che lei cita sul suo articolo Saint Croik. 

Questa e la nostra Domanda se lei ha tempo e informazioni: Vorremmo capire di più sullo stemma visibile sulla facciata della Chiesa Precettoriale molti studiosi lo attribuiscono a Jean De Montchehu, le inviamo 3 foto: la corona sull’aquila non c’e più ,nel 2012 Don Italo Ruffino scatto la foto dello scudo con l’armè come lei accenna l’Imperatore Massimiliano concesse l’uso del loro simbolo l’aquila a due teste con le Tau, vorremmo sapere qual’è il vero stemma di Ranverso e qual’è il vero stemma di Jean De Montchenu, sperando in una sua gentile collaborazione,  le inviamo le e-mail della Francia mi farebbe molto piacere se lei dialogasse con la Casa Madre, certo da Sarno e lontano venire a Ranverso ma noi lo speriamo un giorno chissà,  come Comunità facciamo parte della  ReteItalianaSantantuono di Macerata Campania.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Noi devoti e volontari a Ranverso le inviamo un carissimo saluto da Torino,

Ersilio Teifreto classe 47 Salentino di Novoli(LE) dove si costruisce la Fòcara

     CRONOLOGIA         LEONARDO  DI ORAZIO FERRARA

Probabilmente l’impopolare riforma deve essere passata anche grazie alla figura carismatica di Aimone, che oltre al già conseguito prestigio di essere diventato signore dell’Abbazia di Saint Antoine, aggiunge altri personali successi, quali l’acquisizione dei priorati di Marnant nella diocesi di Vienne, di Saint Croix in quella di Die, dei Domini sulle Terre di Chevrieres e di Mirible, della signoria di Beau Fort e di Murveil. Infine papa Benedetto XI (1303 – 1304) gli assegnerà, in grazie dei suoi preziosi servigi, anche l’importante priorato di Saint Medard, malgrado l’iniziale opposizione di Aimar conte del Valentinois.

Intorno al 1502 l’imperastore Massimiliano I, essendo devotissimo delle reliquie diSant’Antonio ed avendo grande stima di Teodoro di Saint Chamond, Abate Generale dell’Ordine, concede al predetto Ordine di Sant’Antonio, con lettere patenti, delle armi così definite “Une aigle d’or ayant au col une couronne de meme avec le tau” [Chorier N. – Histoire generale…cit., pag. 503. Una derivazione di tale concessione si trova nell’arma alzata dalla Commanderie di Lione, che presentava l’aquila imperiale bicipite, caricata da uno scudetto con una tau. Lo stemma con l’aquila compare scolpito anche nella chiesa della Commanderie di S. Antonio di Ranverso in Piemonte, lo stemma , da taluni studiosi, è erroneamente attribuito all’arma personale di Jean de Montchenu, cellerario (amministratore) della predetta Precettoria sul finire del Quattrocento.].

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