Nwesmagazine torinovoli. Enciclopedia Treccani la Chiesa della Precettoria La sua identità (“Deffendente de Ferrariis de Clavaxio pinctore”) è accertata da un contratto del 21 apr. 1530 riguardante l’esecuzione della grande paia d’altare commessa dalla Comunità di Moncalieri per la chiesa della precettoria di S. Antonio di Ranverso
Nwesmagazine torinovoli. Enciclopedia Treccani la Chiesa della Precettoria La sua identità (“Deffendente de Ferrariis de Clavaxio pinctore”) è accertata da un contratto del 21 apr. 1530 riguardante l’esecuzione della grande paia d’altare commessa dalla Comunità di Moncalieri per la chiesa della precettoria di S. Antonio di Ranverso
FERRARI, Defendente
FERRARI (de Ferrari, de Ferraris), Defendente. – Figlio di Francesco, originario di Chivasso (Torino); non si conoscono gli estremi anagrafici del F., la cui data di nascita dovrebbe risalire attorno al 1480-1485.
La sua identità (“Deffendente de Ferrariis de Clavaxio pinctore”) è accertata da un contratto del 21 apr. 1530 riguardante l’esecuzione della grande paia d’altare commessa dalla Comunità di Moncalieri per la chiesa della precettoria di S. Antonio di Ranverso in Buttigliera Alta, presso Torino; l’opera, di misure imponenti, doveva seguire da vicino il modello della pala degli studenti in S. Domenico a Torino, purtroppo perduta e di cui ignoriamo l’autore (Schede Vesme, IV, 1982, p. 1270). La data orientativa di nascita è fissata secondo logica deduzione dalla ricostruzione stilistica della prima produzione del maestro (non anteriore al 1500). Baudi di Vesme (1922) ha persuasivamente legato al nome del pittore una serie di documenti notarili e d’archivio riguardanti un cittadino chivassese di nome Defendente Ferrari di Francesco, abitante nel quartiere di S. Maria. È dubbia invece l’identificazione del F. con un altro Defendente Ferrari, chivassese, sposo di Virtù Verolfi, perché questi abitava nel quartiere di S. Michele e non in quello di S. Maria (cfr. Baudi di Vesme, 1922). Sempre secondo il Vesme, Francesco, padre del F., va identificato con l’orafo Francesco “de Feraris” che firma, insieme a Damiano “de Curte”, un crocefisso d’argento conservato presso la cattedrale di Biella, datato 1509.