Novoli/ Piantina della Zona Carsica nella Valle della Cupa Salentina, giardini , casini,ville e masserie. Leleganti residenze il Casino nellagro di Novoli il più popolato di ville e casini, a testimonianza delle buone condizioni economiche di chi le abitava commistionano e superano la bellezza di una villa.
Novoli/ Piantina della Zona Carsica nella Valle della Cupa Salentina, giardini , casini,ville e masserie. Leleganti residenze il Casino nellagro di Novoli il più popolato di ville e casini, a testimonianza delle buone condizioni economiche di chi le abitava commistionano e superano la bellezza di una villa.
Nel corso del Settecento nuclei di residenze suburbane si concentrano in alcune porzioni del territorio fra le più fertili di Puglia dando luogo a insediamenti che costituiscono un vero e proprio sistema. Le aree scelte sono quelle caratterizzate dalla fertilità del terreno e dal clima favorevole alle colture, tra queste, la depressione carsica della Cupa storicamente sito privilegiato per la “salutevole sua aria”. Contestualmente, i processi di riorganizzazione agricola e di riconversione dei feudi improduttivi o macchiosi, la crisi del settore olivicolo e un accresciuto interesse per la produzione vinicola, che richiederà particolari cure e, più in generale, la maggiore attenzione per le colture legnose a scapito del seminativo, favoriranno il trasferimento dei proprietari per lunghi periodi nella loro residenza di campagna per un controllo diretto ed efficace delle attività agricole. Questo fenomeno determinerà il ridisegno e la riorganizzazione del paesaggio agrario con la proliferazione di ville e casini che si affiancano e talvolta si sostituiscono alle antiche masserie. |
Le Masserie
Espressioni tipiche del paesaggio rurale, per il ruolo storico e come elemento significante d’architettura e trasformazione del territorio, sono le masserie. Etimologicamente il termine masseria (massaria nei documenti di archivio) assume in Italia meridionale un’accezione molto ampia, accomunando non di rado tutte le forme di insediamento rurale, dai modesti fabbricati appena provvisti di qualche recinto per gli animali, ai grandi complessi rustici. Rapportato al significato originale e al concetto di massa che, nel latino classico indica blocco, riunione, il termine trova riscontro soltanto in quelle strutture più ampie dell’habitat rurale facenti parte dell’insieme di fondi rustici comunemente affidati al governo di un massaro.
La masseria nasce, appunto, come insediamento di tipo padronale di organizzazione del latifondo ed ha all’origine una specifica valenza funzionale in relazione alle colture e alle attività storicamente dominanti nel territorio. Specificità che con la parcellizzazione della grande proprietà e l’introduzione di colture diversificate si è col tempo perduta attraverso vari adattamenti, che consentiranno l’inserimento di funzioni legate alle nuove esigenze. La massa compatta di tali edifici, in alcuni casi conservati nell’assetto originario, segna il paesaggio rurale della Cupa in maniera significativa, tanto più che la stessa funzione di controllo al centro del feudo le determina spesso un’ubicazione isolata e baricentrica nel territorio.
L’esigenza di realizzare queste singolari architetture è databile al XVI secolo, contestualmente ai saccheggi e alle incursioni di cui la penisola salentina sarà oggetto: il piano di difesa del territorio voluto da Carlo V, determinerà la costruzione di strutture difensive sia lungo la costa che nell’entroterra mediante la realizzazione di torri e fortificazioni; da qui le origini della masseria fortificata che nella maggior parte dei casi si configura come torre-masseria assumendo in seguito connotazioni e organizzazioni più evolute in relazione a nuove esigenze produttive e alla fine delle incursioni.
Dall’impianto recintato si passa alla corte chiusa, una tipologia certamente più rispondente alla struttura sociale della masseria, nel cui interno le varie attività agricole e familiari entrano in relazione. In questi impianti l’abitazione del massaro o del fittavolo si arricchisce di una serie di connotazioni che sono proprie dell’architettura urbana. L’edificio turriforme, posto normalmente al centro del prospetto, lascia a piano terra un vano carraio che mette in comunicazione la campagna con la corte e si configura, quindi, come un sottoportico(il cosiddetto sappuertu): un androne passante, comune negli edifici palazzati dell’architettura cittadina e presente soprattutto nelle dimore a corte di molti centri abitati. La simmetrica disposizione di altri vani a primo piano, quasi sempre di epoca successiva, definisce la tipica dimora rurale, dove l’edificio torre è sempre facilmente individuabile.
È la tipica “masseria turrita” con un complesso edilizio caratterizzato sempre da un elemento più alto, la torre appunto, e, al piano superiore, l’abitazione del massaro o la dimora stagionale del proprietario. Una tipologia, questa, che segna il passaggio dalla torre-masseria alla masseria compatta, meglio conosciuta come masseria-casino, dove, l’androne passante che nella masseria tradizionale è soltanto un vano carraio che immette alla corte, assumerà in seguito la funzione di locale di accesso al giardino chiuso, all’abitazione del contadino e alla scala che conduce alla dimora stagionale del proprietario. È in questa fase di prosperità che si diffondono due elementi caratterizzanti il paesaggio rurale salentino: la torre colombaia e l’apiario.
Beni di riferimento
ARNESANO: casini Monaci e Spadà; ville Milo, Nuera, Paladini e Materdomini
MONTERONI: casino Corallo; ville Saetta e Cerulli Bozzicorso
SURBO: masserie Melcarne, Le Schiavelle
CAVALLINO: Masseria Nsarti
LIZZANELLO: Masseria Li Lei
rilevatore Ersilio Teifreto