Nel 1914, rimossi gli stalli settecenteschi che coprivano gran parte della parete sinistra del presbiterio e tolto un leggero strato di calce secentesca, venne alla luce un dipinto rappresentante una serie di Profeti ed una scritta appena leggibile: “(picta) fuit ista capela p(er) manu(m) Jacobi Jaqueri deTaurino”; era la firma dell’autore.
Nel 1914, rimossi gli stalli settecenteschi che coprivano gran parte della parete sinistra del presbiterio e tolto un leggero strato di calce secentesca, venne alla luce un dipinto rappresentante una serie di Profeti ed una scritta appena leggibile: “(picta) fuit ista capela p(er) manu(m) Jacobi Jaqueri deTaurino”; era la firma dell’autore.
senza polittico fine 1400
- Il campanile ha sulla sommità una cuspide ottagonale, ornata da
quattro pinnacoli con in cima una T in ferro battuto; sul vertice della cuspide
campeggia una banderuola segna-vento, riproducente l’immagine di
Sant’Antonio con il bastone ed il maialino ai piedi. - Il nartece è formato da tre campate con volte a crociera. Le vele della
campata centrale presentano ancora un impianto decorativo risalenti agli inizi
del Cinquecento in parte leggibile, affrescate con storie di Sant’Antonio abate
(poco leggibili) (fra cui il trasferimento, su un veliero, delle reliquie di
Sant’Antonio da Costantinopoli al Delfinato) ed eventi della vita antoniana
(poco leggibili). Questi affreschi si conservano in maniera frammentaria, con
disgregazione dell’intonaco e degradazione cromatica della pellicola pittorica. - All’interno, sull’arco d’ingresso alla seconda Cappella della
Maddalena, sulla sinistra, rappresenta una Madonna con in grembo il Bambino
con San Bernardino da Siena alla sua sinistra e Sant’Antonio abate alla sua
destra. In ginocchio, la moglie del committente “Eugenio Raspa”, di nome
Bianchina (scritta nella targa sottostante). Pittura di scuola vercellese del 1400. - Nel presbiterio, entrando a sinistra, un’interessante scultura lignea
dipinta di colore scuro, rappresentante Sant’Antonio abate (recentemente
restaurata) con i classici simboli Antoniani: maialino, bastone, tau, campanella,
simboli degli uomini giusti. Il Santo indossa l’abito dell’Ordine Antoniano, con la
mano destra regge il bastone con la Tau, mentre nella sinistra tiene il libro con
la regola dell’Ordine. Ai piedi del Santo un maiale è rappresentato in dimensioni
ridotte. L’opera sembra realizzata in ambiente francese di fine 1300. Sulla
parete risaltano una serie di campanelle e fiamme, simboli degli Antoniani. - Sulla parete sinistra del presbiterio, dipinti si collocano tra la mezza
colonna sulla quale si imposta l’arcata trasversale e la prima finestra, ad opera
di Giacomo Jaquerio, che qui si è anche firmato (vedi oltre). Qui è raffigurato
l’arcangelo Michele, nello spazio tra la seconda finestra e l’abside sono dipinte le
figure di San Nicola e San Martino, e ancora negli sguinci delle finestre San
Giovanni Battista, Sant’Antonio abate, su basamento polilobato, e le Sante
Marta e Margherita, a sinistra dell’affresco con la Madonna in trono, entrambe
rappresentate con i piedi che calpestano il demonio con sembianze di un drago
alato.
Nel 1914, rimossi gli stalli settecenteschi che coprivano gran parte della parete
sinistra del presbiterio e tolto un leggero strato di calce secentesca, venne alla
luce un dipinto rappresentante una serie di Profeti ed una scritta appena
leggibile: “(picta) fuit ista capela p(er) manu(m) Jacobi Jaqueri de
Taurino”; era la firma dell’autore.
- Sulla parete destra del presbiterio un ciclo di affreschi rappresentanti la
vita di Sant’Antonio abate, sempre opera di Giacomo Jaquerio: nella parte
superiore gli affreschi si collocano in tre registri; in quella inferiore è
rappresentata un’unica scena.
I registri superiori rappresentano la vita del Santo (restauro avvenuto nel
2002), con gli episodi significativi dedicati alle tentazioni che lo afflissero. Lo
spazio era occupato da 11 scomparti: 6 sono ancora integri, 3 sono ridotti a
lacerto e 2 sono scomparsi a causa di un intervento strutturale in epoca remota.
Le scene, tratte dalla Storia di San Atanasio, rappresentano: - partecipazione alla messa della conversione,
- probabile scena di distribuzione dei propri beni ai poveri,
- Sant’Antonio accompagna la sorella al convento,
- Sant’Antonio lascia i monaci per iniziare la propria vita da eremita,
- Sant’Antonio, nel deserto, subisce le tentazioni della lussuria e da parte dei
demoni, - possibile incontro di Sant’Antonio con San Paolo (riquadro mutilo),
- riquadro mancante,
- Sant’Antonio divide il pane proveniente dal cielo con San Paolo,
- Sant’Antonio seppellisce San Paolo, deceduto,
- Riquadro mutilo,
- Riquadro mancante.
Nel registro inferiore la rappresentazione di una coppia in ginocchio con
offerte; accanto alla coppia un bambino che porta un cero, e ancora gruppi di
pastori che spingono in avanti capre e maiali. E’ probabile che tutta la scena
rappresenti una cerimonia in onore di Sant’Antonio (richiamo alla festa del
17 gennaio di ogni anno, con la partecipazione di contadini e abitanti dei
dintorni). Viene infatti presentato come “un ricordo di questa festa … negli
affreschi gotici dell’abside sulla porta della sacrestia: due contadini, dipinti con
icastico senso della realtà, camminano verso l’altare portando al guinzaglio due
maiali neri… ed i frutti del loro lavoro). (Arabella Cifani e Franco Monetti,
Buttigliera Alta, tesori d’arte e di storia, U. Allemandi & C. Torino 2014, p. 136)
- Pala di Defendente Ferrari:
Questa grandiosa ancona fu donata a Ranverso, per devozione del Santo dai
cittadini di Moncalieri nel 1530, per essere stati liberati dalla peste. Oltre al suo
valore intrinseco, l’opera è stata ed è interessantissima per gli studiosi di
memorie artistiche piemontesi, poiché è stata la prima opera ad essere
attribuita con assoluta certezza al Ferrari.
La pala ha un’importante cornice lignea dorata. Coronata dagli sportelli laterali.
E’ tipico di tutto il Rinascimento costruire macchine d’altare, complesse
rappresentazioni dove la parte dipinta è racchiusa da sportelli.
Ecco una sintetica descrizione:
sulla struttura di legno dorato che incornicia il meraviglioso polittico si può
vedere lo stemma della città di Moncalieri, in posizione centrale campeggia il
dipinto della Natività, affiancata dai Santi Antonio, Rocco, Bernardino da Siena
e Sebastiano; - in basso a sinistra, nella parte centrale, Sant’Antonio che regge con la
mano sinistra un bastone e con la destra una campanella, mentre ai
suoi piedi si vedono un maiale ed una fiamma stilizzata. - nelle ante laterali, entro le quali il polittico può essere chiuso, a destra in
alto, Sant’Antonio nell’atto di dividere il pane con San Paolo eremita. - nella parte bassa è collocata una predella a sette piccoli scomparti con
alcuni episodi della vita ed i miracoli di Sant’Antonio Abate e che
riprendono le scene analoghe presenti sulla parete destra del presbiterio.
Gli episodi rappresentano: - la partecipazione di Sant’Antonio ad una messa di conversione,
- scena rappresentante la distribuzione dei propri beni ai poveri,
- i supplizi patiti dai demoni, nel deserto,
- scena centrale, Sant’Antonio e San Paolo si incontrano e pregano nel
deserto, - Sant’Antonio e San Paolo si incontrano e si salutano,
- i due santi intenti alla preghiera,
- Sant’Antonio seppellisce San Paolo deceduto.