Maggio 30, 2023

La strada della Sindone. Nel 1476 Jolanda di Savoia, moglie del duca Amedeo IX, il Beato, spesso raffigurato nell’atto di venerare la Sindone, attraversa le Alpi recando seco le reliquie della Cappella di Chambéry, e quindi verosimilmente anche la Sindone passò da Sant’Antonio di Ranverso dove sulla porta centrale del Pronao ingresso alla Chiesa venne inciso l’anno 1476. Relativamente agli spostamenti occorre sottolineare che non sempre è agevole determinare il percorso che la Sindone compie nei suoi vari viaggi, soprattutto sino al suo trasferimento definitivo a Torino.

La strada della Sindone. Nel 1476 Jolanda di Savoia, moglie del duca Amedeo IX, il Beato, spesso raffigurato nell’atto di venerare la Sindone, attraversa le Alpi recando seco le reliquie della Cappella di Chambéry, e quindi verosimilmente anche la Sindone passò da Sant’Antonio di Ranverso dove sulla porta centrale del Pronao ingresso alla Chiesa venne inciso l’anno 1476. Relativamente agli spostamenti occorre sottolineare che non sempre è agevole determinare il percorso che la Sindone compie nei suoi vari viaggi, soprattutto sino al suo trasferimento definitivo a Torino.

Nel 1476 Jolanda di Savoia, moglie del duca Amedeo IX, il Beato, spesso raffigurato nell’atto di venerare la Sindone,
attraversa le Alpi recando seco le reliquie della Cappella di Chambéry, e quindi verosimilmente anche la Sindone.
Relativamente agli spostamenti occorre sottolineare che non sempre è agevole determinare il percorso che la Sindone
compie nei suoi vari viaggi, soprattutto sino al suo trasferimento definitivo a Torino.

LA STRADA DELLA SINDONE
La Sindone di Torino. Con questo nome è universalmente noto il Lenzuolo conservato nella capitale piemontese, che reca
la sino ad oggi inspiegata impronta di un uomo crocifisso e morto come i vangeli narrano di Gesù. Ed è proprio al Gesù dei
vangeli che la tradizione attribuisce questo Lenzuolo. Una tradizione che ha trovato terreno fertile in Piemonte,
suscitando una devozione a tutti i livelli ancor oggi viva, ma che ha visto nel XVI, XVII e buona parte del XVIII secolo il
momento di massimo sviluppo.
Dobbiamo infatti collegare la diffusione della conoscenza e del culto della Sindone dopo il suo arrivo a Torino – in
Piemonte ma parallelamente anche a livello più generale – a due eventi concomitanti: l’imporsi della dinastia sabauda sul
territorio a partire dal XVI secolo, per la quale la Sindone costituiva un segno legittimante, e la devozione ispirata e
propagata dallo spirito della Riforma cattolica, nel quale bene si inseriva, per le sue peculiari caratteristiche, il culto della
Sindone. Si pensi che quelli sono gli anni della fioritura dei Sacri Monti, non a caso concentrati in un’area piemontese e
lombarda che in buona parte si identifica con quella di diffusione del culto sindonico, ed ancora al ruolo fondamentale
rivestito da san Carlo Borromeo nei confronti sia della Sindone sia dei duchi di Savoia, proprietari del Lenzuolo dal 1453.
Ad essi era stato ceduto dall’ultima discendente degli Charny, la famiglia presso cui è documentato dagli anni ‘50 del
Trecento, cioè dal suo primo apparire in Europa.
Da allora ha seguito senza interruzione sorti e vicende di Casa Savoia. Prime fra tutte i viaggi, che la portarono presto –
anche se ignoriamo quando fu la prima volta – in Piemonte, ben prima che gli interessi politici preminenti della dinastia si
rivolgessero ai territori di qua delle Alpi.
Nel 1476 Jolanda di Savoia, moglie del duca Amedeo IX, il Beato, spesso raffigurato nell’atto di venerare la Sindone,
attraversa le Alpi recando seco le reliquie della Cappella di Chambéry, e quindi verosimilmente anche la Sindone.
Relativamente agli spostamenti occorre sottolineare che non sempre è agevole determinare il percorso che la Sindone
compie nei suoi vari viaggi, soprattutto sino al suo trasferimento definitivo a Torino. La scarsezza di documenti, unita
anche ad una certa reticenza dettata da motivi di sicurezza, impedisce delle ricostruzioni precise.
Nel 1478 la Sindone è a Pinerolo, dove si fecero i preparativi per una ostensione il sabato santo. La mancanza di fonti
ulteriori impedisce di accertare se effettivamente l’ostensione sia stata celebrata.
Ancora abbiamo notizie della sua presenza in Piemonte nel 1488, nel 1494, nel ‘95, con una ostensione a Torino, e poi per
un lungo periodo anche se non continuativo, durante il difficile periodo dello Stato dopo il 1536. E’ anche possibile che
altri viaggi abbia compiuto il Lenzuolo in Piemonte tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500, considerati i frequenti
spostamenti della Corte, che tuttavia non sono tramandati, mentre più documentati sono i numerosi spostamenti in
Francia.
Si è propensi a ritenere che questi antichi viaggi possano essere avvenuti attraverso la Valle di Susa: una strada che
attraversa le Alpi, comunemente usata per gli spostamenti, dai pellegrini ai mercanti, che oggi fa parte di quei percorsi
chiamati vie francigene.
“Di qua dai monti”, come venivano indicati i domini dei Savoia cismontani, i viandanti incontravano, l’Abbazia di Novalesa:
Centro Internazionale di Sindonologia Via San Domenico 28 10122 Torino (IT) Tel.+39 011 4365832 Fax+39 011 4319275
www.sindone.it museo@sindone.org
20 novembre 2017
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fondata nel 726 per volere del patrizio merovingio Abbone, governatore di Susa e della Maurienne, tra le più antiche
dell’arco alpino occidentale.
Dalla parte opposta, allo sbocco della valle ricca di testimonianze di devozione verso la Sindone, veglia imponente la
benedettina Sacra di San Michele fondata alla fine del primo millennio. Luogo di fede sulla linea che collega non solo
idealmente Mont Saint Michel con San Michele sul Gargano, fu anche visitata da san Carlo Borromeo al termine
dell’ostensione del 1578. Il realismo e le caratteristiche della figura del Cristo nella scena della sepoltura affrescata al suo
interno da Secondo del Bosco nel 1505 fanno pensare ad una conoscenza della Sindone.
Procedendo si incontra Avigliana, con una cappella dedicata alla Sindone nell’omonima via, e il Santuario Madonna dei
Laghi dove si trova anche una testimonianza del pellegrinaggio della Confraternita del Santo Sudario di Torino.
I viandanti non possono poi ignorare la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso a Buttigliera Alta, sviluppo del convento e
ospedale per l’assistenza dei pellegrini gestito sin dal XII secolo dai canonici dell’ordine di Sant’Antonio di Vienne.
L’interno racchiude la celebre salita al Calvario opera di Giacomo Jaquerio, attivo nella prima metà del ‘400 – notevole
esponente del gotico internazionale in Piemonte – di un vivo realismo e grande fascino, esempio della didattica
catechetica medievale attraverso la marcata caratterizzazione dei personaggi ad evidenziarne il ruolo nella vicenda.
Alle porte di Torino, Rivoli, dove transitò e forse anche soggiornò la Sindone in uno dei suoi viaggi antichi, il cui culto è
testimoniato dall’iconografia della chiesa di Santa Croce.
Anche Collegno custodisce alcune testimonianze iconografiche della devozione sindonica. Lo stesso complesso
dell’ospedale psichiatrico affonda le sue radici nell’attività della Confraternita del S. Sudario, che per amore verso i fratelli
nel nome del Cristo raffigurato sulla Sindone nel Settecento aveva costruito il primo ricovero per i malati psichici.
Ed infine si raggiunge Torino, la città della Sindone, la cui presenza ha caratterizzato e connotato la storia religiosa della
città. Molti sono i luoghi che ne ricordano l’arrivo nel 1578 e la successiva permanenza: la chiesa di San Lorenzo, che
ingloba l’antica chiesa di Santa Maria ad Praesepe prima tappa della Sindone al suo arrivo a Torino; la chiesa di San
Francesco d’Assisi, dove fu custodita durante i lavori di costruzione della Cappella della Sindone; la Chiesa del Santo
Sudario, l’unica chiesa espressamente dedicata alla Sindone in Torino con il suo Museo dedicato al Lenzuolo e dove la
Sindone soggiornò una giornata nel 1997; la chiesa di San Carlo, dedicata al santo che tanto amò la Sindone; gli affreschi
superstiti dei molti che esistevano, come in piazza san Carlo e Palazzo Madama. E naturalmente il Duomo, dove venne
conservata prima nell’apposita edicola soprelevata retta da quattro colonne sovrastante l’altar maggiore, così come
voleva san Carlo Borromeo, poi dal 1694 nella sontuosa cappella di Guarino Guarini, la cui riapertura dopo l’incedio del
1997 si sta avvicinando, e infine nella nuova cappella nel transetto sinistro dove dal 2000 il Lenzuolo riposa in condizioni di
conservazione ottimali.
Nei secoli questa strada è stata percorsa da tanti pellegrini, in viaggio verso Torino per partecipare alle grandi e sontuose
ostensioni nelle quali la Sindone veniva dispiegata alla devozione dei fedeli.

LA STRADA DELLA SINDONE

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20 nov 2017 — Nel 1476 Jolanda di Savoiamoglie del duca Amedeo IX, il Beato, spesso raffigurato nell‘atto di venerare la Sindone,.

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Venerazione straordinaria della Sindone 2018

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Già nel 1476 Jolanda di Savoiamoglie del duca Amedeo IX il Beato, attraversò le Alpi portando con sé le reliquie della cappella di Chambery, …

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Sulle strade della Sindone – Diocesi di Tortona

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16 apr 2015 — Già nel1476 Jolanda di Savoiamoglie del duca Amedeo IX il Beato, attraversò le Alpi portando con sé le reliquie della cappella di Chambery …

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