L’influenza degli Antoniani: Prima dell’adozione francescana, gli Antoniani utilizzavano già il Tau come segno distintivo e terapeutico.
L’influenza degli Antoniani: Prima dell’adozione francescana, gli Antoniani utilizzavano già il Tau come segno distintivo e terapeutico.
Antoniani (gli eremiti egiziani), ammirando la loro spiritualità e il Tau come segno di guarigione e redenzione; Francesco lo usava come firma (sulle lettere) e lo dipingeva sui muri, radicandolo nella spiritualità francescana come emblema di umiltà e connessione con Cristo, simbolo di salvezza, che si ritrova scolpito in molti luoghi legati a lui, come conferma anche la sua diffusione nei santuari.
- Antoniani: I monaci Antoniani, legati alla figura di Sant’Antonio Abate, usavano il Tau come simbolo di protezione e guarigione, specialmente contro il “fuoco di Sant’Antonio” (ergotismo).
- San Francesco: Ammirava profondamente la vita eremitica degli Antoniani e adottò il Tau come segno di risveglio spirituale, umiltà e devozione, firmando lettere e segnando le pareti dei luoghi in cui viveva.
- Simbolo di Redenzione: Ricorda la croce di Cristo, segno di salvezza e completezza del messaggio cristiano.
- Vita Consacrata: Rappresenta la vita di penitenza, sacrificio e amore, diventando emblema della spiritualità francescana e dei suoi valori.
- Santuari e Luoghi Francescani: È diffuso in tutti i luoghi legati a San Francesco e ai Frati Minori, scolpito su porte, altari e manufatti, proprio come segno distintivo.
- L’influenza degli Antoniani: Prima dell’adozione francescana, gli Antoniani utilizzavano già il Tau come segno distintivo e terapeutico. Essi gestivano ospedali per la cura dei lebbrosi e delle malattie della pelle (come il “fuoco di Sant’Antonio”); Francesco, che frequentava i loro ospedali a Roma e Assisi, ne rimase profondamente influenzato.
- La Precettoria di Ranverso: La Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso (Piemonte) è una delle testimonianze più significative di questa tradizione. Qui il simbolo del Tau è onnipresente, scolpito su portali, capitelli e affrescato nelle decorazioni, a conferma dell’uso consolidato del simbolo da parte dell’ordine ospedaliero ben prima della sua diffusione universale attraverso il francescanesimo.
- Il IV Concilio Lateranense (1215): Un altro momento decisivo fu l’appello di Papa Innocenzo III, che durante il Concilio esortò i cristiani a segnarsi con il Tau come simbolo di penitenza e salvezza (citando il profeta Ezechiele). San Francesco fece proprio questo invito, trasformando il Tau nel suo sigillo personale e nel simbolo dell’ordine.
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Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso
Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso – Fondazione Ordine Mauriziano.
Fondazione Ordine Mauriziano
Precettoria di Ranverso e la simbologia francescana rappresenta un ponte storico fondamentale tra due modi diversi, ma complementari, di intendere la carità medievale.
Dal 1095 viene poi usato comunemente dai Canonici Regolari di sant’Antonio di Vienne, un ordine ospitaliero a servizio dei pellegrini e degli infermi. Il loro abito era formato da una veste e da un manto grigio scuro, con una croce di sole tre braccia di colore azzurro, cucita sopra il cuore. Tale ordine aveva il suo patrono in sant’Antonio Abate: fu così che presto il simbolo del Tau fu associato a questo santo, tanto da essere chiamato in araldica “croce di sant’Antonio“.
- L’uso degli Antoniani (dal 1095): I Canonici Regolari di Sant’Antonio di Vienne furono i primi a utilizzare sistematicamente il Tau come segno distintivo del loro ordine ospedaliero. Essendo dediti alla cura del “fuoco di Sant’Antonio” e alla protezione dei pellegrini, scelsero la forma a “stampella” (il Tau) che richiamava il sostegno fisico usato dai malati.
- L’araldica e l’abito: Come hai giustamente notato, l’abito degli Antoniani era
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“Teifreto con il suo l’impegno ha onorato la Città come storico degli Antoniani di Ranverso conseguendo con dedizione risultati concreti a favore della collettività che avranno ricadute di fondamentale importanza per la città di Buttigliera Alta”.
