Maggio 1, 2025

L’architettura di Sant’Antonio di Ranverso costituisce il concentrico, dove il luogo più importante era l’Ospedale, o Spedale

L’architettura di Sant’Antonio di Ranverso costituisce il concentrico, dove il luogo più importante era l’Ospedale, o Spedale

L’architettura di Sant’Antonio di Ranverso

 

 

Facciata quattrocentesca dell’ospedale medievale dei monaci antoniani di Vienne

 

 

 

 

Il cuore del complesso della Precettoria è la chiesa, con la sua splendida facciata asimmetrica con trionfo di ghimberghe in terracotta e pinnacoli che, insieme all’abside slanciata, rappresentano l’esempio più evidente dell’anima gotica di Ranverso. Completano la struttura la sagrestia e il chiostro, anche se ad attirare l’attenzione dei visitatori è soprattutto il piccolo portico di accesso alla chiesa.

Realizzato intorno alla metà del XIV secolo, è caratterizzato da volte a crociera rette da pilastri. L’elemento sorprendente che desta la curiosità di chi arriva sono le piccole sculture che decorano capitelli e mensole, con teste umane e di animale e volti mostruosi. In alcuni casi, queste piccole statue richiamano il conflitto tra bene e il male in forma allegorica.

Le costruzioni vicine costituiscono il concentrico, cioè il centro dell’antica vita di Ranverso. Qui il luogo più importante era l’Ospedale, o Spedale,di cui oggi è ancora possibile ammirare la facciata con decorazioni in terracotta del XV secolo.

All’interno dell’abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, nei pilastri e nelle colonne possiamo apprezzare lo stile gotico declinato in forma decorativa.

Tra i grandi capolavori dell’abbazia di Ranverso ammiriamo il Polittico della Natività, realizzato nel 1531 da Defendente Ferrari, e gli affreschi che decorano la sacrestia e il presbitero realizzati dal pittore torinese Giacomo Jaquerio, esponente di spicco del gotico internazionale. Jaquerio, assistito dalla sua bottega, ha dipinto qui numerose opere tra cui spicca la “Salita al Calvario” con i suoi tratti realistici e drammatici. Durante i restauri del 1914, a margine della “Madonna in trono”, è anche emersa l’unica firma autografa di Jaquerio conosciuta.

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