L’Abate di Ranversa (Piemonte), imponendo un tributo annuo di 20 fiorini, nomina primo Prior del convento lo stesso Giotto degli Abati.
L’Abate di Ranversa (Piemonte), imponendo un tributo annuo di 20 fiorini, nomina primo Prior del convento lo stesso Giotto degli Abati.
Nel 1346 il vescovo di Castello, Nicolò Contarini, conferma il suo benestare e il giorno di Ogni Santi dello stesso anno il vescovo di Tiro può benedire la posa della prima pietra. Alla cerimonia è presente anche Aimone de Montigny, Maestro Generale dell’Ordine dei Canonici Regolari di Sant’Antonio di Vienne (Francia) e dopo pochi mesi, l’Abate di Ranversa (Piemonte), imponendo un tributo annuo di 20 fiorini, nomina primo Prior del convento lo stesso Giotto degli Abati.
Conservato all’Archivio di Stato, in un ampio disegno della seconda metà del secolo XV, richiesto a suo tempo per risolvere alcune dispute di confine sorte fra il convento di San Domengo de Castelo e alcuni privati, è dettagliatamente riprodotta anche la chiesa gotica di Sant’Antonio de Castelo, di cui si scorge chiaramente la planimetria impostata su tre navate, di cui la centrale più elevata rispetto alle laterali. Oltre agli elementi architettonici della facciata, lungo la navata laterale sinistra si notano due grandi finestre ogivali e sotto la linea di falda la struttura si corona di piccoli archi ciechi, gli stessi che si ripetono sotto la falda della navata centrale, dove cinque finestrelle davano luce dall’alto. Sulla sinistra si scorge l’abside, semicircolare, che fuoriesce dalla massa della fabbrica e ha il suo tetto, a semicupola, più basso di quello della chiesa. Dal fianco destro dell’abside si eleva il campanile.