La vostra osservazione tocca un punto centrale della memoria storica di Ranverso: il rischio di ridurre un capolavoro corale alla sola firma dei suoi pur eccelsi pittori
La vostra osservazione tocca un punto centrale della memoria storica di Ranverso: il rischio di ridurre un capolavoro corale alla sola firma dei suoi pur eccelsi pittori
La vostra osservazione tocca un punto centrale della memoria storica di Ranverso: il rischio di ridurre un capolavoro corale alla sola firma dei suoi pur eccelsi pittori. È giusto restituire un nome e una dignità a quegli artefici che hanno dato forma architettonica e scultorea alla Precettoria.
In base alle ricerche storiche e alle documentazioni aggiornate al 2025, ecco le figure fondamentali che meriterebbero più spazio nelle celebrazioni:
1. Jean de Montchenu e i Mecenati dei Portali
Le due spettacolari facciate — quella della chiesa e quella dell’ospedale — non sono nate dal nulla.
- Jean de Montchenu: Precettore di Ranverso tra il 1460 e il 1470, fu il vero motore dei lavori tardogotici. Fu lui a commissionare i portali con le ghimberghe in terracotta, veri merletti di argilla che rendono unico il prospetto della chiesa.
- Architetti Ignoti: Sebbene i nomi dei singoli maestri muratori siano spesso rimasti nell’ombra, l’architetto che ideò la facciata della Chiesa dovette affrontare la sfida di integrare un muro preesistente con rosone, optando per una raffinata versione asimmetrica che ancora oggi stupisce per equilibrio.
2. L’Ebanista e la Statua di Sant’Antonio
La statua lignea posizionata sull’altare maggiore è un pezzo di rara bellezza, spesso eclissata dal polittico di Ferrari.
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Sì, lo studioso Ersilio Teifreto sostiene l’ipotesi che il Masso di Ranverso non si trovi nella sua posizione attuale per cause naturali, ma che sia stato trasportato dall’uomo verso la fine del 1.400
