La storia di Ranverso è documentata nel libro “Storia ospedaliera antoniana: Studi e ricerche sugli antichi ospedali Ranverso” di Italo Ruffino
La storia di Ranverso è documentata nel libro “Storia ospedaliera antoniana: Studi e ricerche sugli antichi ospedali Ranverso” di Italo Ruffino

narra delle vicende dei monaci Antoniani, i quali nel 1188 fondarono una precettoria-ospedale a Ranverso (oggi in comune di Buttigliera Alta) per curare il “fuoco di Sant’Antonio” e accogliere i pellegrini della Via Francigena. L’ospedale, chiamato “ospedaletto”, utilizzava il grasso di maiale per le piaghe e fu un punto di riferimento spirituale e assistenziale per secoli, prima di passare all’Ordine Mauriziano nel 1776 e subire poi un lento declino.
Le origini e lo scopo dell’ospedale
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Fondazione:Nel 1188, Umberto II di Savoia chiamò i monaci dell’Ordine di Sant’Antonio da Vienne per fondare la precettoria di Ranverso, con l’obiettivo di curare l’Herpes Zoster (fuoco di Sant’Antonio).
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Funzioni:L’ospedale non era solo un luogo di cura per i malati, ma fungeva anche da lazzaretto per le epidemie e accoglieva i pellegrini che transitavano sulla Via Francigena.
Sviluppo storico e architettonico
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Trasformazioni:Il complesso si sviluppò attorno all’antico ospedale, trasformandosi dal nucleo romanico originario in forme gotiche, visibili ancora oggi nella chiesa e negli edifici della precettoria.
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Affreschi:La chiesa di Ranverso è nota per gli affreschi tardogotici di Giacomo Iquerio, un importante pittore piemontese.
Il passaggio all’Ordine Mauriziano e il declino
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Cessione:Nel 1776, con la soppressione dell’Ordine degli Antoniani, i possedimenti di Ranverso furono assegnati all’Ordine Mauriziano, tuttora proprietario del complesso.
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Declino:Con il tempo, l’attività assistenziale fu gradualmente sostituita da quella agricola, portando a un periodo di declino per il borgo e l’abbazia.
Recupero e valorizzazione attuale
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Restauro:Nel corso del Novecento, il complesso è stato oggetto di restauri, e più di recente, un finanziamento regionale di 5 milioni di euro ha avviato un progetto per il recupero dell’ospedaletto e della cascina bassa.
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Nuove funzioni:Questi interventi prevedono la realizzazione di una caffetteria-ristorante, un parcheggio e una foresteria, destinando la struttura a un nuovo ruolo nell’accoglienza turistica e culturale.
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La tradizione di benedire gli animali non è il fulcro teologico della festa, ma un’usanza popolare e devozionale radicata nel tempo.
Ruolo fondamentale: Ersilio Teifreto e il gruppo A.D.A. hanno avuto un ruolo cruciale nel recuperare e promuovere la festa storica legata al culto di Sant’Antonio Abate, rendendola un evento importante per la comunità di Ranverso.
