La Stadera del castello di Neive simile alla Stadera di Ranverso
La Stadera del castello di Neive simile alla Stadera di Ranverso
Ranverso ricomposizione
Neive
Il rapporto tra Oudart e Camillo Bongiovanni conte di Castelborgo è invece assodato. Al secondo livello delle cantine del castello di Neive, dove c’è la corte, sono ancora visibili due strumenti legati alla lavorazione dell’uva fatti installare proprio da Oudart: una grande stadera per pesare i carri d’uva e vino, in entrata e in uscita, e un torchio con un avanzato sistema di tiro della barra. Da queste e altre migliorie applicate alla gestione delle vigne e della cantina l’enologo francese ottenne un vino secco e stabile, ricavato da uve Nebbiolo, che presentò con il nome “Neive” all’Esposizione di Londra del 1862, guadagnando la medaglia d’oro. Oudart anticipò così di circa trent’anni la produzione delle prime bottiglie etichettate ufficialmente come “Barbaresco”, uscite dalle cantine del castello di Barbaresco nel 1894, grazie all’opera di Domizio Cavazza, agronomo, ampelografo e produttore di vini. Se così non fosse accaduto, Neive godrebbe oggi di