Agosto 15, 2020

La bella facciata gotica della Chiesa di Sant’Antonio di Ranverso.

La bella facciata gotica della Chiesa di Sant’Antonio di Ranverso.

La bella facciata gotica della chiesa di Sant’Antonio Ranverso

Aveva invece una funzione più di assistenza la precettoria di Sant’Antonio Ranverso, che sorge alle porte di Torino. Si tratta di un complesso creato tra XII e XV secolo su spinta di Umberto III di Savoia, punto di assistenza per i pellegrini sulla via Francigena. Domina la chiesa, con sacrestia e chiostro, tutto in stile gotico. Nel borgo sorgeva l’ospedale dell’ordine degli Antoniani. Le Storie di Sant’Antonio abate sono il tema degli affreschi del XIII secolo nella facciata interna della chiesa mentre di Giacomo Jaquerio sono gli affreschi Imago Pietatis sulle mura di abside, presbiterio e sacrestia. L’altare è dominato dal polittico cinquecentesco di Defendente Ferrari. Viene realizzata invece tra 1039 e 1053 l’abbazia dei Santi Nazario e Celso, a San Nazzaro Sesia (in provincia di Novara). Nasce su indicazione di Riprando, vescovo di Novara, al centro di terreni da bonificare ma anche in una posizione strategica: non a caso vengono scavati fossati e innalzate mura. Lo stesso campanile romanico aveva funzioni di difesa. Affidata ai benedettini, sorge in stile romanico e viene rifatta nel XV secolo grazie alle indicazioni dell’abate Antonio Barbavara, che la fortifica ulteriormente, come testimonia la torre mozza all’ingresso. Il chiostro in stile gotico lombardo, del Quattrocento, è affrescato con le storie di San Benedetto.

 

Una veduta del chiostro cinquecentesco di Novalesa

Risale al 30 gennaio 726 (ed è il documento più antico conservato nell’Archivio di Torino) la fondazione dell’abbazia di Novalesa, in Val Cenischia, in provincia di Torino. L’atto si deve ad Abbone, signore franco di Susa, che la pensava come un edificio di controllo sulla strada del valico del Moncenisio. Nel corso degli anni diviene un monastero benedettino tra i più potenti e influenti d’Europa (non a caso saccheggiato dai saraceni). I benedettini tornano nel 1972, prendendo il posto dei cistercensi, entrati nel XVIII secolo. Dell’epoca cinquecentesca sono rimaste due ali nel chiostro, mentre la chiesa (ricostruita nel Settecento) contiene alcuni affreschi romanici e tardogotici. Meritano una visita le quattro cappelle nelle vicinanze, dedicate a Maria, al Santissimo Salvatore, a San Michele e a Sant’Eldrado, notevole – quest’ultimo – per gli affreschi dell’XI secolo dedicato allo stesso santo e a San Nicola. Di grande impatto è poi l’abbazia di Santa Maria di Vezzolano ad Albugnano, in provincia di Asti. La leggenda la fa risalire a Carlo Magno: l’imperatore dei Franchi, andando a caccia, si fermò davanti a una capanna dove alcuni scheletri si esibivano in una danza macabra. Era la casa di un monaco, che lo convinse a erigere una chiesa in onore di Maria. Il primo documento in cui viene citata l’Ecclesia di Santa Maria di Vezzolano è del 1095. La canonica, affidata agli agostiniani, vive il massimo splendore tra 1100 e 1200. In stile romanico-gotico, possiede uno dei più bei chiostri del Piemonte, con affreschi del Trecento.

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