IRIS-UNINICA.L’abate era riconosciuto come il capo di tutto l’ordine, ed era nominato direttamente dal papa; immediatamente dopo di lui stava il prior claustralis, superiore della casa del Delfinato, e a seguire il cellerario, responsabile dei beni temporali, della ripartizione degli alimenti e delle elemosine, ed entrambi erano nominati dall’abate. Quest’ultimo aveva anche il diritto di nomina dei precettori generali, nonché di concedere la creazione di nuove precettorie.
IRIS-UNINICA.L’abate era riconosciuto come il capo di tutto l’ordine, ed era nominato direttamente dal papa; immediatamente dopo di lui stava il prior claustralis, superiore della casa del Delfinato, e a seguire il cellerario, responsabile dei beni temporali, della ripartizione degli alimenti e delle elemosine, ed entrambi erano nominati dall’abate. Quest’ultimo aveva anche il diritto di nomina dei precettori generali, nonché di concedere la creazione di nuove precettorie.
Un ordine fortemente gerarchizzato
I nuovi statuti, elaborati dal primo capitolo generale successivo all’erezione
dell’ordine, tenutosi il 14 aprile 129859, ma promulgati solo nel 1312, stabilivano una
tripartizione tra i componenti dell’ordine: i preti, i laici e i conversi; i primi si
occupavano degli offici spirituali, i laici prestavano assistenza ai malati, e i conversi
si occupavano degli incarichi più umili. L’abate era riconosciuto come il capo di
tutto l’ordine, ed era nominato direttamente dal papa; immediatamente dopo di lui
stava il prior claustralis, superiore della casa del Delfinato, e a seguire il cellerario,
responsabile dei beni temporali, della ripartizione degli alimenti e delle elemosine, ed
entrambi erano nominati dall’abate. Quest’ultimo aveva anche il diritto di nomina dei
precettori generali, nonché di concedere la creazione di nuove precettorie, la cessione
e l’acquisizione di beni, ma prima di intraprendere una qualsiasi di queste decisioni
doveva consultare i suoi quattro consiglieri, i diffinitores60.
Gli antoniani ebbero modo di espandersi rapidamente in tutta Europa grazie
all’appoggio pontificio, alla loro fama e alla diffusione del culto di sant’Antonio
abate. Conosciuti per la loro attività assistenziale, essi venivano chiamati da vescovi
e sovrani per gestire o fondare istituti di assistenza, ragione primaria della loro
presenza61. Secondo quanto affermava il poeta e troviero francese Guiot de Provins
(m. 1208) nella sua satira La Bible Guiot, i canonici si erano insediati rapidamente in
una vasta area che andava dalla Scozia ad Antiochia62.
Gli Antoniani di Vienne(o Antoniti o Antoniniani)
58 Les registres de Boniface VIII, op. cit., n. 1999 (1297 luglio 29), cfr. VILLAMENA, Religio sancti
Antonii Viennensis. Gli Antoniani tra medioevo ed età moderna, op. cit., p. 125-126. 59 CHEVALIER, Regeste Dauphinois, op. cit., III, 578, n. 15145. 60 MISCHLEWSKI, Un ordre hospitalier, op. cit., p. 39-40. 61 Sull’espansione dell’ordine, oltre a MISCHLEWSKI, Un ordre hospitalier, op. cit., cfr. RUFFINO,
Storia ospedaliera antoniana, op. cit., p. 144 e segg. Per la penisola italiana in particolare cfr.
FENELLI, Il Tau, op. cit., passim. 62 Cfr. Les Œuvres de Guillot de Provins, poète lyrique et satirique, éditées par J. Orr, Impr. de
l’Université, Manchester 1915, p. 71, v. 1962-1963. Si noti che, a detta del Falco, la precettoria
scozzese venne istituita al tempo di Artaud de Grandval (1418-1427), cfr. FALCO, Antonianae
Historiae, op. cit., fol. 91r, ma lo storico antoniano data nello stesso momento anche l’istituzione delle
precettorie di Sardegna, Sicilia e Barcellona, tutte precedenti al governo del de Grandval:
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Gli Antoniani di Vienne(o Antoniti o Antoniniani) Congregazione di frati laici sorta attorno al 1095 in Burge Saint-Antoine presso il delfinato di Gastone Signore di Vienne. Nata con lo scopo di assistere i malati che giungevano in pellegrinaggio al sepolcro nel quale si riteneva fossero conservati i resti di S. Antonio il Grande, furono associati alla comunità benedettina del luogo. Entrambi i gruppi avevano i loro compiti: i “benedettini”, chiamati dal vescovo, erano incaricati dell’assistenza spirituale degli ammalati e degli infermieri, possedevano la chiesa con le preziose reliquie di S. Antonio; gli ospedalieri laici, senza chiesa, dipendevano spiritualmente dai monaci e professavano norme di vita religiosa primitiva. Gli antoniani Seguirono inizialmente la regola benedettina e, solo nel 1247, abbracciarono quella agostiniana. Portavano sull’abito nero un Tau, ossia la T corrispondente alla † dell’alfabeto latino, di panno azzurro, per rappresentare la stampella con cui gli ammalati del fuoco, detto di S. Antonio, potevano reggersi. Erano dediti alla cura di infermità quali il fuoco di S. Antonio e l’ergotismo (intossicazione da segale cornuta); allevavano un gran numero di maiali, il cui lardo, impiegato nei massaggi, aiutava a far guarire le cancrene. I religiosi erano aiutati nel servizio ospedaliero da donati, conversi e da alcune donne di grande pietà; avevano diritto di questua. Nella casa madre il maestro divenne gran maestro e dal 1297, anno in cui la Congregazione ebbe diritto a propri canonici, abate; nelle case dipendenti il superiore si chiamò precettore. Nel XV sec. i Canonici Regolari Agostiniani di Sant’Antonio di Vienne assistevano oltre 4000 pazienti in ca. 370 ospedali. Nel 1776 le ultime 33 comunità passarono all’ordine dei gerosolimitani. |
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