Invito di Ersilio rivolto al Prof. Giuseppe Musolino noto per avere tradotto ai nostri tempi la poesia di Michele Pane “A fòcara” per spiegare “letimologia: dal latino “focus” = fuoco.
Invito di Ersilio rivolto al Prof. Giuseppe Musolino noto per avere tradotto ai nostri tempi la poesia di Michele Pane “A fòcara” per spiegare “letimologia: dal latino “focus” = fuoco.
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Invito di Ersilio rivolto al Prof. Giuseppe Musolino noto per avere tradotto ai nostri tempi la poesia di Michele Pane "A fòcara" per spiegare "l'etimologia: dal latino "focus" = fuoco.
Buonasera Giuseppe, ti invio un articolo del 2011 prima che ci conoscessimo del Prof. Giuseppe Presicce
lo trovo in perfetta sintonia con la sua descrizione,
il secondo articolo più lungo l'ho fotografato in 3 fogli con 3 numeri 1/2/3 del Prof. Armando Polito, scrive su Fondazione Terra D'Otranto in questo portale si trova la perplessità da dove viene ara?
Quanto avremmo il piacere di vederti sul tavolo della Saletta della Cultura di Novoli,
capiremmo altre cose sulla focara.
un saluto
Ersilio
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Prof. Giuseppe Presicce dirige il portale Dialettosalentino
significato in italiano: catasta di legna ardente, falò.
etimologia: dal latino "focus" = fuoco. Più precisamente, trattasi di neutro plurale con il suffisso "ra" dovuto ad una migrazione, nella parlata volgare, della forma classica "focus – foci", di genere maschile, dalla seconda alla terza coniugazione ("focus – foc?ris", di genere neutro) in omologazione ai numerosi termini con uscita in "us – ?ris", come "tempus – temp?ris", "decus – dec?ris", "frigus – frig?ris" ecc. Il passaggio, poi, dal significato plurale ("fuochi") a quello singolare ("falò") è analogo a quello verificatosi per alcuni termini della lingua nazionale: citiamo il caso di "pecora", neutro plurale di "pecus – pec?ris", che dal significato latino di "capi di bestiame" ha assunto quello italiano, appunto, di "pecora". Il lemma è presente in altri dialetti meridionali, come il siciliano (nel "Contrasto" di Cielo d'Alcamo troviamo una forma più vicina all'etimo: "tràjemi d'este fòcora" = "tirami fuori da questi fuochi della passione") ed il calabrese ("A fòcara", poesia di Michele Pane).
note: A Scorrano è più diffusa la forma diminutiva "focare??a" (con l'occlusiva retroversa sonora), con la quale si indica il grande falò che si accendeva, la vigilia della "cannilora" (in altri paesi il giorno di S. Antonio Abate), agli angoli di tutte le strade con le "sàrcine" messe a disposizione dal vicinato. Tale tradizione permane, ma in misura molto più limitata ed in via di estinzione. Quando ancora non esistevano gli odierni sistemi di riscaldamento, si usava riempire la "limma de lu focu" con la "roscia" della "focare??a" per portarla "pe' deuzione" nelle proprie case.
autore Ersilio Teifreto