Il testo dell’epigrafe allude alla tradizione locale secondo cui S. Antonio Abate sarebbe nato a Ventimiglia, che i Conti erano in grado di guarire gli Scufolosi
Il testo dell’epigrafe allude alla tradizione locale secondo cui S. Antonio Abate sarebbe nato a Ventimiglia, che i Conti erano in grado di guarire gli Scufolosi
Patrono del monastero era, invece, Sant’Antonio Abate 19, raffigurato, come precedentemente detto, in una tavola collocata in una nicchia al di sopra dell’ingresso, sotto cui è affrescata l’epigrafe:
DIVO. ANTONIO. ABBATI.
CIVI. ET. TVTORI. NRO.
CENOBIVM. HOC.
INCLYTA. SACRUR.. VIRGINÛ. PIETAS.
D. D. D.
ANNO. DNI. MDCCV.
Il testo dell’epigrafe allude alla tradizione locale secondo cui S.
Antonio Abate sarebbe nato a Ventimiglia 20, da madre di nobili origini,
cui si riallacciava anche la discendenza dei conti della città. La leggenda
sui natali del santo era sicuramente molto accreditata nel XVII sec.,
visto che ad essa è chiaramente ispirata anche l’iscrizione sull’arco del
presbiterio della chiesa, che recita:
HIC MATRIS IN GREMIO NOSTER
CONCIVIS FLORUIT ANTONIUS
MONIALES SUB EJUS TUTELA
SACRUM HOC EREXERE
1687
Tornando all’immagine del santo posta sotto il portico d’ingresso,
appare databile all’inizio del XVIII secolo, sebbene la tecnica scelta
per la realizzazione, olio magro su tavola, potrebbe indurre a collocare
l’opera in un’epoca precedente.
Sant’Antonio Abate è raffigurato secondo l’iconografia tradizionale, molto anziano, con la lunga barba bianca e il mantello nero. Con
la mano destra ripiegata al petto in un accenno d’inchino, regge
nell’incavo del gomito un bastone cui è attaccata una campana, mentre
con la mano sinistra tiene aperto un libro. Sopra la spalla sinistra è
impressa una croce a “t”. Sullo sfondo s’intuisce l’immagine di una
fiamma.