Aprile 20, 2018

Il Commissario Straordinario della Fondazione Ordine del Mauriziano Prof. Giovanni Zanetti definisce la Chiesa di Ranverso come Priorato S.Antonio Abate di Ranverso

Il Commissario Straordinario della Fondazione Ordine del Mauriziano Prof. Giovanni Zanetti definisce la Chiesa di Ranverso come Priorato S.Antonio Abate di Ranverso

Il Commissario Straordinario della Fondazione Ordine del Mauriziano

Prof. Giovanni Zanetti definisce la Chiesa di Ranverso come Priorato S.Antonio Abate di Ranverso

Ranverso. Di stile gotico, fu fondata nel 1188 da Umberto III di Savoia e poi dato in concessione ai Canonici Regolari di Sant’Antonio di Vienne. I Canonici dipendevano dal Priorato del ‘Rivo Inverso’ da cui nasce la storpiatura del nome in ‘Ranverso’.

Gli affreschi all’interno della chiesa sono di particolare pregio e tra questi ne spicca uno decisamente insolito raffigurante la donazione dei maialetti. Da ricordare che l’iconografia di Sant’Antonio Abate è sempre raffigurata insieme ad un maialino che i frati infatti allevavano per curare il ‘fuoco di sant’Antonio’. Si tratta di una patologia molto dolorosa provocata dall’Herpes Zoster che produce sfoghi sulla pelle. Causato da un virus, crea uno sfogo cutaneo a forma di cintura (l’etimologia di Zoster è appunto ‘cintura’) lungo il decorso dei nervi, soprattutto quelli toracici. A differenza della varicella, la comparsa di forte arrossamento e di bollicine a grappoli, non crea prurito, ma appunto dolore o bruciore. L’unico rimedio conosciuto all’epoca consisteva nello spalmare sulla parte malata del grasso animale.

I frati, ospitati anche a Torino a partire dal 1271 nella chiesa di San Dalmazzo in via Doragrossa (attuale via Garibaldi) per concessione del vescovo Gaufrido, avevano la particolarità di portare sempre con sé i loro maiali. Contraddistinti da un collare blu, erano liberi di vagare per le strade e furono gli unici animali che, durante il periodo della peste del 1630, non ebbero restrizioni e poterono continuare a girare indisturbati per la città.

 

Rilevatore Ersilio Teifreto

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