Abbazia Sant’Antonio di Ranverso fonte Ugo Capella Abbazia Successivamente Giuseppe Antonio Asinari lo vendette a Giovanni Battista Muffat De St. Amour che ne investì il figlio Pietro Ferdinando, il quale a sua volta nel 1787 lo cedette a De Blonay Francesco Filippo Michele. Sempre nel medesimo “Dizionario” vi è un cenno all’Abbazia di S. Antonio Abate di Ranverso (1), infeudata al Marchese Carron Carlo Giuseppe da Vittorio Amedeo II.
Abbazia Sant’Antonio di Ranverso fonte Ugo Capella Abbazia Successivamente Giuseppe Antonio Asinari lo vendette a Giovanni Battista Muffat De St. Amour che ne investì il figlio Pietro Ferdinando, il quale a sua volta nel 1787 lo cedette a De Blonay Francesco Filippo Michele. Sempre nel medesimo “Dizionario” vi è un cenno all’Abbazia di S. Antonio Abate di Ranverso (1), infeudata al Marchese Carron Carlo Giuseppe da Vittorio Amedeo II.
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1- Centro del paese 2- Cascina Novero (già Inverso) 3- Ponata (già Chiaperotti) 4- Cascina Grassis 5- Stazione ferroviaria 6- Precettoria di S. Ant. di Ranverso |
Cennisto – Teleion
Rosta, “Le Tavole di Camelot” – Teleion
( Territorio di Rosta nel 1900 circa )
A metà strada fra Rivoli e Avigliana su un territorio che va dalla Dora Riparia a nord fin oltre la collina morenica a sud, e a soli 18 Km da Torino, troviamo Rosta (già sobborgo di Rivoli fino al 1694).
Ha una superficie di circa 9,15 Kmq, e una altimetria che varia fra 322 metri slm. (lungo il fiume) e 522 metri slm. (sulla collina morenica) mentre il centro del paese si trova a 385 metri slm.
Il suo territorio confina con i seguenti Comuni: Caselette a nord; Rivoli a est; Villarbasse e Reano a sud; Buttigliera Alta a ovest.
Fondo argentato, due vette intersecate nel mezzo da una strada (la salita, appunto) sormontate dalla lettera “R” di colore rosso e, sopra, una corona. (vedi Stemma) |
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Stemma del Comune |
Secondo il “DIZIONARIO FEUDALE DEGLI ANTICHI STATI SARDI” di Francesco Guasco (1909), il feudo di Rosta nel dicembre del 1589 apparteneva al Signor De Rossillon Gabriele dal quale lo ereditò il Conte De Rossillon Gerolamo che costituì primogenitura a favore del genero Conte Asinari Carlo di Bernezzo.
Successivamente Giuseppe Antonio Asinari lo vendette a Giovanni Battista Muffat De St. Amour che ne investì il figlio Pietro Ferdinando, il quale a sua volta nel 1787 lo cedette a De Blonay Francesco Filippo Michele.
Sempre nel medesimo “Dizionario” vi è un cenno all’Abbazia di S. Antonio di Ranverso (1), infeudata al Marchese Carron Carlo Giuseppe da Vittorio Amedeo II.
(1) Più correttamente “Precettoria di S. Antonio di Ranverso ” dove si curava una forma di cancrena che colpiva gli arti e dovuta a derrate alimentari andate a male” (Ergotismo).
Curato era pure l’herpes zoster comunemente detto “fuoco di S. Antonio”