Festa dedicata al Patrono di Ranverso Sant’Antonio Abate, Il paracadute disse al paracadutista non so se mi spiego………
Festa dedicata al Patrono di Ranverso Sant’Antonio Abate, Il paracadute disse al paracadutista non so se mi spiego………

La Benedizione degli animali in devozione a Sant’Antonio Abate di Ranverso.
COMUNI di Buttigliera Alta e Rosta (TO)
Ricorrenza Gennaio
Titolo Festa Patronale
Dal 2006 è stata ripristinata presso la precettoria di Sant’Antonio di Ranverso la festa di sant’Antonio Abate, invocato come patrono dei contadini e protettore degli animali domestici. La festa si svolge rispettando alcune antiche consuetudini.
Ogni anno a Ranverso si svolge nella Domenica prima del giorno-17- o quella successiva, in onore di Sant’Antonio Abate, patrono del borgo, la “festa della benedizione degli animali e dei mezzi agricoli da lavoro “, un avvenimento che richiama molte persone anche dai paesi limitrofi.
Non si sa con esattezza a quando risale la venerazione dei Ranversini per il “santo del fuoco”, ma è da ritenere molto antica, probabilmente risale al 1.530 Questa considerazione nasce dal fatto che gli abitanti di Moncalieri una cittadina alle porte di Torino donarono il Polittico alla Chiesa in devozione a Sant’Antonio Abate che li aveva salvati dalla Peste, ogni anno il 17 Gennaio giorno della sua festa si recavano a piedi fino Ranverso per pregare e portare in processione il Santo del deserto, appunto la festa del fuoco con benedizione degli animali e tipicamente Antoniana.
Sant’Antonio è anche detto Santo del porcello, o più esattamente degli animali, perché la cultura popolare gli ha attribuito la facoltà di proteggere tutti gli animali da cortile e da stalla.
La festa Patronale di Sant’Antonio Abate di Ranverso , in provincia di Torino.
Testo a cura di Ersilio Teifreto volontario virtuale A.S.A.R (Amici di Sant’Antonio Abate di Ranverso. Il borgo fino al 1980 contava circa 150 abitanti nel 2021 è completamente disabitato. Ranverso sin dall’origine ha maturato il culto per il Santo eremita e nel corso del tempo una duplice vocazione per il Santo del deserto e per la vita agricola, l’emblema identitario viene tuttavia recuperato nei momenti più importanti della sua vita sociale. Tra questi, il più importante è certamente la festa patronale di Sant’Antonio Abate, che cade a gennaio, ma il programma con i preparativi per la festa cominciano molto tempo prima della data canonica, poiché l’organizzazione della stessa, viene curata dai volontari, dal Parroco , la Proloco e comitato festa. si sviluppa già da Dicembre e si articola in una pluralità di iniziative (con riti religiosi, benedizione degli animali e trattori)
Il monaco egiziano è venerato a Ranverso dal 1.156 quando fu costruita la prima Chiesa in Italia a lui dedicata. Le autorità civile e il clero chiesero al vescovo il riconoscimento del santo come protettore, privilegio concesso dalla Sacra Congregazione dei Riti, nel 1883 la Chiesa venne dichiarata Monumento Nazionale.
A Ranverso, nei comuni di Rosta e Buttigliera Alta, si celebra ancor oggi il 17
gennaio di ogni anno la festa di Sant’Antonio Abate; vi partecipano soprattutto i
contadini e gli abitanti dei dintorni. Si benedicono in particolare gli animali con un
buon augurio per l’imminente annata.
Ma la festa ha radici antiche. Un ricordo è presente ancora negli affreschi
gotici dell’abside sulla porta della sacrestia: due contadini, dipinti con icastico senso
della realtà, camminano verso l’altare portando al guinzaglio due maiali neri molto
simili alle cinte senesi.
Maggiore fu sicuramente la festa del 17 gennaio 1532, sotto il governo degli
Antoniani. Dovette essere ben singolare, irripetibile, nella chiesa illuminata dai ceri,
dalle candele e soprattutto dallo splendore aureo del nuovo superbo polittico di
Defendente, probabilmente con grande partecipazione dei contadini del tempo, sui
volti dei quali si stampò il miracolo delle luci del memorabile giorno.
in “Arte Cristiana”, Anno XCVIII 857, marzo – aprile 2010
Alle ore 10.30 davanti alla precettoria si radunano i trattori e gli animali da lavoro. Quindi alle ore 11.00 viene celebrata la Santa messa, durante la quale avviene la benedizione dei pani (dolci a forma di animali) e la lettura della preghiera del contadino. Al termine della funzione alcune persone in costumi d’epoca e abiti monastici con simbolo del Tau provvedono alla distribuzione dei pani benedetti. Segue nella graziosa piazzetta e nei viali della precettoria la sfilata dei trattori e degli animali, per la benedizione solenne. Il pranzo conviviale, organizzato dai coltivatori diretti di Buttigliera Alta e Rosta, conclude la manifestazione.
Sant’Antonio abate e gli animali in tempo di pandemia – Vatican News
Allegato A – Gazzetta Ufficialehttps://www.gazzettaufficiale.it › atto › caricaArticolo
- Al via la Rete Italiana delle Feste dedicate a “Sant’Antonio Abate”: Macerata Campania fra i coordinatori internazionali (radioprimarete.it)
-
- Comune di Novoli – La storia della focara


Allegato A DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DEL TENIMENTO DI SANT’ANTONIO DI RANVERSO ai sensi dell’articolo 136, comma 1, lettera c) del …
Le interpellanze.
SAPONARA, sottosegretario di Stato per l’interno. Signor Presidente, onorevoli senatori, nel rispondere congiuntamente alle interpellanze
2-00630 (da considerarsi superata) e 2-00697, la prima dei senatori Eufemi e Zanoletti e la seconda del senatore Eufemi, preciso che, come peraltro giaricordato dagli onorevoli interpellanti, la legge 21 gennaio 2005, n. 4, di conversione del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277, ha profondamente innovato l’assetto giuridico dell’Ordine Mauriziano. Con tale legge, infatti, l’attivita ospedaliera dell’ente estata trasferita alle strutture della Regione Piemonte ed e stata costituita la «Fondazione
Ordine Mauriziano» per la gestione del patrimonio immobiliare e mobiliare dell’ente, con lo scopo di conservare la tradizione storico-culturale
e risanare il dissesto finanziario verificatosi durante l’amministrazione dell’Ordine negli anni precedenti.
Sull’attivitadella Fondazione vigila un Comitato costituito da cinque membri di cui uno nominato dal Presidente del Consiglio dei ministri, uno dal Ministero dell’interno, uno dal Ministero per i beni e le attivita culturali e gli altri rispettivamente dalla Regione Piemonte e dall’Ordinario
Diocesano di Torino.
Il Comitato ha il compito di presentare una relazione annuale al Presidente del Consiglio dei Ministri che provvede a trasmettere la stessa alle
competenti Commissioni parlamentari.
In merito all’utilizzo degli spazi dei complessi dell’Abbazia di Santa
Maria di Staffarda e dell’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, la Fondazione Mauriziana ha riferito che con delibera n. 102 del 25 febbraio 2003
il commissario straordinario ha approvato l’aggiornamento del regolamento per l’utilizzo dei monumenti artistici e delle relative tariffe di locazione.
II regolamento viene applicato sia per il complesso abbaziale di Santa
Maria di Staffarda, che per l’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, ed
esclude, all’articolo 1, che possano essere concessi in locazione temporanea gli spazi consacrati. L’uso di tali luoghi eprevisto solo per l’esecuSenato della Repubblica XIV Legislatura – 2 – 800ª Seduta (pomerid.) Assemblea - Resoconto stenografico 12 Maggio 2005 zione di concerti il cui svolgimento, in base alla regola gia adottata dai
disciolti organi ordinari dell’Ordine mauriziano, esubordinato al parere vincolante ed insindacabile, nonche´ all’autorizzazione preventiva delle autorita religiose competenti, che valutano i testi musicali prescelti e il
fine morale dell’associazione o del gruppo richiedente la concessione degli spazi.
Le tariffe previste costituiscono esclusivamente il corrispettivo delle
spese vive sostenute dalla Fondazione, come la custodia, la sorveglianza
e il consumo di elettricita`. L’adeguamento delle regole e delle tariffe
per le locazioni degli spazi espositivi presso i siti monumentali e storico-artistici e le numerose richieste di concessione avanzate in occasione
dello svolgimento dei Giochi invernali del 2006, hanno reso necessario
bandire una gara pubblica per la valutazione delle offerte.
Con delibera n. 88 del 22 marzo 2005, il commissario ha quindi avviato le procedure per l’aggiudicazione, in affitto giornaliero o per brevi
periodi, di locali o siti storici mauriziani per esposizioni, congressi, fiere
e manifestazioni aperte al pubblico per il periodo 1º luglio 2005-30 aprile
2006
ALLEGATO A – DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DEL
TENIMENTO DI SANT’ANTONIO DI RANVERSO ai sensi dell’articolo 136, comma 1,
lett. c) del d.lgs. n. 42/2004. Comuni interessati: Buttigliera Alta (TO), Caselette (TO),
Rosta (TO)
- Descrizione generale dell’area e motivazioni della tutela
Il Tenimento di Sant’Antonio di Ranverso si trova in posizione baricentrica rispetto a
diverse importanti aree di interesse paesaggistico, naturalistico e geologico. Il lembo
settentrionale è ricompreso all’interno del Sito di Importanza Comunitaria “Monte Musinè e
Laghi di Caselette”; la parte centrale è interessata dalla Zona intermorenica aviglianese
(D.M. 1/8/1985); a ovest si colloca l’affioramento roccioso del Moncuni, Sito di Interesse
Regionale. Ai piedi del Moncuni si trovano i Laghi di Avigliana, riconosciuti quali Sito di
Importanza Comunitaria e Zona a Protezione Speciale, nonché inseriti nell’omonimo parco
naturale; a est del Tenimento si eleva infine la Collina Morenica di Rivoli (D.M. 1/8/1985).
I Tenimenti della provincia torinese sono collocati in aree a carattere periurbano in un
territorio caratterizzato da una netta impronta insediativa: Sant’Antonio di Ranverso, in
particolare, si pone al centro fra le conurbazioni di Rosta, Buttigliera Alta e Caselette e
costituisce una sorta di “polmone verde” all’interno di un ambito fortemente urbanizzato.
Per quel che riguarda la rete dei beni culturali, la più importante emergenza architettonica
è rappresentata dal complesso abbaziale (precettoria) di Sant’Antonio di Ranverso,
entrato a far parte dei beni dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro a seguito
dell’abolizione, tramite bolla papale, dell’Ordine Antoniano nel 1776.
La precettoria – il complesso costituito dalla chiesa, il convento, le cascine e l’ospedale –
fu costruita in seguito a una donazione (1180-1185 circa) del conte Umberto III di Savoia,
che la volle in prossimità di un ramo della Via Francigena e la affidò agli Antoniani, che si
dedicavano all’assistenza dei pellegrini che percorrevano la strada devozionale; a questo
scopo venne costruito l’ospedale, edificato alla fine del XV secolo.
Al momento dell’acquisizione del Tenimento da parte dell’Ordine mauriziano, esso era
prevalentemente composto da un’ampia estensione di boschi, prati e campi, al centro
della quale si collocavano gli edifici della precettoria ospedaliera. Essa comprendeva la
chiesa di Sant’Antonio e gli adiacenti Palazzo del Priore e Cascine di Levante, Bassa, di
Mezzo, di Ponente (sistemati in una “corte” chiusa da muri e percorsa dal canale di Rivoli),
nonché l’Ospedaletto sull’altro lato della strada e la Cascina Grangetta più a nord, oltre la
Dora, unita al complesso principale tramite un ponte in legno.
Tali edifici erano sorti successivamente alla fondazione della precettoria, giacché le prime
notizie dell’insieme riportavano la sola presenza di chiesa, monastero e ospedale. Il
monastero, posto a sud della chiesa, venne inglobato negli edifici della Casa Priorale (XVII
secolo) e più tardi in quelli della Cascina di Mezzo (1724); l’ospedale, già sistemato
separatamente dagli altri fabbricati lungo la cortina opposta della strada, mantenne solo la
facciata tardoquattrocentesca, ma fu completamente ridisegnato nella parte retrostante
quando venne adibito, nel 1738, ad azienda agricola con la denominazione di
Ospedaletto.
Nell’ultimo ventennio del Settecento, l’Ordine Mauriziano curò grandi lavori di
trasformazione, intrapresi allo scopo di razionalizzare i percorsi e di migliorare lo
svolgimento delle attività agricole. Furono risistemate le aziende che facevano parte del
complesso della precettoria e tracciate (1778) nuove strade o rotte di caccia realizzate nei
boschi circostanti Ranverso, che ricoprivano anche la funzione di supporto alla
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manutenzione degli stessi. Tali percorsi spiccavano per il loro disegno regolare, rettilineo,
talvolta scenografico: è il caso di quelli che incorniciano la Cascina Nuova e il grande
complesso principale.
Fra le altre strade storiche presenti all’interno del Tenimento vi è il sentiero, risalente al
XVIII secolo, che, in direzione nord-sud, collegava la cascina Grangetta al concentrico,
oggi solo parzialmente riconoscibile, in quanto la costruzione di numerose infrastrutture
viarie ne ha compromesso la continuità.
L’andamento dei piccoli corsi d’acqua è invece ancora oggi distinguibile; il tracciato della
ferrovia Torino-Modane, ad esempio, segue quello di una vecchia bealera.
La Cascina Nuova fu progettata da Giovanni Battista Ferroggio nel 1782-1785, secondo il
modello razionale che informava le aziende rurali settecentesche: una grande corte, dal
disegno regolare, recintata dal muro, in cui i corpi edificati (abitazione, stalla, fienile e
tettoie) si sviluppano senza soluzione di continuità lungo il perimetro, a racchiudere lo
spazio centrale.
Lo stesso progettista, tra 1781 e 1783, eseguì la sostituzione di due delle vecchie cascine
che costituivano la precettoria con nuove abitazioni e, soprattutto, nuove stalle dal disegno
moderno (1789), ovvero completamente in muratura.
Ancora nella zona boschiva a sud del complesso della precettoria, nel 1830, lungo la
strada del Moncenisio, sorse una stazione di posta che gradualmente si sarebbe
trasformata in azienda rurale – la Cascina Baraccone, nona azienda del Tenimento. Più
tardi, nel 1857, venne infine risistemata la chiesetta campestre della Madonna dei Boschi.
La Cascina Baraccone si trova attualmente in condizioni di abbandono, mentre altri edifici
rurali del Tenimento, come la Cascina Grangetta, ospitano tuttora aziende agricole in
attività; sulla Cascina Nuova sono in corso interventi di manutenzione.
A testimonianza del valore storico-culturale e ambientale del Tenimento di Sant’Antonio di
Ranverso, su di esso sono operanti diversi regimi di tutela:
Vincoli monumentali:
− abbazia di Sant’Antonio di Ranverso e fabbricati annessi, siti lungo la strada di
transito della val di Susa verso il Moncenisio e il Monginevro (R.R. n. 203 del
12/01/1978; Not. Min. 06/04/1910); Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso e fabbricati
annessi (zona di rispetto) (D.M. 07/02/1978);
Vincoli paesaggistici:
− dichiarazione di notevole interesse pubblico della Zona Intermorenica Aviglianese
(D.M. 01/08/1985).
La dichiarazione riconosce il ruolo svolto dalla proprietà mauriziana nel preservare
parzialmente l’unità territoriale e l’integrità della trama agraria del Tenimento, aspetti che
ne determinano i tratti peculiari e lo rendono meritevole di tutela. Essa si pone in continuità
e coerenza con le indicazioni del Piano paesaggistico regionale (p.p.r.), adottato con
deliberazione della Giunta regionale 4 agosto 2009, n. 53-11975, che, all’articolo 33,
prevede per i Tenimenti mauriziani la procedura di cui agli articoli 138-140 del Codice.
Per le motivazioni sopra richiamate, si dichiara il notevole interesse pubblico del
Tenimento di Sant’Antonio di Ranverso ai sensi dell’articolo 136, comma 1, lett. c) del
d.lgs. n. 42/2004, in quanto “complesso di cose immobili che compongono un caratteristico
aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici”.
3 - Descrizione della perimetrazione dell’area oggetto di dichiarazione di notevole
interesse pubblico e individuazione cartografica
2.1 Premesse
Al fine di contribuire alla protezione, gestione, integrità e autenticità del Tenimento di
Sant’Antonio di Ranverso, si introducono alcune modifiche al perimetro dell’area oggetto di
dichiarazione di notevole interesse pubblico rispetto ai limiti della proprietà mauriziana, in
quanto si intende privilegiare, ove possibile, l’individuazione di elementi di confine di tipo
antropico e fisico-naturalistico (rete viaria, bealere). Dove ciò non è stato possibile, in
quanto la sostanziale continuità del paesaggio non permette di identificare i suddetti
elementi, sono stati mantenuti quali riferimento per la perimetrazione i limiti catastali della
proprietà storica.
2.2 Descrizione
Il perimetro ha inizio dal punto di incontro della S.S. 25 del Moncenisio e il limite
occidentale della particella 8 del foglio 2 del comune di Buttigliera Alta; sale lungo tale
limite includendo detta particella, insieme alla 174; piega verso ovest, comprendendo i
mappali 4, 202, 200 e 17 dello stesso foglio, risale lungo il confine Ovest delle citate
particelle 17 e 202, fino al limite settentrionale della particella 204 (esclusa). Scende
quindi includendo le particelle 9 del foglio 8, 243 e 50 del foglio 1. Attraversato il canale
che, dallo stabilimento industriale, sfocia nella Dora Riparia, ne segue il corso in direzione
nord-est, includendo i mappali 2 e 1 del foglio 2 e 51 e 112 del foglio 1. Sale lungo il
confine tra i fogli 2 (interno) e 1 (esterno), discostandosene per includere anche i mappali
51 e 112 del foglio 1. Oltrepassate con una retta immaginaria la Dora e l’autostrada A32
Torino-Bardonecchia, segue in direzione ovest il tracciato autostradale, per salire lungo il
limite amministrativo tra i comuni di Caselette (interno) e Avigliana (esterno). Si discosta
dal predetto confine in corrispondenza del limite orientale del mappale 40 del foglio 13
(comune di Caselette), e scende includendo anche i mappali 228, 227, 305 e 225 del
medesimo foglio; prosegue quindi in direzione est lungo la bealera, comprendendo, con
quest’ultimo, i mappali 224, 223, 222, 221, 220, 219 e, oltrepassata la S.P. 198, i mappali
218, 217, 216, 215, 214, 213, 212, 211, 210, 209, 208, 206, 204, 203, 202, 201, 200, 199,
271, 198, 197, 196, 195, 194 e 295. Sale quindi in direzione nord-ovest lungo il limite
occidentale dei mappali 171 e 166, fino a incontrare il limite amministrativo tra i comuni di
Caselette (interno) e Avigliana (esterno). Segue tale limite in direzione est e
successivamente nord-est, fino a raggiungere il confine tra i fogli 12 (interno) e 11
(esterno). Ne segue l’andamento in direzione est fino al limite orientale della particella 2
del foglio 12, includendola, insieme ai mappali 7, 9 e 11. Superata la strada di Frazione
Grangiotto, si attesta sul confine tra i fogli 15 (interno) e 16 (esterno), che segue,
oltrepassando la S.S. 24 del Monginevro, fino al limite meridionale della particella 37 del
foglio 15. Piega per un breve tratto verso ovest, per poi scendere includendo il mappale - Prosegue lungo una retta immaginaria che, attraversate l’autostrada A32 e la Dora
Riparia, collega il vertice sud-orientale del mappale 72 e il vertice nord-occidentale della
particella 8 del foglio 1 (comune di Rosta). Segue verso est l’andamento del fiume; in
corrispondenza del mappale 239 del foglio 2, piega in direzione sud-est e
successivamente sud, includendo i mappali 196, 49, 201, 381, 378, 377 e 374 dello stesso
foglio. Attraversa quindi la S.S. 25 del Moncenisio, tracciando una linea immaginaria che
collega quest’ultimo mappale con il limite orientale della particella 192 del foglio 7,
includendola ed escludendo la rotatoria. Prosegue verso sud, includendo i mappali 191,
195 e 189; piega quindi in direzione ovest, comprendendo i mappali 185 e 188, per risalire
comprendendo i mappali 187, 186 e 174, che segue anche in direzione ovest, per
includere successivamente i mappali 42 e 3. Piega quindi verso sud lungo il limite
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orientale di quest’ultimo, includendo i mappali 46, 50 e 17; attraversata via Sant’Antonio di
Ranverso, ne segue l’andamento in direzione sud-est, includendo i mappali 53, 151, 152,
149 e 150. Segue quindi il confine orientale di quest’ultima particella; oltrepassa il tracciato
ferroviario attestandosi lungo una retta immaginaria che collega il vertice sud-est della
citata particella 150 con il vertice nord-est della particella 414 del foglio 8, includendola.
Prosegue quindi in direzione sud e successivamente ovest, includendo le particelle 423,
314 e 421. Prosegue quindi includendo la particella 71 dello stesso foglio, e i mappali 14,
13, 129, 11 e 4 del foglio 13. Prosegue quindi verso ovest nel comune di Buttigliera,
includendo la particella 7 del foglio 7, e proseguendo verso ovest e successivamente nord
lungo il limite tra i fogli 7 (interno) e 8 (esterno). Sale ancora, in direzione della frazione
Ferriera, attestandosi lungo il limite tra i fogli 6 (interno) e 9 (esterno) e 6 (interno) e 5
(esterno). Segue per un breve tratto il tracciato ferroviario in direzione est e lo attraversa
con una retta immaginaria che si congiunge al limite sud-ovest della particella 3 del foglio
3, includendola, per risalire lungo il limite occidentale della particella 2. Il perimetro si
attesta infine in direzione est lungo la S.S. 25 del Moncenisio, includendola, fino al punto
di partenza.
2.3 Cartografia
L’esatta individuazione cartografica dell’area oggetto di dichiarazione di notevole interesse
pubblico è stata riportata su Carta tecnica regionale, in scala 1:10.000, aggiornamento
anni 1991-2005. La cartografia riportata di seguito, parte integrante e sostanziale della
dichiarazione, è una riduzione della suddetta carta in scala 1:10.000 che è consultabile sul
sito internet della Regione Piemonte, sezione Paesaggio.
I PELLEGRINAGGI LUNGO LA VIA FRANCIGENA
La Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso è ubicata lungo la Via Francigena, che da Canterbury, conduceva i pellegrini in Terra Santa. In Francia tutte le rotte dei fedeli confluivano su Chambery e da qui i pellegrini si avviavano verso la Valle dell’Arc, per salire al Colle del Moncenisio. Giunti sulla sommità trovavano ristoro presso l’Ospizio fondato nel IX secolo da Ludovico il Pio con il compito di accogliere i viandanti. Essi, percorrendo la Strada Reale, scendevano a Novalesa, dove si trova l’abbazia fondata nel 726, una delle più antiche dell’arco alpino occidentale. L’itinerario proseguiva a Susa e nella valle, con una tappa fondamentale: la Sacra di San Michele. I pellegrini non potevano accedervi in quanto l’ingresso in questa abbazia millenaria era riservato a pochi eletti. Essi si fermavano a Sant’Ambrogio e proseguivano poi verso la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Il complesso è stato fondato nel 1188 per volere del Beato Umberto III. Egli voleva una chiesa dotata di foresteria per i pellegrini e di lazzaretto per la cura dei malati di ergotismo e ne affidò la gestione agli Antoniani, detti anche “cavalieri del fuoco sacro”. Da qui i fedeli ripartivano in direzione di Torino, Chivasso e Vercelli, fino a raggiungere Pavia, un’altra tappa fondamentale del loro lungo viaggio.
Sant’Antonio di Ranverso nel 2021resta disabitata.
L’ultima famiglia nel Gennaio 2021 ha lasciato con nostalgia la casa nella cascina Bassa di Ranverso dove sono cresciuti i loro 4 figli , ed e stata salutata con gli applausi da noi volontari, giornalmente passavano nei vialetti del borgo speciale di Sant’Antonio di Ranverso per portare le mucche al pascolo era sempre un momento di gioia tra la curiosità dei visitatori che s’immaginavano di vivere in un luogo medievale, continua Ersilio Teifreto la cascina era attrezzata per l’allevamento di bovini e suini gestita dalla famiglia e sistemata in una”corte” chiusa da mura e percorsa dal canale della bealera, la famiglia mancherà molto ai frequentatori del borgo che durante la giornata avvertono la loro assenza, la cascina bassa era l’ultima cascina ancora abitata nel concentrico della precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.
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Sì, Ersilio Teifreto ha un ruolo cruciale nel diffondere la tradizionale Fòcara facendola conoscere dal Salento a un pubblico del Nord Italia.
Facebook Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.Il 23 ottobre 2021 a Roma preso la sede dei Beni Culturali ci sarà la prima giornata Nazionale delle feste dedicate Sant’Antonio Abate presentate dalla Reteitalianasantantuono e ICPI. E ci siamo anche noi!
