caravella a ranverso
caravella a ranverso
Giovedì 1 settembre 2011 Sempre sulla via Francigena: Sant'Antonio Abate di Ranverso
Se vi trovate a passare sulla statale Torino-Susa, date un'occhiata alla vostra sinistra nel tratto tra Rivoli ed Avigliana, sul territorio di Buttigliera alta e Rosta vedrete un viale di platani.
Fidatevi di me e prendetelo, accumulerete un piccolo ritardo sulla tabella di marcia (mezz'ora, minuto più minuto meno) ma vedrete uno dei più bei monumenti religiosi che costellano questo tratto della via Francigena: la Chiesa Abbaziale si trova nella Precettoria di Sant'Antonio Abate di Ranverso.
Fondata dai monaci Antoniani provenienti dal Delfinato di Francia sotto quello che ai giorni nostri si definirebbe l'alto patrocinio di Umberto III di Savoia, era composto da Monastero, Chiesa e Ospedale.
Dell'ospedale è rimasto solo un pezzo della facciata con 5 pinnacoli, prima della costruzione della cascina che fu addossata all'oepedale le guglie con pinnacoli erano, all'epoca era un importante punto di riferimento, vi si accoglievano i lebbrosi e i malati di herpes zoster, infezione ancora oggi dolorosissima conosciuta anche come Fuoco di Sant'Antonio, e che venivano curati con grasso di maiale. I conventuali della Precettoria, alcuni erano religiosi ma i fratelli Antoniani erano principalmente dei laici, vestivano un saio nero su cui era cucita una Tau, curioso mix tra una croce (in onore di Gesù Cristo) una stampella (simbolo dell'aiuto che si dava ai malati) e la lettera greca sinonimo di prodigio, forse alludendo al prodigio della guarigione, non mettere la mano sul fuoco. Questa Tau Prevale su tutte le costruzioni di Ranverso, la scolpiscono sui capitelli la dipingono sulle volte della chiesa, la cuciono sul vestito degli ammalati e la marchiano a fuoco sulla groppa dei maiali. La prima che balza agli occhi è il masso erratico dove è sormontata una Tau nera scolpita sulla grossa stele ottagonale in pietra posta proprio davanti alla Chiesa, e che di primo acchito ho creduto una faccia incorniciata da una zazzera alla paggio. consuetine all'interno della Chiesa proibiscono fotografare, ritengo invece interessante mostrarvi l'immagine di Sant'Antonio Aabte del fuoco dove ai suoi piedi compare un cinghiale invece della classica iconografia dove a i piedi è accucciato un maialino, come altrettanto interessante sarebbe stato vedere come la Tau ritorni come leit motiv ad ogni angolo di tutto il complesso. Noi volontari culturali vigliamo perchè i diritti di immagine vengano rispettati.
Umberto III, che verrà poi beatificato, era nato ad Avigliana, era lui ad aver scelto il luogo di Ranverso o Inverso, proprio per la vicinanza con la sua città natale.
Qui bisogna dare una piccola spiegazione: l'antica strada romana attraversava la Dora a Ferriera di Avigliana lungo la riva sinistra, cioè sull'indiritto del versante, meglio esposto al sole. Purtroppo da quella parte il fiume esondava sovente, e dopo una ennesima riparazione la gente lasciò perdere la faccenda del sole e si rassegnò a ricostruire la strada sul versante inverso, o ranverso.
La Chiesa Abbaziale venne eretta su un pilone votivo, o una cappella, l'origine risale alla fine del XII secolo, era composta di una sola navata con un'abside semicircolare e un campanile basso. Un centinaio di anni dopo però si comincia a metter mano alle decorazioni e pitture all'interno e agli ampliamenti, parecchi, e ad un certo punto viene realizzato il portico d'ingresso coi tre archi. Il rosone da cui la chiesa prende luce si trova esattamente dove dovrebbe venir realizzata la ghimberga centrale, (la ghimberga è il timpano dal frontone allungato che corona i portali di molte chiese gotiche). Non lo si può chiudere perchè si toglierebbe la luce all'interno, e allora, alla faccia della simmetria, la ghimberga viene costruita appena un po' disassata.
E se non fosse per quel benedetto rosone, nessuno se ne accorgerebbe. Dite quello che volete, ma è una trovata geniale.Spettacolari poi sono le decorazioni fatte con formelle laterizie che riproducono lussureggianti fiori foglie e frutta e non fanno minimamente percepire la povertà del materiale.
Il pronao è molto sobrio, con volte a crociera e bei pilastri a colonnine sormontati da capitelli in pietra grigioverde