Il Comitato di Vigilanza , non ha voluto appoggiarsi alla Fondazione per un rapporto di alterità. Buttigliera Alta, Rosta (TO): − Complesso abbaziale di Sant’Antonio di Ranverso e relativo “Concentrico” comprendente: Ospedaletto, edifici civili, agricoli e rurali.
Il Comitato di Vigilanza , non ha voluto appoggiarsi alla Fondazione per un rapporto di alterità. Buttigliera Alta, Rosta (TO): − Complesso abbaziale di Sant’Antonio di Ranverso e relativo “Concentrico” comprendente: Ospedaletto, edifici civili, agricoli e rurali.
amministrazione dell’Ente». Infine, nell’art. 14, co. 6, Statuto, si stabilisce che «ai componenti del Comitato non spetta alcun compenso, salvo il rimborso delle spese inerenti e documentate». 4. L’attuale Comitato di yigilanza. A) Questo Comitato di vigilanza si è insediato il 30 novembre 2020, dopo aver tutti gli enti nominato i 5 membri (cfr. nota Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri 9 novembre 2020). È composto da: Riccardo Viriglio, con funzioni di Presidente (awocato, nominato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri); Elisabetta Ballaira (storica dell’arte e Direttrice esecutiva della Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura-Compagnia di San Paolo, nominata dal Ministero della cultura); Emilio Bordali (dottore commercialista, nominato dal Ministero dell’interno); Marco Scazzòla (dottore commercialista, nominato dalla Regione Piemonte); Adriano Sozza, Vice Presidente (architetto, nominato dall’Ordine diocesano di Torino). B) Questo Comitato di vigilanza è 11Storicamente il primo” secondo lo Statuto del2018. Pertanto non ha trovato di fronte a sé alcuna prassi o consuetudine per interpretare e attuare le scarne disposizioni di Legge e di Statuto sul Comitato. Come si vedrà meglio nel corso della Relazione, in questo secondo anno di attività il Comitato di vigilanza ha proseguito la prassi di formulare raccomandazioni e osservazioni al Consiglio di amministrazione della Fondazione (anche in sede di “approvazione” -come dice lo Statuto- degli atti “assunti” da quest’ultimo organo, ad esempio quelli di bilancio), per il resto sollecitando la stessa Fondazione ad adottare alcuni atti fondamentali previsti dallo stesso Statuto (anzitutto il Documento programmatico pluriennale), a risolvere alcune questioni annose (come quella dell’area ex CNH), a completare il censimento dell’enorme e straordinario Patrimonio Mauriziano (in particolare quello mobiliare e quello archivistico). C) n Comitato di vigilanza non dispone di una struttura ausiliaria (personale e mezzi) e di una dotazione finanziaria, né i suoi membri ricevono un compenso per la carica. Il Comitato, d’altronde, non ha voluto appoggiarsi in alcun modo alla Fondazione per il suo funzionamento, al fine di mantenere con essa un rapporto di alterità.
Fondazione Mauriziano
Piano strategico Pluriennale 2023/2025
1.1 Patrimonio immobiliare Il Patrimonio Culturale Mauriziano, ossia quel complesso di beni immobili e mobili che è oggi proprietà inalienabile della Fondazione Ordine Mauriziano, è costituito: ➢ da tre grandi complessi di beni immobili con carattere e destinazione storico-religioso e con relativi tenimenti con carattere e destinazione residenziale e rurale: • in Nichelino, frazione Stupinigi (TO): − Palazzina di Caccia di Stupinigi e relativo “Concentrico” comprendente: Esedra di Levante, Esedra di Ponente, Chiesa parrocchiale della Santa Visitazione di Maria Vergine, Castelvecchio • in Revello, frazione Staffarda (CN): − Complesso abbaziale cistercense di Santa Maria di Staffarda e relativo “Concentrico” comprendente: Palazzo mercatale, edifici civili, edifici agricoli e rurali • in Buttigliera Alta, Rosta (TO): − Complesso abbaziale di Sant’Antonio di Ranverso e relativo “Concentrico” comprendente: Ospedaletto, edifici civili, agricoli e rurali
- Il Comitato di vigilanza non dispone di una struttura ausiliaria (personale e mezzi) e di una dotazione finanziaria, né i suoi membri ricevono un compenso per la carica. Il Comitato, d’altronde, non ha voluto appoggiarsi in alcun modo alla Fondazione per il suo funzionamento, al fine di mantenere con la stessa un rapporto di alterità.
NN 6, n. 50 SENATORE LUCA CIRIANI A RICCARDO VIRGILIO
10 nov 2023 — A) Nel 2004 il Legislatore statale sdsse l’Ordine mauriziano, i suoi beni e le sue attività, a seguito del dissesto finanziario in cui dal …
relativo “Concentrico”, comprendente Esedra di Levante, Esedra di Ponente, Chiesa parrocchiale della Santa Visitazione di Maria Vergine, Castelvecchio; (1.2.) a Revello, frazione Staffarda (CN), il Complesso abbaziale cistercense di Santa Maria di Staffarda e relativo “Concentrico”, comprendente Palazzo mercatale, edifici civili, edifici agricoli e rurali; (1.3.) a Buttigliera Alta, Rosta (TO), il Complesso abbaziale di Sant’Antonio di Ranverso e relativo ·”Concentrico”, comprendente Ospedaletto, edifici civili, agricoli e rurali;
alterità
Concetto filosofico che nel linguaggio scolastico si oppone a quello di ‘identita’. Già Platone, specialmente nei dialoghi dialettici (➔ per es. il Sofista), muovendo dall’opposizione eleatica dell’essere e del non essere o, più esattamente, di «quel che è» a «quel che non è», riconosce come, in questo secondo termine dell’antitesi, il «non essere» si risolva nell’«essere altro». Viene così risolta la mera negatività di ciascuna idea rispetto alle altre, e fondata la possibilità della predicazione e partecipazione reciproca delle idee. In Aristotele il concetto di a. si presenta solo come una delle forme possibili dell’«antitesi» o «opposizione», accanto, per es., alla «contrarietà» e alla «contraddizione»: rispetto a «bianco», «altro» è «verde», o qualsiasi altra cosa; «contraddittorio» è «non bianco», «contrario» è «nero». Il concetto di a. torna in primo piano quando, con Hegel, riacquistano importanza primaria i problemi logico-dialettici e metafisico-dialettici: il problema dell’«essere altro» (Anderssein) torna a presentarsi connesso con quello del «non essere» (Nichtsein): come dall’antitesi del «non essere» all’«essere» si genera il «divenire», così dal reciproco e indefinito convertirsi dell’«alcunché» (Etwas) in «altro» (Anderes) nasce il processo all’infinito, della «cattiva infinità». Da Hegel in poi il problema dell’a. e del suo rapporto con la negazione è rimasto tra le questioni capitali della dialettica. Diverso il problema dell’a. in quanto problema dell’«altro soggetto», ossia della molteplicità delle coscienze.