Novembre 13, 2020

Abbazia di S. Antonio di Ranverso. l Secondo la comune opinione degli storici, l’Abbazia di Ranverso venne fondata nel 1156 da alcuni monaci dell’ordine ospitaliero di Sant’Antonio.

Abbazia di S. Antonio di Ranverso. l Secondo la comune opinione degli storici, l’Abbazia di Ranverso venne fondata nel 1156 da alcuni monaci dell’ordine ospitaliero di Sant’Antonio.

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Abbazia di S. Antonio di Ranverso. l
Secondo la comune opinione
degli storici, l’Abbazia di Ranverso venne fondata nel 1156
da alcuni monaci dell’ordine
ospitaliero di Sant’Antonio, istituito negli ultimi anni del secolo XI a La Motte Saint Didier
presso Vienne nel Delfinato per
soccorrere malati di fuoco
sacro, una delle forme epidemiche più tremende che infierivano nel medioevo.
S . Antonio di Ranverso – Facciata .
Sotto la p1·otezione del
Beato Umberto III di Savoia
(1149-1188), che fu a loro largo
di doni e di agevolezze, quei monaci costrussero la loro casa
ed una chiesetta all’imbocco della valle di Susa, in vicinanza
della strada romea che dal Piemonte conduceva in Francia.
Delle primitive costruzioni rimangono pochi r esti della
chiesa dai quali si può riconoscere che e sa era un edificio
di mode te proporzioni, ad una sola navata, con abside a
pianta semicircolare e con un campaniletto, la base di quello
costrutto nel secolo XIV tutt’ora esistente e che è notevole
specialmente per le ciottole verniciate che decorano i timpani
arcuati delle finestre bifore.
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L’ importanza dell’Abbazia Antoniana si accrebbe grande·
mente nei secoli seguenti ed i monaci continuarono ad esercitare la loro missione ospitaliera fino al 1776, anno nel quale,
per disposizioni di una bolla di papa Pio VI, l’Abbazia stessa
venne soppressa ed i beni furono assegnati all’ordine dei
SS. Maurizio e Lazzaro che ne è tutt’ora proprietario e che,
per illuminata iniziativa del suo Primo Segretario Paolo Boselli, ha recentemente provveduto al restauro della chiesa a
mezzo della Sopraintendenza dei Monumenti del Piemonte.
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Dall’esame degli elementi costruttivi e decorativi rimessi
in luce durante questo restauro fu possibile riconoscere le
vicende della chiesa. Nel secolo XIII, demolita l’abside, si
aggiunse un presbiterio a pianta quadrata; nel secolo XIV si
costrussero le cappelle del fianco settentrionale, fu allungato
nuovamente il presbiterio, furono costrutte. le volte, fu aggiunta la navata sud e si edificò la sacrestia. Nello stesso b
tempo contro la facciata della chiesa primitiva venne innalzato il portico, con un piano superiore, che tuttora esiste.
Sul finire del secolo XV, Giovanni Montchenu, vescovo di
Viviers c nominato commendatario di Ranverso il22 aprile 14 70,
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costruito  se l’ abside   e poligonale, rifece le volte del presbiterio e
decorò La facciata coi dipinti a motivi geometrici c con le
ricche e belle terrecotte che ancora oggi si ammirano.
Sotto il porticato sono degni di nota i pila tri in pietra
verdognola a colonnine in fascio con capitelli lavorati a fogliami e figure, gli atfreschi del duecento sulla parete di fondo
rappresentanti scene della vita di Sant’Antonio, la Madonna
dipinta nella lunetta al disopra dell’architrave della porta, e
le pitture cinquecentesche negli scomparti della volta centrale
con episodi del tra porto delle reliquie di Sant’Antonio da Alessandria d’Egitto nel Delfinato.
Pei successivi ampliamenti,
dei quali i è fatto cenno, la
chiesa ha ora la pianta a croce
latina con due navate e con cappelle sul fianco a nord.
Sulla parete a sinistra della
navata maggiore, fra le due
prime cappelle ed in parte nascosti da un pilastro di so sstegno
della volta, si vedono affreschi del
secolo XIII rappresentanti il
Cristo benedicente, il Presepio
ed i SS. Pietro e Paolo.
Nella prima cappella si vedono
della vita di S. Maria Maddalena.
dipinte sulle pareti scene
Interessante è l’affresco di scuola vercellese del secolo XV
sull’arco della seconda cappella nel quale è figurata la madonna col bambino tra S. Bernardino da Siena e Sant’Antonio. Quest’ultimo è in atto di presentare alla Vergine una
donna inginocchiata ·che un’iscrizione dipinta sotto l’affresco
ricorda es ere Bianchina Raspa moglie del giudice Eugenio
Raspa che fu sepolta nella chiesa.
Le pitture che si vedono sulla parete soprastante all’entrata della terza cappella risalgono al secolo XIII.

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