Aprile 23, 2022

Ranverso un luogo di culto e di pellegrinaggio lungo il percorso della Via Francigena.

Ranverso un luogo di culto e di pellegrinaggio lungo il percorso della Via Francigena.

Ranverso un luogo di culto e di pellegrinaggio lungo il percorso della Via Francgena che passa a fianco del’Ex Ospital situato nella Collina Morenica ai piedi del Monte Musinè di fronte alla Sagra di San Michele proprio all’ingresso della Valle di Susa, la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso fu fondata nel 1091 dall’Ordine Ospedaliero di S.Antonio di Vienne come luogo di accoglienza per i pellegrini, ma soprattutto come ospedale per i malati di fuoco di Sant’Antonio. In Italia esiste infatti una vera e propria venerazione per Sant’Antonio Abate da questo luogo  iniziò un legame di culto con il nostro Paese:
Dunque Ranverso con la sua Primitiva Chiesa dedicata al Culto per il Santo del fuoco fu la Primogenita della casa madre di Vienne diventando poi la casa Antoniana più importante in Italia. Nell 2006 dice Ersilio Teifreto riprendendo una vecchia tradizione Antoniana con la mia collaborazione da Cultore e quella del Maestro Monsignor Italo Ruffino tutti e 2 membri dell’Associazione AFOM con il patrocinio dell’Ordine del Mauriziano fu ripristinata la festa della “benedizione degli animali aggiungendo i mezzi e gli attrezzi agricoli da lavoro contadino”.


Da allora tutti gli anni si svolge presso la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso in
occasione della festività Patronale dedicata a Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio dove qui nell’anno 1.000 iniziarono ad affluire folle di malati, affetti soprattutto da ignis sacer”, conosciuto oggi come fuoco di Sant’Antonio. Pellegrini, malati e devoti si recavano alla Chiesa primitiva di Ranverso per pregare o chiedere una grazia di guarigione rivolgendosi alla statua quattrocentesca di Sant’Antonio Abate del fuoco sacro presente sull’altare maggiore dove ai suoi piedi compare un piccolo cinghiale.
Anni fa l’usanza di benedire gli animali si svolgeva presso le parrocchie di Rosta e di
Buttigliera Alta.

Il culto di Sant’Antonio Abate in Piemonte ha trovato larga diffusione non solo in alcuni centri urbani, ma anche e soprattutto nell’ambiente delle valli alpine e delle campagne.
Questo è avvenuto perché nella religiosità popolare alla figura del Santo è stato associato il maiale, con il grasso del quale gli Antoniani alleviavano le piaghe provocate dal cosiddetto fuoco di S. Antonio (herpes zoster).
Sant’Antonio fu quindi considerato prima il patrono dei maiali e poi di tutti gli animali domestici, che il 17 gennaio, giorno della sua festa liturgica, venivano portati in chiesa perché fossero benedetti il prete si recava anche nelle stalle a benedirli.

Per gli Antoniani a Ranverso, dobbiamo ringraziare sopratutto il Maestro Monsignor Italo Ruffino, l’ultimo suo lbro si chiama: “Storia ospedaliera antoniana”. Studi e ricerche sugli antichi ospedali di Sant’Antonio Abate, Cantalupa (Torino) 2006; A grande richiesta ci auguriamo che i Referenti della Fondazione Ordine Mauriziano presto mettano in vendita questo volume presso la biblioteca della biglietteria di Sant’Antonio di Ranverso.

Il Maestro Monsignor Italo Ruffino e sempre stato un punto di riferimento per le associazioni e studiosi che si occupano principalmente di studi e ricerche Antoniane. Nasce l’associazione (Gli Amici degli Antoniani Italia) sorta nel 1992 a Ranverso con lo scopo di divulgare e promuovere la conoscenza dell’Ordine dei Canonici regolari di Vienne mettendo al primo posto l’origine il concentrico della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Negli anni e stata conosciuta attraverso il suo compito di sudi e consulenze a giovani universitari e studiosi Medievalisti di Storia Antoniana. Don Italo Ruffino ha tenuto collegamenti importanti con altri studiosi e ricercatori di altre nazionalità Europee, nel 1999 a Ranverso organizzò un Convegno sugli Antoniani in Europea dove parteciparono studiosi Europei ed altri provenienti dall’oriente , continuando sempre la collaborazione con la Casa Madre Francese di Saint Antoine L’Abbaye nelle persone di Gisèle Briacult e Georges Frechet in pieno accordo con l’ordine del Mauriziano, nel 2004 nasce la Fondazione Ordine del Mauriziano che cura le proprietà.

Ersilio Teifreto ricorda la collaborazione con l’Associazione di Don Ruffino “Gli Amici Degli Antoniani” nata nel 1992 per svolgere un lavoro mirato a mantenere Vive e Attuali le Ricerche e gli Studi Relativi al Patrimonio Religioso del Mauriziano. Gli Antoniani si sono espasi e diffusi in oltre cinquecento anni di attività in Europa. Ecco perchè nel cuore del Maestro Ruffino dimorava il suo amato Ranverso a cui dedicò parte della sua vita.Un ragionamento del Maestro Monsignor. Italo Ruffino esperto sull’origine di Ranverso e la Storia Ospedaliera Antoniana trasmesso all’allievo Ersilio Teifreto, parlando del concentrico della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso precisa:(intendendo tutto il territorio, le proprietà terriere, la Chiesa, il monastero, l’ospedale, le cascine) Tuttavia, non può essere usato per riferirsi alla Chiesa, bensì a tutto l’insieme delle proprietà, spiegandone i confini, le varie funzioni la struttura gerarchica etc., altrimenti non risulta chiaro ai cittadini. Se dobbiamo riferirci al luogo sacro, certamente bisogna usare Chiesa, senza ombra di dubbio. Fonte Don Italo Ruffino 17 Gennaio 2014 Ranverso.

Noi siamo devoti volontari e frequentatori di Ranverso spesso sentiamo le lamentele da parte dei ricercatori e studiosi che visitano la Chiesa Monumento Nazionale e le costruzioni visibili dall’esterno ma non trovano soluzioni sui periodi di costruzione sui libri rintracciabili nella Biglietteria e vengono consigliati di rivolgersi agli archivi della Fondazione Ordine del Mauriziano. Infatti i nuovi ricercatori e studiosi di storia dell’Ordine dei Canonici Antoniani di Vienne dovrebbero leggere il libro del Maestro Monsignor Italo Ruffino dal titolo:

(Storia Ospedaliera Antoniana) questo volume e assente nella biblioteca di Ranverso.

I lavori del Maestro Monsignor Italo Ruffino si concentrano sulle Origini e i primi secoli di Ranverso fermandosi al secolo XIV dopo questo periodo storico e compito dei nuovi ricercatori a ricostuire la vita del concentrico di Ranverso fino ai nostri giorni.

La versione di Ersilio Teifreto volontario e devoto al Santo del fuoco.

Nel 2006, riprendendo una cinquecentesca tradizione, i cittadini volontari e devotissimi al Santo del deserto “Amici di Sant’Antonio Abate di Ranverso” insieme alle associazioni, alle Proloco alle Amministrazioni, la Diocesi alla Fondazione Mauriziano etc…. abbiamo voluto ripristinare la “benedizione degli animali aggiungendo i mezzi e gli attrezzi agricoli da lavoro contadino” la benedizione si svolge sul sagrato della Chiesa Precettoriale e nei viali del concentrico di Sant’Antonio di Ranverso in occasione della festività di Sant’Antonio Abate, nel giorno della festa il 17 gennaio si celebra la Santa Messa. Nel 1.990 furono gli anni quando il borgo incominciò a svuotarsi dei suoi 185 abitanti con la conseguenza che anche i i sacerdoti cessarono le funzioni religiose e si trasferirono, tanto che questa storica usanza fu trasferita per molti anni presso le parrocchie di Rosta e di Buttigliera Alta, nel territorio delle quali insiste la Chiesa Precettoriale delimitata a filo del campanile da una pietra miliare di confine. Ranverso nel 2021con la sua festa e stata candidata da Noi volontari e devoti alla Rete Italiana per la Salvaguardia e la Divulgazione delle feste dedicate Sant’Antonio il progetto e stato approvato Ranverso ed è stata inserita nella lista delle feste a livello Nazionale come Bene Immateriale presentata nel mese di Ottobre 2021 ai Beni Culturali di Roma, con questo traguardo intendiamo espandere la festa oltre i contadini ed animarla coinvolgendo anche i cittadini dei paesi vicini, per questo chiediamo la collaborazione di tutti ma anche del Sacerdote Don Franco.

Narrazione di CIFANI E MONETTI sull’origine cinquecentesca della Festa a Ranverso,

Sull’All’altare maggiore della chiesa di Ranverso, il meraviglioso polittico brilla ancor oggi, fulgido do splendidi e vivaci colori, ricco di innumeri sorprendenti particolari. La complessa e ricchissima struttura del polittico è composta da una grande ancona centrale, incastonata in una struttura lignea scolpita e dorata, fornita di predella e cuspide. L’ancona è racchiusa in una sorta di enorme astuccio dipinto con ante mobili che venivano solitamente mantenute chiuse e che presentavano all’esterno scene sacre dipinte a monocromo. Il polittico veniva mostrato in tutto il suo splendore solo durante le feste e in giorni determinati: un fatto che ne aumentava l’incanto sui fedeli che potevano così aver accesso ad una sorta di stupefacente anticipo delle visioni di paradiso: colorata, dorata, affollata di figure sacre. Cuore del polittico è la centrale Adorazione di Gesù Bambino con la Vergine, San Giuseppe ed Angeli. Ai lati di essa, i santi Antonio abate, Rocco, Sebastiano e Bernardino da Siena testimoniano la loro fede esibendo vistosamente gli attributi delle loro rispettive santità e/o martiri. Sovrasta tutto un timpano triangolare con il Cristo del sepolcro secondo il modello della visione di Santa Croce in Gerusalemme. Al piede del polittico si dipana invece il nastro della predella con sette storie della vita di sant’Antonio abate. Nelle ante mobili troneggiamo il Beato Amedeo di Savoia, San Gerolamo, Sant’Antonio che incontra san Paolo eremita, San Cristoforo. Una infinita pioggia di squisiti particolari attnde ulteriori studi che, purtroppo, tardano: la meravigliosa flora che costella le tavole, i costumi dei santi, le stoffe delle vesti, le architetture, le tipologie dei paesaggi, i dolci animali che costellano la pala (il candido cane di san Rocco, il maialino di Sant’Antonio, l’asino e il bue dell’Adorazione, il leone sdentato di San Girolamo, i pesci di San Cristoforo, ecc.) gli intagli dell’ancona e i motivi decorativi. A Ranverso, nei comuni di Rosta e Buttigliera Alta, si celebra ancor oggi il 17 gennaio di ogni anno la festa di Sant’Antonio abate; vi partecipano soprattutto i contadini e gli abitanti dei dintorni. Si benedicono in particolare gli animali con un buon augurio per l’imminente annata. Ma la festa ha radici antiche. Un ricordo è presente ancora negli affreschi gotici dell’abside sulla porta della sacrestia: due contadini, dipinti con icastico senso della realtà, camminano verso l’altare portando al guinzaglio due maiali neri molto simili alle cinte senesi. Maggiore fu sicuramente la festa del 17 gennaio 1532, sotto il governo degli Antoniani. Dovette essere ben singolare, irripetibile, nella chiesa illuminata dai ceri, dalle candele e soprattutto dallo splendore aureo del nuovo superbo polittico di Defendente, probabilmente con grande partecipazione dei contadini del tempo, sui volti dei quali si stampò il miracolo delle luci del memorabile giorno. in “Arte Cristiana”, Anno XCVIII 857, marzo – aprile 2010

Riflettendo e leggendo il libro del Maestro Don Italo Ruffino
scrive: almeno fino al XIV non fu Commenda e mai Abbazia, ci
domandiamo dopo questo secolo quale ruolo ha avuto l’Ospedale, il
Monastero e la Chiesa possiamo saperlo?
Si entra in una Chiesa e non in una Domus  Precettoria dove bisogna farsi il Segno della
Croce non si entra in un museo qualunque , Ranverso è da rispettare
per la sua storia di Culto che non può essere sterminata o
barattata chiamando la Chiesa Precettoria per renderla
Commercialmente Museo.

Le sue ricerche come mi ha scritto non sono moderne ma vanno
all’origine degli Antoniani , credo che da queste foto lei possa
avere informazioni su come il libro di Ruffino abbia sconvolto
l’attuale Ranverso.

Sappiamo che Jean del Montchenu fu nominato Commendatario Abate di
Ranverso lo ricordano i simboli trovati nel corridoio del Monastero
chiuso al pubblico come tutte le altre costruzioni perchè sono in
stato di pericolo, l’unica costruzione visitabile è la Chiesa, anche
alle Scuole dovrebbero imparare ai ragazzi che si entra in una
Chiesa e non in una Precettoria dove bisogna farsi il Segno della
Croce non si entra in un museo

Fonte Storica Come Eravamo Ersilio Teifreto in qualunque  modo se ne parla , Ranverso è da rispettare
per la sua storia di Culto che non può essere sterminata o
barattata chiamando la Chiesa Precettoria per renderla
Commercialmente Museo.

Ranverso Storia Come Eravamo Ersilio Teifreto

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