Aprile 6, 2010

Sant’Antonio Abate le radici italiane. In tempi recenti, la nazionalità Egizia di Sant’Antonio Abate è stata messa in dubbio da studiosi che vorrebbero il fondatore dei monaci nato in Italia

Sant’Antonio Abate le radici italiane. In tempi recenti, la nazionalità Egizia di Sant’Antonio Abate è stata messa in dubbio da studiosi che vorrebbero il fondatore dei monaci nato in Italia

                                                 La nave nel Pronao della Chiesa di Ranverso

Sant’Antonio Abate chiamato del deserto , taumaturgo , del fuoco, eremita

fu il Fondatore del Monachesimo.

LA RICERCA PARTE DALLA CHIESA PRIMITIVA DI SANT’ANTONIO DI RANVERSO (TO) risalente al secolo 1.100

Ranverso 6 aprile 2010

Molti Studiosi e Ricercatori come Mons. Italo Ruffino sostengono che l’Affresco della nave nel Pronao di Ranverso  servì per trasportare le reliquie di Sant’Antonio Abate da Costantinopoli a Motte Saint Didier nel Delfinato della Francia.

Ricostruiamo insieme svelando il mistero del trasporto delle reliquie via terra o via mare ? La ricerca parte nella Chiesa della Precettoria di Sant’Antonio Abate di Ranverso, esistono diverse varianti sulla tradizione delle reliquie che furono ritrovate nel 561 e traslate ad Alessandria d’Egitto, presso la Chiesa di San Giovanni. 

Nel 635 furono spostate a Costantinopoli .Nell’Xl secolo Jocelin nobile Francese le ottenne dall’Imperatore e le portò in Francia precisamente a Lyon distanza 2.000 km.. In Italia il primo segno su come vennero trasportate le reliquie da Costantinopoli viene svelato sopra la volta del nartece della Chiesa primitiva del Tau qui si può vedere il dipinto che riporta una nave governata da molti cavalieri che trasportarono le reliquie . 

L’accezione della presenza di questa imbarcazione e molto controversa: infatti il riferimento della traslazione delle reliquie, fa Riflettere perchè e avvenuta nel Medioevo quando le spoglie da Costantinopoli furono spostate a Vienne , da parte di Cavalieri Crociati Francesi; a bordo di una Nave della flotta dei Ventimigliesi, a questa leggenda speciale e collegata la storia della famiglia dei Conti di Ventimiglia che ritenevano il Santo un loro antenato e che fosse vissuto anche in Liguria. Secondo la leggenda il Santo fu deposto in una culla ancora gelosamente conservata nella cappella del castello di Aurigo; o alla protezione che il Santo, nella devozione popolare ,avrebbe assicurato liberando le popolazioni rivierasche dal flagello della peste la cui minaccia veniva principalmente dal mare attraverso i naviganti. Il Monsignor Italo Ruffino ricorda sul suo libro le origini della Precettoria Antoniana di Ranverso nella prima metà del XI secolo,a Sant’Antonio Abate di Ranverso fondazione dipendente dalla Casa Madre di Motte Saint Didier nel Dauphinè arrivarono i Cavalieri del Tau l’Ordine degli Antoniani precisamente dal luogo dove furono portate le reliquie, gli Antoniani sulla via francigena costruirono in Italia la prima

Precettoria che comprendeva la Chiesa, le domus un’ ospedale per curare i pellegrini di passaggio, l’origine della Precettoria ricorre in concomitanza dell’arrivo delle reliquie del santo nel Delfinato .

Antonio era di origini orientali,  nacque, nel 251 circa, a Cuma, l’attuale  Qamans in Egitto, e dall’Egitto mai si allontanò, tuttavia i Conti di Ventimiglia si onoravano di appartenere alla stessa casata del Santo come da ‘Storia della Città di Ventimiglia’ del Prof. Girolamo Rossi: ‘Nella cappella (del castello del Conte n.d.a.) dedicata al protettore del casato S.Antonio abate veniva gelosamente conservata la culla dove la tradizione diceva fosse stato il santo riposto infante’.

Sant’Antonio Abate in realtà un Italiano.

La culla in epoche remote

In tempi recenti, la nazionalità Egizia di Sant’Antonio Abate è stata messa in dubbio da studiosi che vorrebbero il fondatore dei monaci nato in Italia, trasformando il suo nome di Antony in Antonio imposto alla nascita , tra i luoghi che si contendono questa nascita emerge su molti libri l’allora località come veniva chiamata nel Medioevo inferiore . Intemelio ora Vallecrosia in Ventimiglia Liguria. 

Tratto da un libro di storia di Ventimiglia

Da ‘Intemelio’ di Nicolò canonico Peitavino: ‘…nella famiglia dei Conti era diffusa la tradizione di essere lontani discendenti, per parte della madre, di questo glorioso eremita: tant’è vero che una tradizione antica diceva che il popolatore dei deserti fosse nato ad Intemelio nella villa Aprosia, ora Vallecrosia. Per questo motivo credevano di avere il potere soprannaturale di guarire quanti erano colpiti dal fuoco sacro, come i re di Francia si attribuivano il potere di guarire gli scufolosi’.

Aggiungo che la tradizione diceva che il padre di S. Antonio fosse un ricco mercante che per commercio venne a Ventimiglia, qui incontrò la figlia del Conte, la sposò, nacque Antonio poi tutta la famiglia andò in Egitto.

Queste teorie si basano su documenti degli archivi e libri di Ventimiglia che racconterebbero la nascita di Sant’Antonio Abate da padre Egizio e madre Ligure. . Ci tengo a specificare che di questi documenti non esiste più alcun originale, ma una traduzione trecentesca, non sappiamo se con autentica notarile.

Ersilio Teifreto la statua in legno di Sant’Antonio Abate a Ranverso.

Scritto da  Ersilio Teifreto Paesologo e Cercatore di tracce volontario.                                 

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