LEGAMBIENTE Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, verso i valichi del Moncenisio e del Monginevro. Il complesso era in realtà una precettoria
LEGAMBIENTE Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, verso i valichi del Moncenisio e del Monginevro. Il complesso era in realtà una precettoria
Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso
Regione – Piemonte
Comune – Rosta (TO)
Definizione – Abbazia tardo mediovo piemontese
Descrizione
L’abbazia di Sant’Antonio di Ranverso fu fondata attorno al 1188 lungo l’antica Via Francigena
verso i valichi del Moncenisio e del Monginevro. Il complesso era in realtà una precettoria
dipendente dall’Abbazia di Saint-Antoine-du-Viennois (nel Delfinato) e rappresentava una
delle tappe di quel complesso sistema di luoghi di accoglienza i cui cardini erano la Sacra di
S. Michele, Novalesa e S. Giusto di Susa (poi divenuta cattedrale). Il complesso venne eretto
grazie alla volontà del Conte di Savoia Umberto III. Nel ‘400 l’Abbazia era l’unica a godere,
nella valle, di una certa floridezza tanto da promuovere nel 1470 lavori di ampliamento e
decorazione della chiesa e del complesso ospedaliero.
Dell’antico complesso monastico si sono conservati la chiesa con il campanile e la sacrestia,
un lato del chiostro, l’ospedale, il convento e le cascine. L’attuale aspetto della chiesa è
dovuto alla notevole opera di restauro di
Alfredo D’Andrade, compiuta nel 1914, che
cercò di recuperare l’immagine che l’edificio
doveva avere nel secolo XV, quando furono
ampliate le strutture originarie.
Il sistema abbaziale presenta architetture
importanti e fra le più esemplari del tardo
Medioevo piemontese, e di non minore
rilievo, per qualità e per quantità, è la
presenza di affreschi. All’interno della Chiesa
l’attenzione viene catturata dal grande
polittico che si erge sull’altare maggiore,
eseguito nel 1531 da Defendente Ferrari, per
voto fatto dalla città di Moncalieri durante
una pestilenza. Sopra la struttura in legno
dorato che incornicia il polittico, si trova lo
stemma della città di Moncalieri. Particolare
attenzione merita l’apparato architettonico
della facciata della chiesa: su di essa si apre un
portico a tre luci sormontate da ghimberghe ornate a foglie giganti, fiori, frutta e ricca
vegetazione in cotto e terminanti con pinnacoli. Lateralmente, rispetto alla porta principale,
si trovano pilastri a colonnina, con interessanti capitelli in pietra verde, intagliati secondo lo
stile lombardo. Accanto alla chiesa sorge il monastero del Settecento con parti
quattrocentesche e sul fianco sinistro il campanile con tre piani di bifore, eretto nella
seconda metà del Trecento.
Da non dimenticare inoltre l’ospedale, che sorge staccato dal monastero.
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