Tenimento comprensorio concentrico ranverso
Tenimento comprensorio concentrico ranverso
ALLEGATO A – DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DEL TENIMENTO DI SANT’ANTONIO DI RANVERSO ai sensi dell’articolo 136, comma 1, lett. c) del d.lgs. n. 42/2004. Comuni interessati: Buttigliera Alta (TO), Caselette (TO), Rosta (TO)
- Descrizione generale dell’area e motivazioni della tutela Il Tenimento di Sant’Antonio di Ranverso si trova in posizione baricentrica rispetto a diverse importanti aree di interesse paesaggistico, naturalistico e geologico. Il lembo settentrionale è ricompreso all’interno del Sito di Importanza Comunitaria “Monte Musinè e Laghi di Caselette”; la parte centrale è interessata dalla Zona intermorenica aviglianese (D.M. 1/8/1985); a ovest si colloca l’affioramento roccioso del Moncuni, Sito di Interesse Regionale. Ai piedi del Moncuni si trovano i Laghi di Avigliana, riconosciuti quali Sito di Importanza Comunitaria e Zona a Protezione Speciale, nonché inseriti nell’omonimo parco naturale; a est del Tenimento si eleva infine la Collina Morenica di Rivoli (D.M. 1/8/1985). I Tenimenti della provincia torinese sono collocati in aree a carattere periurbano in un territorio caratterizzato da una netta impronta insediativa: Sant’Antonio di Ranverso, in particolare, si pone al centro fra le conurbazioni di Rosta, Buttigliera Alta e Caselette e costituisce una sorta di “polmone verde” all’interno di un ambito fortemente urbanizzato. Per quel che riguarda la rete dei beni culturali, la più importante emergenza architettonica è rappresentata dal complesso abbaziale (precettoria) di Sant’Antonio di Ranverso, entrato a far parte dei beni dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro a seguito dell’abolizione, tramite bolla papale, dell’Ordine Antoniano nel 1776. La precettoria – il complesso costituito dalla chiesa, il convento, le cascine e l’ospedale – fu costruita in seguito a una donazione (1180-1185 circa) del conte Umberto III di Savoia, che la volle in prossimità di un ramo della Via Francigena e la affidò agli Antoniani, che si dedicavano all’assistenza dei pellegrini che percorrevano la strada devozionale; a questo scopo venne costruito l’ospedale, edificato alla fine del XV secolo. Al momento dell’acquisizione del Tenimento da parte dell’Ordine mauriziano, esso era prevalentemente composto da un’ampia estensione di boschi, prati e campi, al centro della quale si collocavano gli edifici della precettoria ospedaliera. Essa comprendeva la chiesa di Sant’Antonio e gli adiacenti Palazzo del Priore e Cascine di Levante, Bassa, di Mezzo, di Ponente (sistemati in una “corte” chiusa da muri e percorsa dal canale di Rivoli), nonché l’Ospedaletto sull’altro lato della strada e la Cascina Grangetta più a nord, oltre la Dora, unita al complesso principale tramite un ponte in legno. Tali edifici erano sorti successivamente alla fondazione della precettoria, giacché le prime notizie dell’insieme riportavano la sola presenza di chiesa, monastero e ospedale. Il monastero, posto a sud della chiesa, venne inglobato negli edifici della Casa Priorale (XVII secolo) e più tardi in quelli della Cascina di Mezzo (1724); l’ospedale, già sistemato separatamente dagli altri fabbricati lungo la cortina opposta della strada, mantenne solo la facciata tardoquattrocentesca, ma fu completamente ridisegnato nella parte retrostante quando venne adibito, nel 1738, ad azienda agricola con la denominazione di Ospedaletto. Nell’ultimo ventennio del Settecento, l’Ordine Mauriziano curò grandi lavori di trasformazione, intrapresi allo scopo di razionalizzare i percorsi e di migliorare lo svolgimento delle attività agricole. Furono risistemate le aziende che facevano parte del complesso della precettoria e tracciate (1778) nuove strade o rotte di caccia realizzate nei boschi circostanti Ranverso, che ricoprivano anche la funzione di supporto alla
- manutenzione degli stessi. Tali percorsi spiccavano per il loro disegno regolare, rettilineo, talvolta scenografico: è il caso di quelli che incorniciano la Cascina Nuova e il grande complesso principale. Fra le altre strade storiche presenti all’interno del Tenimento vi è il sentiero, risalente al XVIII secolo, che, in direzione nord-sud, collegava la cascina Grangetta al concentrico, oggi solo parzialmente riconoscibile, in quanto la costruzione di numerose infrastrutture viarie ne ha compromesso la continuità. L’andamento dei piccoli corsi d’acqua è invece ancora oggi distinguibile; il tracciato della ferrovia Torino-Modane, ad esempio, segue quello di una vecchia bealera.
- seconda metà del secolo XVIII, risultava una vastissima proprietà di terreni da pascolo nei pressi del lago del Moncenisio, di circa 60 ettari: complessivamente le proprietà di Ranverso erano di 1630 giornate piemontesi17, pari a circa 622 ettari. Questo totale non si modificò molto con il cambio di gestione dagli Antoniani all’Ordine Mauriziano e infatti, all’inizio del XX secolo, la consistenza della stessa era di circa 510 ettari, dei quali 275 adibiti a coltura agraria, 203 a estensione boschiva e i restanti ettari, circa 32, soggetti a servitù di pascolo a favore degli abitanti del comune di Buttigliera Alta. Da evidenziare sicuramente una miglioria realizzata dall’Ordine Mauriziano per agevolare l’attraversamento della Dora: la costruzione di un ponte di legno, detto “Ponte delle Guardie”. L’intera tenuta si estendeva dalle falde del monte Musinè, attraversava la vallata della Dora Riparia e risaliva sino alle colline di Buttigliera. I terreni a coltura agraria erano affittati ed erano divisi in 9 poderi: Ospedaletto, Baraccone, Grangetta, Cascina Nuova e a seguire altri 5 costituiti da lotti senza specifica denominazione; inoltre alcuni appezzamenti periferici equivalenti a circa 70 ettari erano dati in affidamento per piccoli lotti.
- https://www.torinovoli.it/2017/10/12/priore-cascina-bassaabbazia-di-santantonio-di-ranverso-e-fabbricati-annessi-siti-lungo-la-strada-di/
- I Tenimenti della provincia torinese sono collocati in aree a carattere periurbano in un territorio caratterizzato da una netta impronta insediativa: Sant’Antonio di Ranverso, in particolare, si pone al centro fra le conurbazioni di Rosta, Buttigliera Alta e Caselette e costituisce una sorta di «polmone verde» all’interno di un ambito fortemente urbanizzato. Per quel che riguarda la rete dei beni culturali, la più importante emergenza architettonica è rappresentata dal complesso abbaziale (precettoria) di Sant’Antonio di Ranverso, entrato a far parte dei beni dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro a seguito dell’abolizione, tramite bolla papale, dell’Ordine Antoniano nel 1776. La precettoria – il complesso costituito dalla chiesa, il convento, le cascine e l’ospedale – fu costruita in seguito a una donazione (1180-1185 circa) del conte Umberto III di Savoia, che la volle in prossimità di un ramo della Via Francigena e la af dò agli Antoniani, che si dedicavano all’assistenza dei pellegrini che percorrevano la strada devozionale; a questo scopo venne costruito l’ospedale, edi cato alla ne del XV secolo. A l momento dell’acquisizione del Tenimento da parte dell’Ordine mauriziano, esso era prevalentemente composto da un’ampia estensione di boschi, prati e campi, al centro della quale si collocavano gli edi ci della precettoria ospedaliera. Essa comprendeva la chiesa di Sant’Antonio e gli adiacenti Palazzo del Priore e Cascine di Levante, Bassa, di Mezzo, di Ponente (sistemati in una «corte» chiusa da muri e percorsa dal canale di Rivoli), nonché l’Ospedaletto sull’altro lato della strada e la Cascina Grangetta più a nord, oltre la Dora, unita al complesso principale tramite un ponte in legno.