Storia e Origine del Comune di Buttigliera nel 1619 – all’epoca formata dai tre villaggi di Butigliera (si noti, con una sola t), Uriola e Case Nicola – per enucleazione dai territori di Avigliana, è inscindibilmente connessa alle vicende di Giovanni Carron, in seguito poi noto come “di San Tommaso”Non compare mai Ranverso solo dopo il 1776.
Storia e Origine del Comune di Buttigliera nel 1619 – all’epoca formata dai tre villaggi di Butigliera (si noti, con una sola t), Uriola e Case Nicola – per enucleazione dai territori di Avigliana, è inscindibilmente connessa alle vicende di Giovanni Carron, in seguito poi noto come “di San Tommaso”Non compare mai Ranverso solo dopo il 1776.
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Storia
Territorio e storia
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Condividi Le vicende storiche di Buttigliera Alta sono collegate con quelle di Avigliana da cui dipendeva. Verso l’anno 595/600 a.C. l’impero Gallo-Celtico era cresciuto di popolazione perciò il re Ambigato dispose che i suoi nipoti andassero a dimorare in altre contrade, in modo da estendere il regno.
Un nipote del Re, Belloveso, puntò verso le Alpi. Ostacolati diverse volte, ma in seguito vincitori, presero possesso della zona tra Susa e Torino, e la chiamarono Insubria. Le cose mutarono con l’avvento del Cozii; per la sua posizione nella valle, la zona conobbe battaglie, invasioni e distruzioni.
Estintasi la linea Coziana, il regno diventò una provincia romana, subì le invasioni barbariche ed in seguito ebbe un periodo fiorente sotto i Longobardi e i Francesi. Intorno al 900 d.C., la zona fu devastata da un altro flagello: i Saraceni, finché Arduino Glabrione riuscì a scacciarli. Nel 1131 i nobili del posto si sottomisero ad Amedeo III° conte di Savoia.
Nel 1174 il Barbarossa invase l’intera valle di Susa saccheggiando e distruggendo.
Con l’avvento dei Savoia, si conobbe un periodo fiorente per tutta la zona, fiorirono le arti, la musica, il canto e il disegno.
La Nascita del Comune
Una ostinata resistenza era sempre stata opposta dal Comune di Avigliana alla richiesta di autonomia da parte dei borghi di Buttigliera ed Uriola.
Un primo passo riordinatore lo si ebbe nel 1604 quando vennero dettate alcune regole, quali la presenza di nove consiglieri di Buttigliera e Uriola nel Consiglio Comunale di Avigliana, una volta ogni quattro anni il sindaco di Avigliana avrebbe dovuto essere eletto tra i rappresentanti dei due borghi, e negli altri tre anni il vicesindaco avrebbe dovuto pervenire da tale gruppo.
Tali provvedimenti non bastarono a migliorare la situazione dei due borghi che, in seguito a nuovi ricorsi, ottennero la separazione il 15 ottobre 1607. L’esercizio della tanta sospirata autonomia fu assai breve, in quanto Avigliana entro il 1610 ottenne la revisione di tale dichiarazione ed il ritorno alla situazione del 1604.
Inizia in questo periodo la vicenda del borghese Giovanni Carron, desideroso di poter portare un titolo nobiliare alla propria famiglia. Il 25 aprile 1619, data della nascita del Comune, Giovanni Carron ottenne dunque l’infeudazione e giurisdizione dei borghi Buttigliera, Uriola e Case Nicola, da parte del Duca Carlo Emanuele I, e a pagamento egli versò il 26 Aprile 1619 ” la somma di Ducatoni Tremila da fiorini sedici l’uno”.
Da questo momento in avanti la storia è intimamente legata a Giovanni Carron, unico detentore dei diritti e degli introiti di Buttigliera. Il tutto culminò nel dicembre del 1648 quando il Consiglio generale di Buttigliera accondiscese a cedere al Conte la facoltà di elezione dei Sindaci e dei consiglieri. Anche dopo la morte di Giovanni Carron, avvenuta nel 1649 la famiglia Carron continuò ad esercitare il proprio potere fino a giungere alla contessa Clementina, ultima dei Carron, morta il 27 Aprile del 1912.
Nella prima metà del 1890 Giuliano Vandel giunse a Buttigliera e, dopo aver accertato la possibilità di costruire una fabbrica, iniziò le trattative per acquisire il mulino e i terreni circostanti, incontrando la piena disponibilità della Marchesa Clementina Carron, dell’Ordine Mauriziano e dell’amministrazione Comunale.
Disponibilità della contessa Clementina legata anche alla sintonia con la moglie di Vandel, ex allieva del Sacro Cuore come Clementina.
Alla fine del 1891 il nuovo insediamento veniva chiamato frazione Ferriera, in ricordo di La Ferriere Sous Jougne, paese di provenienza dei Vandel e delle maestranze trasferitesi e contava 401 residenti, di cui 20 nate in Italia.
Intorno alla fabbrica sorse il nucleo abitativo. Oggi Buttigliera Alta, che conta circa 6800 abitanti, è formata da due frazioni principali, Capoluogo e Ferriera, e la popolazione è equamente divisa tra le due frazioni.
Testi su Buttigliera
L’origine del Comune di Buttigliera nel 1619 – all’epoca formata dai tre villaggi di Butigliera (si noti, con una sola t), Uriola e Case Nicola – per enucleazione dai territori di Avigliana, è inscindibilmente connessa alle vicende di Giovanni Carron, in seguito poi noto come “di San Tommaso”.
Antonio Cravioglio, con le sue ricerche nell’archivio storico Carron di San Tommaso, recentemente diventato patrimonio comunale, il cui indice e la nota sintetica di presentazione è consultabile in altra parte di questo sito, traccia una sintesi delle vicende di questa famiglia e delle loro connessioni con le traversie della nuova comunità nei secoli XVII e XVIII, con l’intento di far meglio conoscere le radici del territorio agli odierni cittadini e di suscitare spunti di interesse e di studi su questa zona del Piemonte, tanto rilevante sia in termini storici che sul piano socio-economico. Dieci capitoli e due appendici: ecco Buttigliera Alta tra il 1815 ed il 1918.
I temi essenziali della quotidianità in una Comunità tipicamente piemontese, dall’agricoltura all’industrializzazione, dalle strade campestri all’avvento della ferrovia, ai problemi della sanità e degli acquedotti, tutti emergono da queste ricerche negli archivi locali.
Tra le auliche manifestazioni celebrative dell’Unità nazionale, questo modesto apporto vuole essere un richiamo alle radici più genuine e concrete della nostra evoluzione civile, una memoria indirizzata soprattutto ai giovani affinchè sappiano apprezzare le loro origini operose ed il loro territorio.