Dicembre 22, 2020

STEMMA SINDOLOGIA Torino Lungo la Val Susa Buttigliera Alta Nasce un ricovero pensato per i pellegrini in transito, l’ Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso. Per volere dell’Abate priore commendatario Jean de Montchenu II.

STEMMA SINDOLOGIA Torino Lungo la Val Susa Buttigliera Alta Nasce un ricovero pensato per i pellegrini in transito, l’ Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso. Per volere dell’Abate priore commendatario Jean de Montchenu II.

STEMMA SINDOLOGIA

Lungo la Val Susa
Buttigliera Alta
Nasce un ricovero pensato per i pellegrini in transito, l’ Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso costituisce lo sviluppo del
convento e dell’ospedale gestito dagli Antoniani sin dal secolo XII. Sorto a partire dal 1188 per volere degli
stessi canonici dell’ordine di Sant’Antonio di Vienne, il centro era destinato all’assistenza dei pellegrini sulla Via
Francigena e alla cura dei malati di herpes zoster (il “fuoco di Sant’Antonio”). L’ente godette nei secoli della
protezione dei Savoia e, alla soppressione dell’ordine ospedaliero antoniano, confluito in quello di Malta nel
1775, passò all’Ordine Mauriziano, cui ancora oggi appartiene.
L’attuale assetto dell’edificio è frutto di continui ampliamenti e modifiche nei secoli. La chiesa risultava
terminata già a inizio ‘200, ma deve il suo aspetto gotico a un rimaneggiamento quattrocentesco, in virtù del
quale furono anche aggiunte due navate laterali. Per volere dell’Abate priore commendatario Jean de Montchenu II
alla fine del medesimo secolo l’edificio, così come l’ospedaletto, venne dotato di una facciata a ghimberghe e
coronamento con pinnacoli in cotto. Il campanile gotico fu invece edificato nel XIV secolo. Tra gli elementi
artistici di pregio, sono da segnalare all’esterno della chiesa, insieme con le ghimberghe in cotto, le chiavi di
volta, i capitelli e le mensole variamente figurate presenti nel pronao.
All’interno, le decorazioni più antiche, risalenti alla fine del XII secolo, si trovano sulla parete sinistra della
navata principale, tra le due cappelle laterali: raffigurano il Cristo benedicente, il Presepio e i SS. Pietro e Paolo.
Datano invece all’inizio del XIV secolo gli affreschi mutili – posti sopra l’arcata della terza cappella della navata
sinistra – che ritraggono il Cristo benedicente assiso su un faldistorio tra i simboli degli evangelisti e alcuni
apostoli. All’interno dello stesso ambiente vi sono altri affreschi del XIV e XV secolo, raffiguranti l’Adorazione
dei Magi, la Presentazione di Gesù al tempio e l’Annunciazione.
Vengono invece riferite a una campagna decorativa iniziata negli anni ’90 del 1300 le scene della Cappella della
Maddalena, sempre all’interno della Chiesa. L’opera pittorica maggiore fu iniziata a partire dal 1406 da
Giacomo Jaquerio, pittore attivo nella prima metà del ‘400 e annoverato come il più importante promotore del
gotico internazionale in Piemonte. L’artista ha lasciato la propria firma sotto l’affresco raffigurante la Madonna
in trono sito sulla parete sinistra del presbiterio, ma alla sua mano si devono riferire anche il “Cristo di pietà” e
le “Storie di Sant’Antonio abate” sulla parete destra dello stesso presbiterio e le “Storie di San Biagio” nella
navata laterale destra. Vero e proprio capolavoro del maestro è comunque il Ciclo della Passione, affrescato
nella Sacrestia. Qui elementi del gotico fiorito si mescolano a espressioni di intenso realismo, con la marcata
evidenziazione dei personaggi: un fine esempio di didattica medievale. All’interno della chiesa è da segnalare
anche il suggestivo “Polittico della Natività con i SS. Rocco, Sebastiano, Antonio abate e Bernardino da Siena”,
realizzato nel 1531 da Defendente Ferrari e commissionato dalla Città di Moncalieri quale ex voto per la fine
della peste. Intorno alla scena centrale della Natività compaiono i Santi Rocco e Sebastiano – santi cui ci si
appellava per difendersi dal contagio – mentre nella predella sono decorate scene della vita di Sant’Antonio
abate, patrono dell’Antoniano

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