Sant’Antonio di
Ranverso, attraverso le insegne gentilizie dell’Abate Giovanni de Montchenu.
Sant’Antonio di
Ranverso, attraverso le insegne gentilizie dell’Abate Giovanni de Montchenu.
Simbologie che spiccano, limitandoci ad un solo altro esempio, a Sant’Antonio di
Ranverso, attraverso le insegne gentilizie dell’abate Giovanni de Montchenu, che
più volte vi compaiono (70).
Gli oggetti ornati con simboli araldici che si sono conservati o dei quali ci resta
semplice memoria attraverso vecchi documenti, consentono, poi, di ricostruire lo
scenario araldico di molte case nobiliari, anche di modesta importanza. Quasi ad
ogni atto della vita quotidiana si accompagnava un oggetto stemmato (il che è
ancor più vero per le famiglie meglio dotate sia di quarti di nobiltà sia di risorse
economiche). Se potessimo visitare un antico palazzo o castello rimasto intatto ci
troveremmo di fronte a testimonianze araldiche sin dalla porta d’ingresso. Oltre
agli stemmi dipinti o scolpiti sulla facciata (e a quelli apposti sui “colombari”