San Rocco e il cane
San Rocco e il cane
Rocco di Montpellier, noto universalmente come San Rocco, nacque tra il 1348 e il 1350
in Francia a Montpellier, e morì in Italia a Voghera nella notte tra il 15 e 16 agosto in un
anno imprecisato tra il 1376 e il 1379. Il Santo è presente a Ranverso, dipinto nel polittico
di Defendente Ferrari. San Rocco è un santo taumaturgo, per alcuni versi assimilabile a
Sant’Antonio Abate: infatti è protettore degli animali più umili e ancora oggi, in alcuni
paesi, il giorno 16 agosto è tradizione benedirli nelle piazze antistanti le chiese; per altri è
alternativo, lo sostituisce come protettore contro la peste. Il suo nome è strettamente collegato a questo flagello medievale; il viaggio di ritorno da Roma a Montpellier di Rocco fu
interrotto da un’epidemia di peste nella città di Piacenza, e infatti vi si fermò per dedicarsi
all’assistenza degli ammalati. Ben presto ne venne contagiato lui stesso. Si ritirò in una
grotta lungo il fiume Trebbia, in perfetta solitudine, e tradizione vuole che un cane provvedesse quotidianamente a portargli come alimento un pezzo di pane sottratto alla mensa
del suo padrone e signore del castello di Sarmato, il nobile Gottardo Pollastrelli. Questi,
accortosi dello strano comportamento del cane, lo seguì e trovò Rocco gemente per terra.
Lo curò amorevolmente sino alla guarigione totale e così Rocco riprese il cammino verso il
suo paese. Da quel momento il Gottardo, commosso e affascinato dalla figura e dal modo
di vivere di quel poverello, cedette ai poveri tutto il suo patrimonio e si ritirò da pellegrino
in quella grotta. Gottardo divenne poi il primo biografo del santo pellegrino.