Ranverso un caso unico la festa Patronale di Sant’Antonio Abate finisce in tre ore
Ranverso un caso unico la festa Patronale di Sant’Antonio Abate finisce in tre ore

Sull’altare maggiore della Chiesa monumentale di Sant’Antonio di Ranverso affreschi di Giacomo Jaquerio risalenti a fine secolo 1.400 si vedono scene rappresenti una cerimonia in onore di Sant’Antonio Abate(richiamo alla festa del 17 gennaio di ogni anno, con la partecipazione di contadini e abitanti dei dintorni). Viene infatti presentato come “un ricordo di questa festa … negli affreschi gotici dell’abside sulla porta della sacrestia: due contadini, dipinti con icastico senso della realtà, camminano verso l’altare portando al guinzaglio due maiali neri… ed i frutti del loro lavoro).
Eravamo nel 2006 in AFOM nella sede di via Giolitti (TO) quando durante un incontro con il Maestro Mons . Italo Ruffino fu deciso di riproporre una festa che ebbe inizio con gli affreschi di Jaquerio nel 1.400 poi nel 1530 il Polittico offerto dalla citta di Moncalieri a Sant’Antonio di Ranvero si tratta di una vecchia tradizione quella di benedire oltre le persone anche gli animali , durante gli anni la festa come auspicava Ruffino non e cresciuta ma sono stati aggiunti nella benedizione anche i mezzi agricoli. Un’usanza che era stata trasferita presso le parrocchie di Rosta e di Buttigliera Alta,. l’associazione amici del Mauriziano AFOM si attivò subito presso le Amministrazioni locali, i Parroci, le Pro Loco ed i Coltivatori Diretti per portare avanti il progetto che accettarono . Il consenso dei cittadini, della Diocesi e dei Parroci fu entusiasmante. Mancava il parere della Fondazione Ordine Mauriziano che venne superato con l’approvazione , con il coordinamento delle Amministrazioni di Rosta e di Buttigliera Alta prepararono la stampa e la diffusione delle locandine i patti erano che la grafica dovesse riportare l’immagine di Sant’Antonio Abate esattamente quella esposta sull’altare maggiore della Chiesa Abbaziale e completata con la descrizione del programma della festa religiosa , Don Luigi Palaziol, stabilì che la funzione religiosa venisse officiata negli anni alternativamente tra di loro. Fu anche definita la data di svolgimento: la Prima Domenica del 17 o la seconda Domenica del 17 di Gennaio. Il giorno stabilito per la ripresa della tradizione, incominciarono ad arrivare i trattori e i carri (grandi e piccoli), singole persone con arnesi da giardinaggio, e sempre più gente con animali (cani, gatti, muli, uccellini in gabbia, cavalli) ecc. La Pro Loco allestì un angolo “rustico” con personaggi in costume, dai contadini ai frati con il saio nero con il simbolo di Ranverso la croce a forma di Tau azzurra e un banco dove vennero distribuiti, dopo la funzione religiosa, dei piccoli pani a forma di animali benedetti in precedenza. Il tutto a cura di Annabella Pellarini. Si esibì anche il gruppo della Corale “Ensemble d’Armonies” della Val di Susa, mentre mons. Italo Ruffino presentò il suo ultimo libro Storia Ospedaliera Antoniana compendio di tutta una vita di studio e ricerche sull’Ordine degli Antoniani., inoltre stabili un tracciato per fare crescere la festa negli anni portandola ad un livello di aggregazioni anche per le altre comunità limitrofe . Nella seconda Domenica di Gennaio 2008, l’Associazione “Amici della Fondazione Ordine Mauriziano” ha organizzato la seconda edizione della “Benedizione degli animali”, a Sant’Antonio di Ranverso. È stato confermato l’enorme successo della prima edizione, sempre con la partecipazione dei Comuni, la collaborazione delle Pro Loco e dei Coltivatori Diretti di Rosta e Buttigliera Alta. Don Luigi Palaziol ed il Maestro Mons. Italo Ruffino che celebrò la funzione religiosa in base al turno stabilito. Ancora una volta si vogliono ringraziare i responsabili della Diocesi di Torino che hanno rinnovato il consenso e ci hanno permesso lo svolgimento di una manifestazione Religiosa fortemente sentita dalla popolazione.
La festa in onore di Sant’Antonio Abate Patrono e Protettore si svolge nella Chiesa Museale del borgo speciale di Ranverso un luogo di Culto dedicato al Santo , la festività di Ranverso risale a tempi remoti sin dal 1.400 con gli affreschi di Giacomo Jaquerio e poi nel 1530 quando gli abitanti di Moncalieri ringraziando il Santo per averli salvati dalla peste gli fecero dono di un maestoso Polittico tutti gli anni il giorno della festa il 17 Gennaio i devoti si recavano a Ranverso a piedi in processione con il baldacchino. Per questo motivo possiamo dire che fu la prima festa in Italia dedicata al Santo del deserto ed iniziò proprio da noi a Ranverso negli anni e diventata la festa più importante d’Italia e sicuramente la più sentita dalla comunità di Sant’Antonio di Ranverso e dei cittadini dei paesi confinanti, Senza dubbio oggi secondo me a preso una strada più profana che religiosa, divenuta molto meno meno storica, culturale, artistica e folcloristica popolare purche coinvolga tutta l’intera cittadinanza.,
Gennaio 2025
Viviamo un paio di ore a Ranverso con momenti dedicati al culto del Santo , inteso come devozione e venerazione, che i Ranversini tributano a Sant’Antonio Abate seguendo la Messa celebrata da Don Franco Gonella
Manca la processione con il santo per i viali del borgo come avveniva anni fa
Purtroppo abbiamo solo i trattori, che non vengono più messi a lustro per sfilare come ai primi tempi del ripristino della festa ed hanno pure smesso questa tradizione.
Ci restano gli animali domestici da benedire .
Una volta per tradizione, alla vigilia di questa festa si era soliti pulire attentamente la stalla, i giacigli e i pollai, per questa a notte magica, il Sacerdote si recava nelle cascine a benedire gli animali , ogni stalla custodiva gelosamente sui muri l’immagine di Sant’Antonio Abate per proteggerli dalle malattie.
Il pranzo non proprio Sociale come lasciano intendere gli organizzatori della Coldiretti a Euro 37.00 e un costo non adatto a tutti, ed economicamente sono esclusi i devoti delle comunità che aderiscono alla festa
Vorremmo che ci fosse durante la festa Un mix di religiosità, folklore, tradizioni e partecipazione di altre associazioni e anche altre categorie aventi come protettore il Santo
Dai vertici a noi devoti ci e stato impedito di accendere un piccolo falò in un contenitore di metallo super controllato per ricordare il simbolo della fiamma tributo di Sant’Antonio Abate.
