Gennaio 12, 2025

Ranverso un caso unico la festa Patronale di Sant’Antonio Abate finisce in tre ore

Ranverso un caso unico la festa Patronale di Sant’Antonio Abate finisce in tre ore

 

Sull’altare maggiore della Chiesa monumentale di Sant’Antonio di Ranverso affreschi di Giacomo Jaquerio risalenti a fine  secolo 1.400  si vedono scene rappresenti una cerimonia in onore di Sant’Antonio Abate(richiamo alla festa del 17 gennaio di ogni anno, con la partecipazione di contadini e abitanti dei dintorni). Viene infatti presentato come “un ricordo di questa festa … negli affreschi gotici dell’abside sulla porta della sacrestia: due contadini, dipinti con icastico senso della realtà, camminano verso l’altare portando al guinzaglio due maiali neri… ed i frutti del loro lavoro).

Eravamo nel 2006 in AFOM nella sede di via Giolitti (TO) quando durante un incontro con il Maestro Mons . Italo Ruffino fu deciso di riproporre una festa che ebbe inizio con gli affreschi di Jaquerio nel 1.400 poi nel 1530 il Polittico offerto dalla citta di Moncalieri a Sant’Antonio di Ranvero   si tratta  di una vecchia tradizione quella di benedire oltre le persone anche gli  animali , durante gli anni la festa come auspicava Ruffino non e cresciuta ma sono  stati  aggiunti nella benedizione anche i mezzi agricoli. Un’usanza che era stata trasferita presso le parrocchie di Rosta e di Buttigliera Alta,. l’associazione amici del Mauriziano AFOM si attivò subito  presso le Amministrazioni locali, i Parroci, le Pro Loco ed i Coltivatori Diretti  per portare avanti il progetto che accettarono . Il consenso dei cittadini,  della Diocesi e dei Parroci  fu  entusiasmante. Mancava  il parere della Fondazione Ordine Mauriziano che venne superato con l’approvazione , con il coordinamento  delle Amministrazioni di Rosta e di Buttigliera Alta prepararono la stampa e la diffusione delle locandine i patti erano che la grafica dovesse riportare l’immagine di Sant’Antonio Abate esattamente quella esposta sull’altare maggiore della Chiesa Abbaziale e completata con la descrizione del programma della festa religiosa , Don Luigi Palaziol, stabilì che la funzione religiosa venisse officiata negli anni alternativamente tra  di loro. Fu anche definita la data di svolgimento: la Prima Domenica del 17  o la seconda  Domenica del 17 di Gennaio. Il giorno stabilito per la ripresa della tradizione, incominciarono ad arrivare i trattori e i carri (grandi e piccoli), singole persone con arnesi da giardinaggio, e sempre più gente con animali (cani, gatti, muli, uccellini in gabbia, cavalli) ecc. La Pro Loco allestì un angolo “rustico” con personaggi in costume, dai contadini ai frati con il saio nero con il simbolo di Ranverso la croce a forma di Tau azzurra e un banco dove vennero distribuiti, dopo la funzione religiosa, dei piccoli pani a forma di animali benedetti in precedenza. Il tutto a cura di Annabella Pellarini. Si esibì anche il gruppo della Corale “Ensemble d’Armonies” della Val di Susa, mentre mons. Italo Ruffino presentò il suo ultimo libro Storia Ospedaliera Antoniana compendio di tutta una vita di studio e ricerche sull’Ordine degli Antoniani., inoltre stabili un tracciato per fare crescere la festa negli anni portandola  ad un livello di aggregazioni anche per  le altre comunità limitrofe . Nella seconda  Domenica di Gennaio 2008, l’Associazione “Amici della Fondazione Ordine Mauriziano” ha organizzato la seconda edizione della “Benedizione degli animali”, a Sant’Antonio di Ranverso. È stato confermato l’enorme successo della prima edizione, sempre con la partecipazione dei Comuni, la collaborazione delle Pro Loco e dei Coltivatori Diretti di Rosta e Buttigliera Alta. Don Luigi Palaziol ed il Maestro Mons. Italo Ruffino  che celebrò la funzione religiosa in base al turno stabilito. Ancora una volta si vogliono ringraziare i responsabili della Diocesi di Torino  che hanno  rinnovato il consenso e ci hanno  permesso lo svolgimento di una manifestazione Religiosa  fortemente sentita dalla popolazione.

 

La festa in onore di Sant’Antonio Abate Patrono e Protettore  si svolge nella Chiesa Museale del borgo speciale di Ranverso  un luogo di Culto dedicato al Santo , la festività di Ranverso risale a tempi remoti sin dal 1.400 con gli affreschi di Giacomo Jaquerio  e poi nel 1530 quando gli abitanti di Moncalieri ringraziando il Santo per averli salvati dalla peste gli  fecero dono di un maestoso Polittico tutti gli anni il giorno della festa il 17 Gennaio i devoti si recavano a Ranverso a piedi in processione con il baldacchino. Per questo motivo possiamo dire che  fu la prima festa in Italia  dedicata al Santo del deserto ed  iniziò proprio da noi a Ranverso negli anni e diventata  la festa  più importante d’Italia  e sicuramente la più sentita dalla comunità di Sant’Antonio di Ranverso  e dei cittadini dei paesi  confinanti, Senza dubbio  oggi  secondo me a preso una strada  più profana che religiosa,  divenuta molto meno  meno storica, culturale, artistica e folcloristica popolare purche coinvolga tutta l’intera cittadinanza.,

Gennaio 2025

Viviamo un paio di ore a Ranverso con momenti  dedicati al culto del Santo , inteso come devozione e venerazione, che i Ranversini tributano a Sant’Antonio Abate seguendo la Messa celebrata da Don Franco Gonella

Manca la processione con il santo per  i viali del borgo come avveniva anni fa

Purtroppo abbiamo solo  i trattori, che non vengono più messi a lustro per sfilare come ai primi tempi del ripristino della festa ed hanno pure smesso questa tradizione.

Ci restano   gli animali domestici da benedire .

Una volta per tradizione, alla vigilia di questa festa si era soliti pulire attentamente la stalla, i giacigli e i pollai, per questa a notte magica, il Sacerdote si recava nelle cascine a benedire gli animali , ogni stalla custodiva gelosamente sui muri l’immagine di Sant’Antonio Abate per proteggerli dalle malattie.

Il pranzo non proprio Sociale come lasciano intendere gli organizzatori della Coldiretti a Euro 37.00 e un costo non adatto a tutti, ed  economicamente sono esclusi i devoti delle comunità che aderiscono alla festa

Vorremmo che ci fosse durante la festa Un mix di religiosità, folklore, tradizioni e partecipazione di altre associazioni e anche altre categorie  aventi come protettore il Santo

Dai vertici  a noi devoti ci e stato impedito di accendere un piccolo falò in un contenitore di metallo super controllato per ricordare il simbolo della fiamma tributo di Sant’Antonio Abate.

 

Nella cultura popolare, Sant’Antonio abate veniva raffigurato con accanto un porcellino. La festa di Sant’Antonio abate, celebrata ogni anno il 17 gennaio e/o la domenica successiva, era in passato una delle ricorrenze più sentite nelle  contadine. Ancora oggi è assai diffusa, soprattutto nelle zone rurali e nella provincia. Secondo la tradizione nel Medio Evo  malati di herpes, detto poi infatti Fuoco di S.Antonio, venivano curati spalmando sulle dermatiti il grasso derivato dai maiali benedetti e consacrati al Santo.

Questa tradizionale festa ha luogo in molti borghi e cittadine della provincia di Roma, con celebrazioni simili anche se non identiche tra loro. Varrebbe la pena viverle tutte in prima persona … naturalmente in anni successivi! Ecco di seguito le maggiori celebrazioni di Sant’Antonio nei dintorni della capitale.

 

 

 

Altri articoli

  • Febbraio 4, 2025
    Mauro Pecchenino scrittore e narratore
  • Febbraio 4, 2025
    Le leune te la Fòcara poesia tradotta in francese

Eventi e Feste

Eventi e Feste

Schede

Schede

Torna in cima