Febbraio 8, 2023

Ranverso tra monaci e ospedale medievale nel nome di Sant’Antonio Abate di ErsIlio Teifreto-Gruppo A. S. A. R gli Amici di Sant’Antonio Abate Di Ranverso

Ranverso tra monaci e ospedale medievale nel nome di Sant’Antonio Abate di ErsIlio Teifreto-Gruppo A. S. A. R gli Amici di Sant’Antonio Abate Di Ranverso


Ranverso tra monaci e ospedale medievale nel nome di Sant’Antonio Abate
B Medievale Medieval Italy 2 aprile 2022
Ranverso tra monaci e ospedale medievale nel nome di Sant’Antonio Abate di ErsIlio Teifreto-Gruppo A. S. A. R gli Amici di Sant’Antonio Abate Di Ranverso
Dopo la donazione di terreni nel secolo scorso da parte dei Savoiardi, la costruzione del Ranverso che comprendeva un ospedale, pensioni con chiesa e Convento è stata la prima in Italia dopo quella costruita dalla Casa Madre nell’Isère di Francia in un luogo chiamato La Motte Saint Didier dove nel secolo reliquia; nel Pronao si può ammirare l’affresco della Caravella che li trasportava e subito Ranverso diffuse il culto per e la tradizione per la festa antoniana, sull’altare maggiore di Ranverso è visibile la statua che risale alla fine del SECOLOE 1400 Il concentrico della Commenda si presenta come una fortezza del secolo Nel gennaio 2013 è avvenuto il gemellaggio virtuale tra il comune di Novoli (il) paese della Fòcara dove sono nato e Ranverso uniti dallo stesso culto per il Santo eremita, ottenendo anche l’approvazione del amici come il Maestro Italo Ruffino, La signora Teresa Ponzetto e l’artista Ugo Nespolo, anche attraverso la presentazione del luogo da parte di ricercatori e accademici locali è stato premiato da Torinovoli come un borgo antoniano con la facciata di un ospedale medievale ancora visitabile unico al mondo.
Nel 1999 don Italo Ruffino, archivista metropolitano e specialista di storia dell’Ospedale Antoniano, organizza a Ranverso un Convegno Nazionale sugli Antoniani in Europa.
Papa Callisto II, il 20 marzo 1119, di ritorno a Roma da un concilio in Francia passando per Ranverso, consacrò la piccola chiesa primitiva con un basso timpano ad unica campata eretta su un e PIL ONE votivo
Non tutti i ricercatori sono d’accordo sulla data di fondazione di Ranverso. Alcuni, e tra questi Placido Bacco, fanno risalire la nascita del nucleo originario al conte Umberto III di Savoia, intorno all’anno 1098. Siamo negli anni in cui in questa regione, tra Avigliana e Rivoli, infuriava un’epidemia di ”fuoco sacro” ed è probabilmente la storia che vede una Marchesa di Avigliana impegnarsi a chiedere al marito, da poco tornato da una crociata, di intercedere presso il Gran Maestro dell’ordine, Gastone dei Gastoni, per ottenere l’invio di fratelli infermieri antoniani per fondare un ospedale che alleviasse le sofferenze della popolazione residente, in gran parte formata da contadini poveri e miserabili.
Per la costruzione fu scelto un territorio chiamato Rivus inversus, perché in questo luogo scorreva un rio chiamato Rio Inverso, dal termine piemontese “inverso”, che equivale a dire situato a nord, oggi il Rio si chiama Bealera, così come il complesso di edifici è sorretto da una piccola collina orientata a nord, da cui deriva la dizione di Sant’A ntonio d’universo, divenuta poi Ranverso.
Ranverso è stato luogo di passaggio per pellegrini, commercianti, soldati qui, hanno trovato una chiesa per pregare chiedendo una grazia per la guarigione, hanno ricevuto rinfreschi e cure, il territorio si trova nella splendida cornice dell’anfiteatro della collina morenica, ancora oggi è meta di poeti e scrittori, artisti, pittori e viaggiatori, che qui hanno trovato ispirazione e armonia. Tra questi, il regista Dario Argento che ha girato le scene del film La Terza Madre e il professore universitario Mauro Pecchenino, specialista in comunicazione integrata.
Il borgo medievale di Sant’Antonio Abate di Ranverso è un luogo particolare nato nel 1098 e comprende una chiesa, l’ospedale delle Cascine, un cimitero, il monastero, la bealera, il chiostro Il giardino e i Voti eseguiti da G. J Le prime strutture, la chiesa e l’ospedale, furono costruite per Ordine degli Antoniani venuti dalla Francia Motte San Didier per accogliere e assistere i pellegrini che, da Canterbury Visitando questo luogo, entreranno in un museo a cielo aperto, la chiesa è interamente decorata con affreschi del famoso pittore torinese Giacomo jaquerio e si potrà ammirare la vita di Sant’Antonio Abate, la salita al Calvario, sull’altare maggiore in fondo al Presbiterio, si può visitare il maestoso polittico del Defendente Ferrari offerto dal comune di Moncalieri per la grazia ricevuta da Sant’Antonio Abate per aver salvato la città dalla peste, nel pronao di molti capitelli di volti umani e fregi, è ancora visibile l’affresco della Caravella con le reliquie della Santa Araconeta, la lapide marmorea di Dandrate, la storica lapide lignea con scritta: Ordine dei Santissimi Maurizio e Lazzaro Custodi dell’Abbazia, le guglie, i pinnacoli, simboli con tracce del passaggio dei Templari, rocce erratiche di l ‘ era glaciale, poderi, la lettera tau croce ripetuta ovunque, la meridiana, un’acciaieria, decorazioni in terracotta, il primo vecchio ospedale, la Via Francigena su questo percorso parallelo è stata tracciata l’autostrada per il Freius I viali alberati, le panchine. L’Abbazia oggi ha un aspetto in stile gotico internazionale francese, all’interno della statua lignea di Sant’Antonio Abate fu costruita da un artista ebanista Francese ; ai suoi piedi, un caso unico, al posto del maiale appare un piccolo cinghiale nero, affreschi ben conservati, la misteriosa stele ottagonale posta sulla roccia erratica all’ingresso della chiesa sormontata da una croce di marmo bianco con l’incisione di un pellicano e una colomba, pietre miliari che segnano il viaggio a Roma ecc… il borgo di Ranverso si trova a pochi chilometri da Torino nei pressi della maestosa Abbazia della Sacra di San Michele sotto il misterioso monte delle Musine, proprio sulla strada per Peschiera, via degli Abba/, antica strada della Francia e Via Francigena del nostro tempo.
L’Ordine dei Canonici Regolari di Sant’Antonio di Viennese si sviluppò rapidamente a Rancho si stabilirono in un complesso già esistente.
La caratteristica principale di questo piccolo borgo, è che è stato abbandonato ultimamente per motivi di sicurezza agricola, e oggi, stracciato dal tempo, ha tutte le caratteristiche di un paese del leggendario Lontano.
Ranverso dopo la soppressione degli Antoniani nel 1776, quando la proprietà fu attribuita con legami di culto all’Ordine di S. S. Maurizio e Lazzaro divenne effettivamente i custodi dell’Abbazia, il primo nucleo di Ranverso risale al 1098 composto dalla primitiva chiesa che nel 1883 divenne Monumento Nazionale.
L’ordine Mauriziano trasformò il luogo in Rurale per sviluppare l’agricoltura costruì fattorie, che, insieme alla terra, furono assegnate agli agricoltori che si stabilirono. Diverse famiglie provenienti dai paesi vicini si insediarono nel borgo di Ranverso per lavorare i campi e il piccolo borgo, raggiunto dai circa 200 abitanti che vivevano in piena autonomia, vi era il forno, la fontana che distribuiva l’acqua attraverso una pompa azionata con manovelle e una ruota di ferro.
A Ranverso nel 1997 continua la tradizione di allevare maiali al fine di ottenere valvole cardiache per il trapianto. Naturalmente, sappiamo che sarà l’ordine mauriziano a rendere disponibili terreni e strutture sanitarie per la creazione di questo allevamento. Un’ipotesi piuttosto insistente sembra dare a Sant’Antonio Di Ranverso (dopo Rivoli) un luogo ideale: in questa struttura ci sono dipinti che ricordano che gli antenati usavano il grasso di maiale per curare alcune malattie.
L’ultima famiglia di inquilini ha lasciato Ranverso nel gennaio 2021 con grande nostalgia per la loro casa nell’azienda agricola Ranverso inferiore dove sono cresciuti 4 bambini, ed è stata accolta con applausi da NOI volontari, che ogni giorno passavano per i sentieri del villaggio speciale di Sant’Antonio Di Ranverso per portare le mucche al pascolo è stato sempre un momento di gioia tra la curiosità dei visitatori che si immaginavano di vivere in un luogo medievale, la fattoria era attrezzata per l’allevamento di bovini e suini gestiti dalla famiglia e sistemata in un “cortile” chiuso da mura e attraversato dal canale bealera, la famiglia mancherà molto ai visitatori del paese che durante il giorn o sentono la loro assenza, la fattoria bassa era l’ultima fattoria ancora abitata nella precettoria concentrica di Sant’Antonio Di Ranverso.
Nel 2017 la gestione della biglietteria e l’accoglienza dei visitatori con guide specializzate è stata affidata all’Associazione ArteMista, da allora è stato creato in modo permanente un portale per la comunicazione e l’organizzazione di numerosi eventi.

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