Ranverso Ipotesi di Intervento Valdemarin (Articoli da 41 a 44 del Codice) Restauro e Riqualificazione funzionale degli edifici dell’Ospedaletto”
Ranverso Ipotesi di Intervento Valdemarin (Articoli da 41 a 44 del Codice) Restauro e Riqualificazione funzionale degli edifici dell’Ospedaletto”
Ai sensi dell’art. 3 – ALLEGATO I.7 – Contenuti minimi del quadro esigenziale, del documento di fattibilità delle alternative progettuali, del documento di indirizzo della progettazione, del progetto di fattibilità tecnica ed economica e del progetto esecutivo (Articoli da 41 a 44 del Codice) Restauro e Riqualificazione funzionale degli edifici dell’Ospedaletto” di San Antonio di Ranverso a) LOCALIZZAZIONE E CENNI STORICI Il complesso dei fabbricati costituenti la “Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso” sorge quasi all’imbocco della valle di Susa, a 19 chilometri da Torino, sul fianco sinistro della antica “Via Romea” medioevale che ricalca il percorso della “Strada romana delle Gallie”, fondamentale comunicazione risalente al periodo imperiale augusteo. La Strada romana, la Francigena via medioevale, che collegava “Augusta Taurinorum” con i valichi del Monginevro e del Moncenisio assume rinnovata importanza nel periodo romanico quando diviene arteria principale dell’Itinerario Gerosolimitano, percorso di accesso all’Italia attraverso i valichi delle Alpi Sud- Occidentali per i pellegrini che si recavano a Roma e, in senso contrario al Santuario di S. Giacomo di Compostela. La dislocazione lungo l’itinerario che si snoda nella valle di Susa delle “Statio” e degli “oppidum” romani accelera nel corso dell’età medioevale l’incastellamento e la formazione di case forti, abbazie, pievi, romitaggi, luoghi di assistenza culto e ricovero per viandanti e masse anche numerose di pellegrini. Con la Sacra di S. Michele e l’Abbazia di Novalesa, la Precettoria di S. Antonio di Ranverso rappresenta oggi uno dei capisaldi di importanza internazionale dell’architettura e della pittura gotica del Piemonte. Le motivazioni che condussero alla realizzazione del complesso religioso sono intimamente legate alla fondazione dell’ordine monastico che lo costituì, cioè i frati “ospedalieri” di S. Antonio. Sul finire del sec. XI comparve nella Francia medioevale una spaventosa epidemia che presto si propagò per tutta Europa. La causa della tremenda malattia, rimasta a lungo sconosciuta, era causata dalle farine avariate e dalle granaglie mal conservate contaminate dalla segale cornuta infestata da un particolare parassita. Il morbo fu noto come “Fuoco sacro” perché distruggeva i tessuti organici e sacrificava le membra. Nel 1537 vi fu un clamoroso episodio di recrudescenza della malattia nei paraggi di S. Antonio di Ranverso. L’assistenza mediante lazzaretti e ricoveri di mendicità venne prestata in maniera organica da ospizi e conventi che sorsero in prossimità dei centri maggiori e FONDAZIONE ORDINE MAURIZIANO Uffici Operativi Piazza Principe Amedeo 7 10042 Stupinigi – Nichelino (TO) Sede legale Via Magellano 1 10128 Torino lungo le strade principali. Negli stati sabaudi e in particolare lungo la direttrice che univa la Savoia e quindi Chambery, con il Piemonte e (dopo il 1562 con Torino), le case di Susa e Ranverso costituivano i riferimenti assistenziali principali. L’intensificarsi dei pellegrinaggi verso Torino in occasione delle periodiche ostensioni della Sindone ne rafforzarono il ruolo sino a tutto il XVII secolo. Le notizie che documentano la presenza in quella località dei monaci Ospedalieri Antoniani risalgono agli anni tra il 1180 e il 1190 quando il complesso chiesa – convento – ospedale viene citato come la seconda fondazione dopo la casa madre. Il complesso fu eretto su terreni donati a religiosi da Umberto II, il Beato, Conte di Savoia. È accertato che il primo edificio a sorgere sul luogo di Ranverso fu l’ospedale, probabilmente già attivo ad iniziare dal 1156. L’edificazione della chiesa, edifico simbolo del complesso, ebbe probabilmente inizio nel 1188, o pochi anni innanzi; nel 1202 essa risulta comunque già costruita nella sua struttura principale, ed eretta sul luogo in cui, secondo la tradizione, sorgeva un’antica cappella dedicata a S. Biagio. L’ospedale in antico accoglieva, così si narra, uomini e donne distinti in due sezioni. Tutti avevano il tau (simbolo antoniano) cucito sugli abiti, come lo portavano sulla veste i religiosi e sulla schiena i maiali allevati nel complesso della Precettoria. L’edificio dell’Ospedale, esterno alla cinta e perfettamente separato dalle altre costruzioni è un raro esempio di nosocomio del secolo XIII nell’alto Piemonte. D’antico conserva soltanto la stupenda facciata, che nella sua forma generale ricorda quella della chiesa e, deve attribuirsi allo stesso architetto. Gli antichi maestri sapevano fare un’opera di arte anche d’un Ospedale. Lo splendido prospetto del portale dell’Ospedale, tuttavia, perde assai in grandiosità nel corso dei secoli a causa delle successive sopraelevazioni che sono intercorse sul sedime stradale. Le basi delle colonnine sono state infatti progressivamente interrate, così come i due gradini che originariamente davano accesso alla porta. Il piano stradale dell’antica via francigena medievale è infatti circa un metro sotto il livello attuale, e cinquanta centimetri più in basso si trova la strada della Gallie di origine romana (elaborazione da un articolo dell’agosto 1908). b) DESCRIZIONE DEL COMPLESSO IMMOBILIARE OGGETTO DI INTERVENTO La cascina dell’ospedale (indicazione tradizionale desunta dai documenti) comprende una serie di edifici, sorti in epoche diverse, che occupa il sito dell’antico ospedale, utilizzando di questo alcune strutture murarie. L’insieme dei fabbricati che compongono l’oggetto d’intervento è costituito da una serie di edifici a destinazione rurale (stalle, rimesse, fienili, tettoie), un edificio a destinazione residenziale, costituente l’unità di abitazione annessa alla cascina, alcuni elementi o parti di edifici monumentali, tra cui l’ingresso medievale all’antico Ospedale, e alcuni modesti fabbricati attuati in epoca recente e privi di specifica destinazione d’uso. Nello specifico si possono individuare le seguenti componenti: FONDAZIONE ORDINE MAURIZIANO Uffici Operativi Piazza Principe Amedeo 7 10042 Stupinigi – Nichelino (TO) Sede legale Via Magellano 1 10128 Torino 1. Antica facciata dell’Ospedaletto antoniano comprendente l’ingresso monumentale prospettante sull’antica Via di Francia, fabbricato della pesa pubblica e strutture ad essa pertinenti, che hanno particolare rilevanza storica e architettonica con valore artistico e ambientale di assoluta priorità. 2. Edificio a civile abitazione di epoca medievale costituente corpo di fabbrica a due piani fuori terra con fronti principali rivolti a Nord e a Sud e sopraelevato nel XVIII secolo. 3. Fabbricati rurali costituenti la cascina, rispettivamente allineati sugli assi Nord-Sud e EstOvest appartenenti ad epoche storiche diverse, ma prevalentemente ottocentesche, a due piani fuori terra. 4. Fabbricati di piccola dimensione, perlopiù addossati ai volumi predetti, di recente realizzazione. 5. Recinzioni, muri di contenimento, muri contro terra e muri di cinta di epoca antica e recente compresi alcuni ruderi o modeste emergenze architettoniche inerenti a volumi edilizi oggi scomparsi, quali le serre e le rimesse di mezzi agricoli. Oltre al complesso immobiliare dell’Ospedaletto, l’intervento di restauro e valorizzazione di cui alla presente relazione prevede opere di rifunzionalizzazione della cosiddetta “Cascina Bassa”, un insieme di fabbricati rurali ubicati di fronte al portale dell’Ospedaletto. Tali fabbricati, di origine evidentemente rurale, presentano un andamento planimetrico con manica di larghezza più o meno costante e sviluppo prevalente in lunghezza, in adiacenza alla Via Francigena e costeggiati sul lato opposto da una corte interna. c) IPOTESI DI INTERVENTO La presente proposta di intervento prevede la prosecuzione degli importanti lavori di restauro già intrapresi nel recente passato sul portale dell’Ospedaletto. L’intervento si propone molteplici f inalità: da un lato quella della riqualificazione degli spazi edificati e del restauro degli antichi edifici con il loro adeguamento alle nuove esigenze igienico – funzionali, la relativa rifunzionalizzazione di parti più recenti che saranno oggetto di valutazione e approfondimenti tecnici sullo stato di consistenza, in particolare da un punto di vista strutturale, in modo da prediligere l’intervento più adeguato che potrà prevedere interventi di consolidamento o la sostituzione degli elementi strutturali, interni o esterni degradati; dall’altro le sistemazioni delle aree cortilizie e a giardino, la realizzazione di parcheggi a servizio del pubblico. Per quanto riguarda la sistemazione del lotto incluso nel recinto murario dell’Ospedaletto, è prevista una sua suddivisione dell’area in quattro parti funzionali, suddivisione evidenziata da due assi principali pedonali, uno in direzione Nord-Sud e l’altro in direzione Est-Ovest, paralleli ai tracciati storici perimetrali esistenti (vedi art.3.3 dell’allegato A del D.G.R n.37-227) e caratterizzati da filari di alberi ai lati. Le quattro aree che vengono a crearsi all’interno del lotto verranno trattate in modo differente (vedi tav. A02 e A03) e nello specifico:
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