Ottobre 6, 2021

Ranverso furono tanto i piemontesi come Giovanni di Romagnano
quanto il francese Jean de Montchenu che chiamò a decorare la Chiesa della precettoria
una personalità artistica come Giacomo Iaquerio;

Ranverso furono tanto i piemontesi come Giovanni di Romagnano
quanto il francese Jean de Montchenu che chiamò a decorare la Chiesa della precettoria
una personalità artistica come Giacomo Iaquerio;

ELISABETTA FILIPPINI, Questua e carità. I canonici di S. Antonio di Vienne
nella Lombardia medievale, Novara, Interlinea, 2013, pp. 276, ill.
L’immagine non lusinghiera che degli Antoniti diedero nei secoli XIII e
XIV poeti come Guiot de Provins e Dante Alighieri è riscattata, secondo l’a.,
da quanto si rileva dalla documentazione d’archivio studiata e in parte pubblicata in questo solido volume. Introdotti al di qua delle Alpi dai conti di
Savoia gli Antoniti si radicarono, com’è noto, in val di Susa così che dalla
precettoria generale di Ranverso vennero a dipendere le nuove case dell’ordine che, con il favore dei principi, propagginarono ampiamente in tutta
l’Italia settentrionale e anche oltre i suoi confini: nei primi decenni del ‘400
essa estendeva infatti la sua giurisdizione “in partibus Pedemontium, Lom-
102 bardie, Ripperie Ianue, Patriarcatus Acquilegiensis, Marche Travisane, Romandiole, Colvacie et Dalmatie”. I legami dell’ordine con luoghi e persone
di estrazione subalpina furono quindi continui tanto che Geoffroy de Montagne, cui papa Urbano IV affidò la precettoria di Ranverso, divenuto vescovo
di Torino, fu “pigramente piemontesizzato” dagli storici italiani, e specialmente piemontesi, in Goffredo di Montanaro (L. PATRIA, Dilezione certosina e devozione antoniana nel testamento di Galeazzo di Saluzzo, in Il fascino
dell’eremo. Asceti, certosini e trappisti sul Mombracco nei secoli XIII-XVIII,
a cura di R. COMBA, Cuneo 2010, p. 66). Dall’accurata indagine condotta
dalla Filippini emergono così i numerosi Provana che ricoprirono cariche
nell’ordine: Filippo, prima priore a Roma e poi precettore a Milano; Domenico, priore a Fossano; Tommaso, precettore ad Asti e poi a Milano. Precettori di Ranverso furono tanto piemontesi come Giovanni di Romagnano
quanto il francese Jean de Montchenu che chiamò a decorare la Chiesa della precettoria
una personalità artistica come Giacomo Iaquerio; un contenzioso relativo alla casa di Parma fu evitato nel 1463 grazie al cardinale Teodoro Paleologo,
fratello del marchese di Monferrato, che trovò conveniente scambiare la carica di abate commendatario dell’abbazia di S. Maria di Annonay con la prebenda di S. Antonio di Parma. Dall’Archivio storico dell’ordine Mauriziano
di Torino sono tratti gli accuratissimi atti di visita alle case dell’ordine del
secolo XV inappuntabilmente trascritti nella copiosa Appendice documentaria (pp. 239-260). Aldo A. Settia

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