Ranverso accoglienza per i pellegrini ma, soprattutto, un ospedale per la cura del “fuoco di S.Antonio”
Ranverso accoglienza per i pellegrini ma, soprattutto, un ospedale per la cura del “fuoco di S.Antonio”
In direzione Torino, a tre chilometri da Avigliana, sul percorso della Strada Antica di Francia si trova una stupenda e rara testimonianza di “gotico a mattoni”.
La chiesa venne rimaneggiata nei secoli successivi e la facciata con le caratteristiche decorazioni in cotto risale al secolo XV come gli affreschi interni. Opera del pittore torinese Giacomo Jaquerio, gli affreschi che ornano le pareti del presbiterio e della sacrestia sono la parte di maggior pregio di tutto il complesso. All’esterno, su un masso erratico, una colonna con la tipica Tau ricorda la presenza degli Antoniani in questo luogo isolato nei campi ed addossato ad una collinetta da cui scorreva un tempo un rio che diede il nome alla località: “apud Rivum Inversum”. S. Antonio di Ranverso era parte integrante della Comunità di Avigliana almeno sino al 1619 e dunque, anche per questo, una visita alla Precettoria rappresenta la prosecuzione ideale del percorso storico-artistico aviglianese. |
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Precettorie Templari: Avevano una funzione più militare e strategica.Precettorie Antoniane: Erano centri di cura e assistenza per malati, pellegrini e bisognosi.
Sì, la festa di Sant’Antonio Abate, in particolare quella di Ranverso (Buttigliera Alta), è considerata parte del patrimonio immateriale piemontese e sta cercando riconoscimento come Bene Culturale Immateriale, secondo il sito torinovoli.it