Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

29 luglio alle ore 23:53 · 

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Il nartece di Sant’Antonio è popolato di personaggi e animali che animano i suoi capitelli, scolpiti in pietra verde. Da sempre, il significato di queste figure riporta a un dualismo tra bene e male, alla scelta tra il vizio e la virtù. Vediamo alcuni di questi animali, più frequentemente rappresentati nei bestiari medievali.

“Nel medioevo, la figura dell’asino ha significati generalmente negativi. Alla concezione dell’asino come campione di umiltà e mitezza, si sovrappone quella dell’ignoranza, ancora oggi persistente (da Pinocchio di Collodi al detto popolare “essere un asino”), nonché quella della pigrizia e della testardaggine.
L’asino è anche associato alla lascivia (a causa delle dimensioni del suo organo sessuale) e perciò incarna il piacere sensuale, condannato dalla Chiesa: nell’immaginario romanico sottintende l’opposizione tra l’uomo carnale e l’uomo spirituale, tra il pagano e il cristiano, tra l’ignorante e il colto. Il messaggio è l’invito a padroneggiare i propri comportamenti, a rinunciare alla pigrizia spirituale.
Là dove non arriva la parola scritta, arriva l’immagine e la rende accessibile.
Una delle immagini più frequenti nell’arte romanica è l’asino con la lira (o meglio con il salterio).”

Qui siamo ad Aulnay, nel Poitou in Francia, con la decorazione del portale della chiesa di Saint-Pierre, un vero e proprio gioiello che si trova sul cammino verso #santiagodicompostela
Da https://pilloledarte.wordpress.com
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